pubblicato sabato 13 dicembre 2014
Un catalogo come punto fermo di un lavoro di ricognizione, ma che rappresenta forse più di un semplice "status” nella Puglia che si occupa di arte contemporanea e che continua a vedere nascere iniziative, specialmente nei luoghi del Salento e Lecce. La rassegna "Senso Plurimo”, ai Cantieri Koreja della città pugliese è una delle numerose iniziative che si sono svolte negli ultimi anni. Abbiamo incontrato la curatrice Marinilde Giannandrea e le abbiamo sottoposto le nostre tre domande, per mettere nero su bianco presente e futuro di una delle regioni italiane più attive sul fronte della creatività.
"Senso Plurimo", la rassegna ai cantieri teatrali Koreja di Lecce, giunge, con la presentazione del nuovo catalogo di stasera alle 19, alla sua sesta edizione. Quali sono le coordinate curatoriali del progetto?
«La rassegna si svolge in un piccolo box progettato da Rune Ricciardelli per il foyer dei Cantieri Teatrali Koreja. In questi anni gli artisti lo hanno modificato con una serie di micro-personali e lavori site specific. Sono tutti giovani pugliesi e hanno espresso un tessuto vitale al quale si sono aggiunte le voci dei principali critici della nostra regione. La sfida era di portare l’arte contemporanea oltre gli spazi e le liturgie abituali e il pubblico sembra averlo apprezzato».
In questi anni ha avviato una mappatura molto definita del panorama pugliese, soprattutto di quello under 40, guardando a diverse esperienze. Per cosa si caratterizzerà la nuova edizione, che sarà inaugurata oggi con una personale di Paolo Ferrante?
«Questa sesta edizione presenta quattro autori molto diversi tra loro ma che si concentrano sui temi della memoria intesa nella sua dimensione personale, emotiva e sociale. Oltre a Paolo Ferrante ci saranno anche Gabriele Mauro, Jolanda Spagno e Patrizia Emma Scialpi».
La Puglia è sempre più meta e location di progetti legati al contemporaneo. Quali i punti di forza e quelli di debolezza di questa regione nel sistema dell’arte?
«Il punto di forza è sicuramente l’energia delle nuove generazioni e la loro capacità di essere artisti e operatori culturali con una prospettiva dinamica e progettuale. Gli investimenti pubblici e privati, anche se limitati, rappresentano un orizzonte confortante ma il punto di criticità resta la parcellizzazione del sistema e la difficoltà di trasformare in "buone pratiche” singoli episodi artisticamente significativi. Esiste poi un limite determinato da una geografia del decentramento, un limite che riguarda però solo le arti visive perché nel cinema d’autore e nella musica la nostra regione ha ormai una sua specifica riconoscibilità». (Lorenzo Madaro)
Nessun commento:
Posta un commento