Home » Scuola » Scuole italiane all'estero » Legge
di stabilità: bocciati 3 emendamenti sul servizio all'estero
Legge di stabilità: bocciati 3
emendamenti sul servizio all’estero
Sventato
il tentativo di intervenire in maniera estemporanea e scorretta sulle scuole
italiane all’estero. La FLC CGIL condanna duramente questi tentativi di
destabilizzazione.
15/12/2014
Contenuti
Correlati
Sono stati bocciati tre
emendamenti che avevano come oggetto leistituzioni scolastiche
italiane all’estero, presentati in V commissione Bilancio al Senato.
Gli emendamenti prevedevano la possibilità
per le scuole italiane all’estero di assumere personale in
loco con contratti locali, una ulteriore proroga da 9 a 12 anni per il
personale in servizio all’estero e un protocollo d’intesa MIUR/MAECI, per
riformare, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità, la
legge 153/73 che regola i corsi di lingua italiana all’estero.
Assumere docenti residenti in
loco con contratti locali in Europacosterebbe quanto se non di
più che inviare docenti dall’Italia. Ma, soprattutto, si deve tenere sempre
presente che questa modalità spianerebbe la strada a assunzioni
incontrollate, tramutandosi ben presto nella piaga sociale del precariato.
Per il secondo, si sarebbe trattato di una ulteriore proroga, poiché il mandato
dei docenti destinatari è già stato oggetto di una proroga per legge
da 5 a 9 anni nel 2010. Questo emendamento avrebbe umiliato le legittime
aspettativedei docenti che nel 2011 hanno svolto e superato le prove
di accertamento linguistico (attese da 6 anni) per essere inseriti nelle
graduatorie permanenti dalle quali il MAECI attinge per le nomine. Inoltre, portare
a dodici anni il mandato avrebbe significato allontanare sempre
più le scuole statali italiane all’estero dal sistema scolastico
italiano e creare un corpo a se stante e autoreferenziale e questo sarebbe
stato del tutto inaccettabile. Il terzo emendamento faceva
invece riferimento a una norma che va sicuramente riformata, ma solo ed
esclusivamente all’interno di un intervento legislativo organico dell’intero
comparto della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero.
È necessario bloccare
subito questi interventi estemporanei che mortificano le aspettative
dei docenti, abbassano la qualità dell’offerta formativa all’estero e cambiano
le regole del gioco. È invece indispensabile, per la FLC CGIL, una
reale riforma, che democraticamente sia ispirata alla salvaguardia delle
competenze e a una reale progettualità per la diffusione della cultura e della
lingua italiana all’estero.
Nessun commento:
Posta un commento