domenica 10 maggio 2020

9 Maggio, il ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato




9 Maggio, il ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato (VIDEO)

9 Maggio 2020 9:31

9 Maggio: giornata triste quella di oggi. Oggi si ricordano il leader Dc, Aldo Moro, Ministro degli Esteri nel nostro Paese fra il 1969 e il 1974, rapito dalle Br, ed il giovane siciliano, Peppino Impastato che si era ribellato alla mafia. Due grandi uomini accomunati da un destino crudele. Due uomini che in contesti del tutto differenti sono riusciti a lasciare un simbolo di speranza e un invito a lottare per le proprie idee.
Inoltre, per Aldo Moro, convinto europeista,  la data suona quasi beffarda se si considera che questo è anche il giorno in cui, in tutti gli Stati membri dell’Europa, si celebra la giornata dell’Europa, in ricordo della dichiarazione del 9 maggio 1950 del ministro degli esteri francese Robert Schuman, ritenuta convenzionalmente l’atto di nascita dell’Europa comunitaria.
Tornando ad oggi, data come tante per molti ma che ha lasciato un segno nella storia del Paese (e in me) perché ha  visto  scomparire due figure che ancora oggi sono ricordate con affetto e rimpianto, e cerchiamo di ripercorrerne la vita ricordando che erano due uomini straordinari che, nella odierna pochezza politica generale, sarebbero ora più che mai utili per quel cambiamento che tarda ad arrivare.
Inizio con il ricordo dell’ancora fumosa vicenda che ancora oggi circonda il caso non solo del rapimento di Aldo MORO ma anche del periodo e dei luoghi della sua detenzione e persino sul come, quando e da chi fu poi ritrovato il corpo in via Fani.

ALDO MORO fu rapito il 16 Marzo 1978 quando, dopo essere partito in auto con gli uomini della scorta, dal suo appartamento arrivò in via Mario Fani, una strada tranquilla di un quartiere residenziale della capitale, dove il corteo dovette fermarsi. Fu quello il momento nel quale un commando, composto da cinque uomini, si affiancò alle auto e aprì il fuoco uccidendo i cinque militari della scorta: due carabinieri e tre poliziotti. Moro, unico sopravvissuto alla strage, fu sequestrato.
Questa la ricostruzione del rapimento:
Poche ore dopo, con rivendicazioni contemporanee a Roma, Milano e Torino, le Brigate Rosse comunicarono l’impensabile: il gruppo terroristico aveva rapito il presidente della Democrazia Cristiana. Moro era nelle mani delle Br.
A quel punto, la notizia del rapimento si diffuse immediatamente attraverso tutti i mezzi di comunicazione. A seguire ricordiamo quella data riproponendovi il video del TG1 del 16 Marzo 1978 nel quale, un “freddo e compassato” Bruno Vespa snocciola la notizia del rapimento di Aldo Moro e, en passant, dell’omicidio dei cinque uomini della scorta:
Come si apprende dopo (o almeno così come ci dicono), Aldo Moro, per 55 giorni, è stato nascosto nel covo di via Montalcini finché le Br decisero di porre fine all’agonia.
L’annuncio della sua morte, con le indicazioni per ritrovarne il corpo, fu dato, dalle BR, con una telefonata fatta dal brigatista Valerio Morucci (poi dissociatosi dalla lotta armata) al professor Franco Tritto amico della famiglia Moro. Da notare la calma assoluta del brigatista, che si sforza anche di essere cordiale nel fare un simile annuncio, mentre si avvertono nelle parole del giurista dapprima stupore e diffidenza, infine disperazione e dolore. Un dialogo molto significativo in cui ogni parola e’ soppesata da ambo le parti e del quale qui vi riproponiamo la registrazione: CLICCA e ASCOLTA
Successivamente, come dalle indicazioni date, il corpo di Aldo Moro  venne trovato, forse dal generale Antonio Cornacchia, forse da altri, nel bagagliaio di una Renault 4.
Del ritrovamento vi riproponiamo l’intervista, e la testimonianza, fatta dalla 7 al Generale Cornacchia. Testimonianza, per altro, che costituisce in se un altro dei tanti misteri e delle tante contraddizioni che circondano il rapimento, l’uccisione e finanche il ritrovamento del corpo di Aldo Moro visto che anche su questo punto ci sono versioni ed analisi diverse e contrapposte (LEGGI)

Anche il Papa Paolo VI ebbe a lanciare strali sull’accaduto e non esitò ad esternare il suo pensiero e la sua condanna il successivo 13 maggio, quando officiò una solenne commemorazione funebre pubblica per la scomparsa dell’amico di sempre e alleato, a cui parteciparono le personalità politiche e che venne trasmessa in televisione.
A seguire vi riproponiamo proprio il video con le dure parole di Papa Paolo VI ai funerali di Stato di quell’uomo, Aldo Moro, che era stato suo amico e compagno di missione pastorale:
Questa cerimonia funebre venne celebrata senza il corpo dello statista per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo stato italiano poco o nulla avesse fatto per salvare la vita di Moro, rifiutando il funerale di stato e scegliendo di svolgere le esequie dello statista in forma privata.
Giuseppe Impastato detto “Peppino”, (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra. Milita nella nuova sinistra di Cinisi e rappresenta nei suoi pochi anni di vita una straordinaria figura della lotta contro la mafia. Fu assassinato 40 anni fa. Tra le sue raccolte di scritti si ricorda “Lunga è la notte”.
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Diventato protagonista della pellicola ” I cento passi ” di Marco Tullio Giordana “, è diventato simbolo per tanti giovani che come lui si rifiutano di cedere all’ambiente criminale in cui sono circondati.
Ognuno lo ricorda a modo suo, comprese quelle istituzioni che all’epoca lo lasciarono forse, troppo colpevolmente, solo.
Di Giuseppe Impastato vi riproponiamo un ricordo così come proposto in “La Storia siamo noi”:
Mentre nel suo piccolo paesino Peppino combatteva la sua battaglia contro la mafia, Aldo Moro era all’apice della sua carriera politica, leader della Dc, promotore del compromesso storico, ignaro dell’infausta fine che gli è spettata, rapito e ucciso brutalmente dalle Brigate Rosse che è ormai storia nei libri.
Anche in questo caso, come per Moro, le istituzioni ancora oggi sono accusate di aver fatto troppo poco, di aver lasciato Peppino da solo e di averlo fatto uccidere come avevano fatto morire Moro per non cedere al ricatto dei brigatisti, ed ancora oggi la verità su quei giorni così controversi sono ancora poco nitide.
(prima edizione nel 2014)

Nota.
Perchè non ricoradre anche i nomi  della scorta massacrata 
Fu quello il momento nel quale un commando, composto da cinque uomini, si affiancò alle auto e aprì il fuoco uccidendo i cinque militari della scorta: due carabinieri e tre poliziotti.
Le famiglie non vivono di lutti ma di ricordi e di esaltazione del proprio sacrifici 

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