domenica 11 marzo 2012

Appello all’Autorità garante per le comunicazioni



 

Tenuto conto che L'Autorità svolge una funzione attiva di controllo del mercato delle telecomunicazioni, vigilando che ai cittadini ed alle imprese sia garantito in primis:

il principio generale dell'art. 21 della Costituzione: affinché "tutti godano del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" e che "la stampa non venga ad essere soggetta ad autorizzazioni o censura",

potrebbe intervenire però per eliminare dalle reti televisive i processi giornalieri che vengono svolti con la scusa di fare informazione su casi sui quali la magistratura è ancora operante.

Nessuno vuole negare ai mezzi di informazione il loro ruolo, ma quello giudiziario spetta alla magistratura  non agli autori di trasmissioni televisive e ai conduttori che hanno preso l’abitudine di condannare sommariamente chi non torna utile al proprio prodotto.

Avvocati fatti a pezzi, indignazione diffusa che se non armano la mano, armano il pensiero istigando ad una giustizia sommaria il popolo televisivo meno provvisto di senso critico e tutto questo per fare ascolti anche nelle ore del pisolino quotidiano.

Inoltre in virtù di una intangibilità parlamentare i soggetti ospitati  approfittano per dissacrare le leggi morali e la tranquillità nazionale.


Roma 11 marzo 2012

1 commento:

  1. Finché le ragioni economiche prevarranno, ci sarà sempre qualcuno che sfrutterà i casi giudiziari per migliorare le proprie quotazioni sul mercato del giornalismo televisivo (avveniva anche nell'Ottocento con i casi giudiziari celebri, solo che allora non c'era la tv). Certo si potrebbe impedire la celebrazione di processi mediatici che precedono e disturbano il normale iter giudiziario, ma i giornalisti qualche altro modo per mostrare il proprio acume investigativo lo troverebbero comunque. Forse sarebbe più efficace l'eliminazione dell'auditel...

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