«Cromo, amianto e solventi nella falda». Una bomba ecologica alla ex Altissimo
I risultati dell’ultima analisi di rischio ambientale e sanitario fatta con l’Arpa
L’area dell’ex Altissimo è intrisa di cromo e le acque di falda sotterranee sono colme di metalli e solventi.
Senza contare l’amianto presente all’interno del capannone e su cui si dovrà adempiere ad un aggiornamento della valutazione del rischio ambientale, sul potenziale rischio delle fibre che possono essere state disperse nell’aria.
Il tutto a protezione della salute umana. Sono i capisaldi dell’ultima analisi di rischio ambientale e sanitario su cui ha lavorato anche l’Arpa e che fotografa una situazione assai critica per una delle aree dismesse più “famose” della città, l’Altissimo di strada Genova.
Il programma di controllo ambientale arriva circa quindici giorni dopo un piano di recupero presentato in Comune per la riqualificazione dell’area: «I privati – spiega il sindaco, Paolo Montagna -, hanno proposto un progetto dove viene proposto un polo commerciale- terziario». Da qui l’obbligatorietà a procedere per capire lo stato di inquinamento del sito, che è risultato essere assai grave.
L’idea di costruire un altro supermercato o comunque un parco commerciale resta solamente, per ora, un’ipotesi promossa dai privati. Anche perché lunedì 21 ci sarà un’importante commissione urbanistica, dove il sindaco presenterà il progetto delle linee guida unitarie per il recupero delle varie aree dismesse della città.
Dopo la bocciatura del piano di recupero dell’ex Dea, il tema urbanistico va gestito con le pinze. Ma intanto si sanno quali siano le condizioni dell’area ex Altissimo.
Nella relazione conclusiva dell’Arpa si legge, tra le altre cose, che «le concentrazioni registrate in corrispondenza della parte centrale dello stabilimento per il cromo, sono nettamente superiori a quelle registrate nelle precedenti campagne, superando di oltre un ordine di grandezza le concentrazioni si soglie di contaminazione previste dalla normativa».
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