sabato 23 aprile 2011

Domani è Pasqua

Pasta al ragù


Si dice Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, ma domani ho ospiti.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato dei dolci napoletani in quanto napoletano, ma domani gli ospiti non mi permetteranno di preparare quello che piace a me.

Cucinerò l'agnello al forno con un contorno di patate arrosto e poi verdure indorate e fritte, peperoni, melanzane, zucchine e ancora una "fellata di formaggi e salame," qualche bocconcino se riuscirò a trovare ancora qualcuno e per primo gnocchi al sugo o spaghetti alle vongole.

Il cielo grigio di oggi non mi mette di buon umore e il fatto di svegliarmi troppo presto al mattino mi sta facendo odiare il pomeriggio che mi vede sbadigliare in continuazione e soffrire di crampi alle gambe.

Sopravviverò anche domani. Spero soltanto di non stramangiare. Negli ultimi 15 giorni sono riuscito a  perdere  i chili che avevo ripreso a Natale.

Ho imparato a mangiare quello che basta, ma davanti alla pasta non riesco ancora a trattenermi, però ho ridotto notevolmente il numero dei giorni in cui la mangio.

Mi ha aiutato molto la dieta per contrastare la formazione dell'acido urico: seguendola ho imparato ad evitare tante situazioni che, nel tempo, mi hanno portato due volte a soffrire di gotta. Adesso va meglio. La dieta l'ho rintracciata sempre su Internet, ma prima di adottarla ho chiesto il parere del medico che comunque mi ha consigliato di non sovraccaricarmi ma di mangiare poco ma spesso.

Curiosando qua  e là e nel blog della mia carissima amica, da consigliare vedo che 'è ben poco. Domani sarà la varietà e la tradizione a farla da padrona.

"Il napoletano, nonostante la crisi,
non rinuncia alle proprie tradizioni''

Come primo piatto ziti conditi col ragù  d'o guardaporta'  o il classico brodino.

Come secondo invece la scelta può ricadere sull'agnello, sul pollo o sul capretto ricoperto da piselli e patate al forno.

Qualche fritto di pesce per chi non sa farne a meno con insalata incappucciata o na pepata di cozze accompagnata da un bicchiere di falanchina o greco di Tufo.

Per finire la classica fetta di pastiera i cui  ingredienti, simbolo dell'abbondanza della terra, secondo la tradizione, si dice che furono do nati ai napoletani, allora ancora partenopei, e alla sirena Partenope da sette fanciulle espressione felice della natura.

Per finire, ma senza esagerare un bel bicchierino di limongello gelato e na tazza 'e cafè comme dich'io.



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