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pubblicato
mercoledì 7 novembre 2012
Il mio studio si muove a partire dalla convinzione che il legame tra arte e società civile sia imprescindibile (o debba esserlo) e da questa prospettiva osservo parallelamente i mutamenti sociali, il lavoro degli artisti e il loro approccio rispetto al contesto in cui vivono. Convinta che ognuno di noi possa e debba agire, io scelgo di resistere anche proponendo questo progetto, stimolata e sostenuta dai molti "atti di resistenza" che scorgo oltre la sfiducia ed il malessere diffusi. Lo sguardo sulle diverse reazioni nei vari Paesi, mi ha spinta a domandarmi come il singolo individuo e tutta la società civile possano sopravvivere al crollo delle basi su cui avevano costruito la propria esistenza, e su come resistano alle difficoltà quotidiane anche quando sono messi in discussione persino i diritti fondamentali. E mi sono domandata se gli artisti, attraverso il loro lavoro, ancora leggano e traducano realmente l'oggi con capacità critica e sensibilità verso le sue implicazioni future. Dove sono finiti gli spiriti arguti e taglienti che hanno ritratto il '900?
Dal 30 settembre 2012, infatti, ogni ventinove giorni – la
sera di plenilunio – viene inaugurata una mostra: un solo artista, una singola
opera. La relazione tra "il pretesto calendaristico" ed il tema è giustificata
dalle antiche credenze secondo cui con la luna piena si risvegliano le energie
del cosmo, segnando ogni volta una rinascita della natura e il picco delle forze
fisiche, mentali e spirituali. Dunque, l'occasione è propizia per affrontare il
tema della resistenza con l'obiettivo di creare un microambiente di riflessione
sul vivere d'oggi, in un luogo che pur non deputato all'arte, vi lascia spazio
in continuità con le gallerie che prima lo occupavano, esprimendo anch'esso, a
suo modo, una forma di resistenza, in un momento in cui purtroppo molte gallerie
chiudono.
Per questo ad aprire il ciclo è stata l'opera Acqua azzurra acqua chiara (2003) di Elvio Chiricozzi, che offre lo spunto per guardare in termini metaforici all'uomo contemporaneo, appena un adolescente con la voglia di affermare se stesso e combattere le regole ingiuste ma – come appunto un ragazzino senza esperienza – insicuro per la mancanza dei capisaldi del suo passato e del credo nelle ideologie che hanno guidato chi è venuto prima. Nei prossimi appuntamenti si affronteranno altri aspetti, la drammatica attualità segna tutta la rassegna, ma per resistere lasciamo pure spazio all'ironia, che aiuta a sostenere il peso della fatica. Così, dopo il "gioco" duro dell'ecuadoriana María Rosa Jijón – che sintetizzerà due contrapposte resistenze – e prima di futuri sviluppi, vedremo Iginio De Luca che mette in campo se stesso come vettore di resistenza, quasi un eroe contemporaneo, un po' Robin Hood un po' Peter Pan. Perché per poter resistere – e affrontare il nuovo anno e nuove lune – bisogna rinforzare le difese immunitarie. E talvolta un sorriso, seppure amaro, aiuta a combattere i mali di stagione. |
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sabato 10 novembre 2012
E per resistere. Ecco il suo racconto
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