domenica 1 agosto 2021

Aveva dodici anni quando si tolse il tutù e si infilò i guantoni:

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"Sono vissuta nei vicoli di Torre Annunziata che non sono certo famosi per lo sport. Sono cresciuta con l'idea che la criminalità era la normalità. Poi, grazie al mio maestro, sono uscita da quei vicoli.
Ho capito che si poteva vivere in maniera diversa, c'era la legalità, il fare bene agli altri. Con il mio maestro andavo in città dove non si trovava un pezzo di carta per terra. Lui mi spiegava che anche gettando la sporcizia a terra facevo parte di un circolo vizioso e sbagliavo anche io. Il mio maestro è stata la mia forza
Aveva dodici anni quando si tolse il tutù e si infilò i guantoni: "Il pugilato era la passione di mia sorella ma questa passione, poi accompagnandola agli allenamenti, ho scoperto che era anche la mia. Sul ring ho trovato il mio mondo, il mondo in cui stavo bene.
Ho provato tutti gli sport, anche sport più femminili, dopo una settimana mi cacciavano. Se andavo a danza “ero una pazza”, se andavo a pattinare “ero una pazza”. Invece il pugilato mi calmava. Mi dava una pace interiore.
Mi sono abituata a fare i sacrifici fin da piccola. Stare lontana dalla mia famiglia è stato il più difficile. Ma anche oggi noi atleti abbiamo una vita molto disciplinata.
Da bambina con l'altro sesso non c'era distinzione. Nel quartiere tenevo testa ai maschi e così è stato anche quando sono cresciuta. Ancora c'è il pregiudizio sul fatto che una donna possa fare uno sport di combattimento".
Oggi Irma Testa è nella storia del pugilato femminile italiano dopo aver regalato una medaglia storica, un bronzo pesantissimo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, spazio al chiuso e testo
Pierluigi Fiorenza, Fervit Srl e altri 23.244
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