La Corte di giustizia europea chiamata a pronunciarsi sul caso di Hassan El Dridi, condannato dal tribunale di Trento ad 1 anno per mancato rispetto di un ordine di espulsione, ha respinto l’introduzione nel diritto italiano del reato di immigrazione clandestina per il quale è prevista la reclusione affermando che “una sanzione penale della clandestinità così come stabilita nella legislazione italiana può pregiudicare l’obiettivo di stabilire una politica di rimpatrio che sia rispettosa dei diritti fondamentali“.
In più, la Corte ha ritenuto di dover “escludere qualsiasi disposizione contraria alla direttiva e alle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri”.
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