IL DIBATTITO Iniziativa dei comitati mentre la Circoscrizione chiede uno stop più lungo
Via Carcano invasa dalle auto per fermare gli abusivi del suk
Chiesta la presenza della sindaca al consiglio aperto del 23 in corso Vercelli
Sospendere il Barattolo fino a quando non salterà fuori dal cilindro una nuova collocazione. È la richiesta della circoscrizione Sette che si è rivolta al Comune di Torino, chiedendo la presenza della sindaca Appendino ad un prossimo consiglio aperto con tema il futuro del mercato del libero scambio. La discussione si terrà il 23 ottobre alle 19.30 in corso Vercelli 15.
L’aggressione di domenica scorsa ai danni di un 51enne di Settimo Torinese, sgozzato da un nigeriano di 27 anni, ha convinto il presidente, Luca Deri, e il capogruppo del Pd, Beppe Cammarata, a farsi carico di un’importante richiesta. «In questi mesi abbiamo più volte interpellato la Città sulla questione sicurezza – spiegano Deri e Cammarata-. In particolare dopo l’episodio dell’ambulanza, rimasta bloccata in via Carcano. Nel tentativo di soccorrere una donna. Ora che ci è scappato anche il morto la faccenda si fa decisamente seria».
Alla Sette non è andata giù nemmeno la scelta di far proseguire le attività del mercato, nonostante la morte di un uomo. «È stata una mancanza di buon senso – proseguono Deri e Cammarata -. L’ennesima, oseremmo dire. A questo punto il Barattolo non deve più mettere piede in via Carcano».
Il rischio, ora, è legato alle occupazioni abusive. Sia in via Carcano sia in San Pietro in Vincoli. Fattore che ha avrebbe già convinto residenti e commercianti a studiare un’occupazione del parcheggio, nei pressi di corso Ciriè, con le auto. Per impedire l’accesso di qualche venditore. Problema sollevato anche dai comitati e dalle associazioni che gravitano attorno a Porta Palazzo. «Temiamo l’arrivo degli abusivi – spiega la presidente, Adriana Romeo -. Con il ritorno del suk e rituali che ben conosciamo: vendita di prodotti alimentari e non, merci dalla dubbia provenienza derivati da ricettazione e legati alla contraffazione». Nell’attesa che la Città sciolga i dubbi sul futuro di un mercato che nessuno sembra volere.
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