martedì 28 novembre 2017

Attenti a quel falso. In Campania fenomeno in crescita






Arte. Attenti a quel falso. In Campania fenomeno in crescita, i cattivi affari incrementati dalle vendite online

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La testa bronzea apparentemente corrosa dal tempo e raffigurante Zeus ritrovata nelle acque del porto di Napoli, le riproduzioni di lucerne fabbricate nelle officine napoletane tra il 1870 e la prima guerra mondiale e vendute come originali dagli antiquari, quadri riproducenti per lo più pittori dell’Ottocento napoletano rinvenuti per abitazioni private. Tutti oggetti d’arte che sembrano autentici, ma che, a un attento esame, non lo sono. Tutti falsi, dunque, che alimentano il traffico illecito di opere artistiche e che oggi, più che mai, si sta intensificando attraverso il canale dell’e-commerce. Il fenomeno in costante crescita in Campania, in Italia ma anche in Europa e America, è stato analizzato nel «summit» “L’Arte non vera non può essere Arte” che si è tenuto il 22 novembre al Palazzo Reale nell’ambito del ciclo di conferenze sul riconoscimento delle contraffazioni d’arte, organizzate dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in collaborazione con la Soprintendenza e che si concluderà il 5 dicembre a Roma alla presenza del ministro Dario Franceschini. «Nel 2016 sono stati 28 i falsi sequestrati in Campania — spiega Giampaolo Brasili, comandante del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Napoli — a settembre 2017 siamo arrivati a 58 per un totale di trecentomila euro. Di solito il pittore prende centocinquanta euro mentre la vendita va dai cinquemila ai diecimila euro. Gli acquirenti alcune volte cadono nell’inganno ma spesso sono consapevoli del rischio di acquistare un’opera di dubbia provenienza ma cedono perché presi da una maniacale voglia di collezionismo e di possesso. L’attività investigativa ci permette di risalire a tutte le fasi — richiesta, creazione e vendita — e di identificare venditori che sui siti internet e social cambiano di continuo nickname per camuffare l’identità». Al falso d’arte si lega anche il richiamo del bello o del presunto bello, su cui insiste Luciano Garella, soprintendente di Napoli per archeologia, belle arti e paesaggio: «Alcune persone apprezzano il valore intrinseco dell’opera d’arte, altri invece vedono una coincidenza perfetta tra il bello e il suo valore economico, altrimenti non si giustificherebbero i prezzi elevati che di recente hanno avuto in aste internazionali opere di paternità non certa». In particolare Garella spiega la contraffazione nel campo del restauro architettonico: «Spesso si aggiunge troppa materia facendo perdere il valore dell’originalità, a Napoli inoltre è frequente l’attività di spontanei restauratori che agiscono al di là di ogni autorizzazione». Antonella Cucciniello, direttore del Palazzo Reale, oltre a far gli onori di casa ha evidenziato l’importanza di una conferenza che intende fornire strumenti adeguati per identificare l’autentico dal contraffatto, mentre Maria Utili, segretario regionale del Mibact per la Campania, ha posto l’attenzione «sull’educazione al valore culturale dell’opera d’arte per contrastare il fascino del falso». Su questo concetto ha insistito anche Rosa Volpe, procuratore aggiunto, che ha ricordato «l’importanza di restituire il patrimonio artistico alla collettività com’è accaduto nel caso della Biblioteca dei Girolamini». Tra gli interventi, moderati dal tenente colonnello Roberto Colasanti, quelli di Barbara Mancuso Barone, funzionario dei Beni Culturali della Regione Campania, che ha spiegato nei dettagli «la differenza tra falso grossolano e falso ad opera d’arte», mentre Ermanno Bellucci, responsabile dell’area educazione e ricerca per la Soprintendenza, ha ricordato gli artisti che, nel corso dei secoli, hanno replicato se stessi: «Da Caravaggio a Giordano passando per Lucio Fontana. C’è da riflettere sul concetto del falso nell’arte e l’arte nel falso». Per l’archeologo Enrico Stanco, funzionario della Soprintendenza, fondamentale è «la differenza tra le copie d’autore e i falsi palesi nell’archeologia: dai frammenti di sarcofagi alle monete fino alle ceramiche e ai vasi». (Anna Marchitelli – Corriere del Mezzogiorno)

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