FCA chiede aiuto allo Stato: in arrivo prestito con garanzia SACE

La sede italiana del gruppo FCA vorrebbe accedere ai prestiti garantiti dallo Stato tramite SACE, ma la decisione fa discutere

C’è anche FCA Italy tra le aziende che potrebbero godere della garanzia statale sui prestiti bancari (tramite SACE) per far fronte alla crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria. La notizia è stata anticipata da Milano Finanza e poi ripresa dalle principali agenzia stampa nazionali e internazionali. E, anche se non ci sono conferme dirette da parte di SACE o della stessa FCA, pare che la pratica sia in una fase avanzata di valutazione.
E, viste le cifre che girano attorno a questa presunta richiesta, la notizia ha destato parecchio scalpore. Secondo le anticipazioni fornite dal quotidiano economico milanese, FCA Italy avrebbe chiesto il massimo consentito dal Dl Liquidità: il 25% del fatturato fatto registrare dalla società lo scorso anno. Tradotto in soldoni, 6.3 miliardi di euro di finanziamenti concessi da Intesa Sanpaolo e un pool di altre banche con lo Stato (attraverso il “braccio operativo” di SACE) che farebbe da garante per l’80% dell’ammontare. Ossia, nel caso in cui FCA Italy non fosse in grado di ripagare il debito, le casse dell’erario potrebbero essere costrette a restituire 5 miliardi di euro alle banche creditrici.

Prestito FCA garantito dallo Stato: cosa sappiamo sinora

Come detto, sulla faccenda vige il più assoluto riserbo dalle parti in causa (ossia, FCA Italy, Intesa Sanpaolo e SACE), ma stando alle fonti di Milano Finanza la richiesta di prestito dalla società del gruppo Exor sarebbe stata avanzata già alcune settimane fa e tutto farebbe supporre che potrebbe ricevere il nulla osta di SACE e governative. Inoltre, FCA otterrebbe anche una garanzia sull’80% del capitale richiesto anziché sul 70% in considerazione del suo carattere di interesse nazionale.
Nel caso il prestito venisse garantito, però, FCA Italy dovrebbe sottostare ad alcune condizioni imposte dall’Esecutivo. Prima di tutto, non dovrebbe erogare dividendi agli azionisti né per il prossimo anno (previsto da 1,1 miliardi) né per i prossimi anni. Inoltre, non potrebbe effettuare riacquisto di azioni proprie in un momento di andamento ribassista del mercato.
Secondo alcuni analisti, poi, la concessione del prestito con garanzia statale potrebbe avere ricadute anche sul progetto di fusione con i francesi di PSA, la cui definizione dovrebbe arrivare tra circa 12 mesi. Dagli accordi pre-pandemia, agli azionisti FCA sarebbe toccato un maxi-dividendo da 5,5 miliardi straordinario. Che, probabilmente, non potrebbe essere più erogato in caso di accesso al prestito da 6,3 miliardi.

Prestito FCA garantito dallo Stato, le critiche

Come accennato, la richiesta della branca italiana di Fiat Chrysler Automobiles ha immediatamente provocato una ridda di reazioni non esattamente positive. Anzi, tutt’altro. Al fianco dei tweet e post di vari esponenti politici (tra i quali si segnalano quelli di Orlando del PD e Fratoianni di Leu), si registra anche una dura presa di posizione da parte della CGIA di Mestre.
Sia il Coordinatore dell’Ufficio studi, sia il Segretario dell’Associazione che riunisce artigiani e piccole imprese usano parole piuttosto nette, nei confronti di questa ipotesi. “Speriamo – afferma il Coordinatore PaoloZabeo – che alla fine prevalga il buon senso. Sarebbe inaccettabile che un grande gruppo industriale che ha deciso, di spostare, legittimamente, la sede legale nei Paesi Bassi, chiedesse, con la controllata Fca Italy, un finanziamento avvalendosi delle garanzie pubbliche dello Stato che ha, invece, abbandonato. Sarebbe una cosa insopportabile che il Governo italiano non dovrebbe consentire”.
Dello stesso avviso il segretario Renato Mason: “Sarebbe opportuno che anche l’Italia, così come ha fatto la Francia, decidesse di escludere dai contributi statali le società con sedi nei Paesi che offrono una fiscalità di vantaggio”.