giovedì 17 settembre 2015

L'incuria degli uomini a Procida...

Polverosa e ingiallita, divorata dagli insetti e danneggiata dall’umidità. Procida prova a riprendersi la sua storia, dopo averla calpestata. Era finita in una cella del complesso carcerario di Terra Murata: un destino segnato, fogli che si sarebbero sgretolati. Fino a scomparire.
Ma ora per l’archivio storico comunale, che abbraccia anche il periodo pre-unitario e che dà traccia di tutti gli atti amministrativi (c’è spazio per delibere, matrimoni civili, elenco degli istituti di carità e persino per il singolare elenco dei nati in mare), si profila un tardivo ma opportuno recupero.  Ammassati negli scatoloni di cartone, con fogli volanti sparsi tra le celle del vecchio carcere (qui Alberto Sordi girò “Detenuto in attesa di giudizio”), i circa duecento volumi ad oggi ritrovati dovrebbero essere finalmente inventariati e rilegati. "E’ una testimonianza preziosa della nostra storia che rischiavamo di perdere", sottolinea l’assessore Antonio Carannante, che sta provvedendo alla prima fase del recupero insieme con la docente Raffaella Salvemini, storica, ricercatrice del Cnr di Napoli: "In un caldo pomeriggio di agosto, nel silenzio di Terra Murata, sembravamo due bimbi tra i giocattoli". Prima, l’archivio giaceva nel seminterrato del Municipio di Procida: da qui era stato in parte trasferito a Terra Murata per motivi tecnico-igienici. Ma nessuno si era premurato, nel farlo, di assicurarsi di inventariarlo, ordinarlo e soprattutto preservarlo da agenti atmosferici, muffe e insetti, tra cui il temibile “lepisma saccharina”, meglio noto come pesciolino d’argento, un vero e proprio incubo per il sapere di carta.  "Il grande timore – spiega Carannante – è che gran parte dell’archivio sia andato perduto: sarà opportuno verificare la sua integrità, auspicando che gli eventuali volumi mancanti siano altrove. Ma è nostra intenzione restaurare i volumi danneggiati e restituirli alla collettività". All’interno, scritto a mano con cura certosina, c’è del resto un pezzo consistente della storia dell’isola di Arturo: dal lontano 1806, anno della nascita del Comune di Procida (con gli atti del decurionato), al ventennio fascista, passando per l’unità d’Italia. Un’era in cui l’isola visse uno splendore senza precedenti, legato ai traffici marittimi: nel 1868 l’inaugurazione del nuovo porto, nel 1875 quella del cantiere navale, quindi la nascita dell’Istituto nautico. Nel 1885 la Marina di Procida era la quarta d’Italia per numero di navi. "Oggi – chiosa Carannante – recuperare quei volumi servirebbe a ritrovare il patrimonio immobiliare del Comune e ricostruire gli alberi genealogici delle storiche famiglie procidane". Rileggendo l’affascinante storia della piccola isola del Golfo di Napoli attraverso gli atti ufficiali. Salvati in extremis dal de profundis. (pasquale raicaldo)

 

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