lunedì 27 giugno 2011

Napoli e la monnezza.





A leggere i titoli degli articoli fin qui pubblicati sembra che a Napoli nessuno produca monnezza. Che è forse uno tsunami che di tanto in tanto si riversa su Napoli e la renda invivibile.




Ma i napoletani quanta mondezza producono e quali sono le zone che ne producono di più? Dopo aver letto tutti gli articoli pubblicati dai giornali locali, nazionali ed internazionali e aver ascoltato tutti i programmi televisivi che ne parlano, mi accorgo che nessuno ha analizzato il fenomeno fino a chiarirne l’aspetto endemico o periodico del suo manifestarsi.

Che in tanti anni le amministrazioni che si sono succedute non abbiano affrontato e risolto il problema in maniera definitiva è un dato di fatto, ma ci sarà pure una volta che si dovrà arrivare a soluzione!
Inceneritori si, inceneritori no. Sono diventati un dilemma insopportabile. Quando il Vesuvio aveva il pennacchio in quanto aveva il vizio del fumo, nessuno si lamentava. Nessuno ha pensato mai di metterci sopra un filtro, anzi quel pennacchio era l’attrazione principe, come il pino, la finestra di Marechiaro, Castel dell’Ovo, ecc.

La monnezza è una risorsa e potrebbe diventare una ricchezza per non sprecare la ricchezza che la produce solamente sotto quella forma che una volta lasciata per strada matura miasmi e insofferenze col rischio di ritornare a "vedi Napoli e poi muori" delle passate generazioni. Un inceneritore cosa guasterebbe ? Anzi due in quanto se se ne guasta uno e a Napoli può succedere, l’altro che sta bene in salute continua a bruciare la monnezza che va bruciata producendo energia da distribuire a tutta la città, eventualmente, con un prezzo più sopportabile di oggi.

Ci sono al nord e all’estero tante città che ne hanno adottato uno eliminandovi la monnezza non riciclabile recuperandone l’energia che il procedimento è in grado di produrre.
Ma la ricchezza per produrre monnezza i napoletano dove la reperiscono? Ma allora Napoli è una città derelitta o una città ricca ?

Quello della monnezza è un vezzo o è un grido d’allarme per attirare su di sé investimenti per poter  mettere la camorra alle corde e dare un posto fisso a chi lo desidera?

I disoccupati organizzati lavorano o non lavorano ? Forse sono quelli non organizzati ad essere i responsabili del fenomeno con i loro introiti in nero che sempre miseria è, ma serve a risolvere la giornata e a dare un futuro incerto a un continente di persone che si arrangiano e mangiano senza accorgersi di sprecare troppo con la filosofia della sopravvivenza che praticano tanto qualcuno ci penza per regnere ‘a panza ?

Niente è cambiato. In pochi giorni niente poteva cambiare. La tregua, se c'è stata, è finita. Tutto si propone come prima. Dobbiamo soltanto sperare che chi si è immolato non soccomba e, in ultimo, possa far rifiorire 'ncopp''a stu muntone 'e munnezza la nostra anima o la nostra coscienza.
                                                                 

 Gioacchino Ruocco





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