I cento americani più “cool”, i quattro francesi di domani. E in Italia, chi potrebbe salire sul podio degli "eterni", e delle promesse?
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pubblicato domenica 9 febbraio 2014
"American Cool" è il titolo della mostra fotografica che attualmente è in scena alla National Portrait Gallery di Washington. Cosa si vede? Semplice: gli artisti statunitensi che hanno la storia, o meglio, che hanno dato con la loro opera una spinta "cool” alla cultura. Ci hanno messo 5 anni a stilare una lista gli organizzatori di questa grande "summa” del Made in USA, eppure in molti hanno storto il naso: perché dalle fotografie di Diane Arbus, Henri Cartier-Bresson, Robert Mapplethorpe e Annie Leibovitz, solo per citarne alcuni, mancano personaggi come Marilyn Monroe, Janis Joplin o Chet Baker. Il motivo? Non rappresentano secondo il museo la ribellione culturale in un determinato momento storico, non hanno messo a punto un patrimonio culturale riconosciuto con una durata di più di dieci anni, e non hanno caratteristiche iconiche. Discutibile o meno, passiamo al nostro campo: nella mostra gli artisti visivi a cui va il merito di aver portato arricchimento tale da essere considerati americani "immortali” sono quattro: Jackson Pollock, Georgia O'Keeffe, Andy Warhol e Jean Michel Basquiat.
Oggi invece, dall'altra parte dell'oceano, un altro Paese molto attento alla propria arte ha annunciato altrettanti 4 nomi che, bene o male, potremmo orecchiare in futuro senza ombra di dubbio. Stiamo parlando della Francia e del Prix Marcel Duchamp, che vede in finale Théo Mercier, Julien Prévieux, Florian e Michaël Quistrebert, ed Evariste Richer. Mentre insomma gli Stati Uniti non perdono la loro allure celebrativa, con nomi ormai "santificati”, nell'Europa in crisi si guarda al futuro più futuribile. E Italia? Le cose, nel caso di una qualsiasi top list, si complicherebbero parecchio. Da un lato gli immensi "cool” eterni: Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Caravaggio (si, andiamo di quattro in quattro anche qui), ma chi potrebbe esserci sul podio dei contemporanei? Quelli che attualmente battono record in asta, poveristi in primis, sdoganati di recente anche sul mercato degli Stati Uniti? Boetti, Mario Merz, Burri e Fontana? O, se vogliamo parlare di "grandi vecchi” ma ancora produttivi, Penone, Pistoletto, Kounellis e magari anche l'osannato Baruchello? Oppure bisogna tornare indietro ancora di un secolo, e pensare al Futurismo di Balla, Boccioni, o al grande mondo dei fratelli Alinari? Diteci la vostra! E vi lasciamo con la più spinosa delle domande: su chi puntereste tra la generazione di mezzo, quella per intenderci che oggi va dai 35 ai 50 anni?
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domenica 9 febbraio 2014
I cento americani più “cool”,
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