sabato 20 maggio 2017

respinge il ricorso di Berlusconi sull'assegno di separazione: resta 2 milioni al mese

La Cassazione respinge il ricorso di Berlusconi sull'assegno di separazione: resta 2 milioni al mese

La Cassazione respinge il ricorso di Berlusconi sull'assegno di separazione: resta 2 milioni al mese
Berlusconi e Lario ai tempi del matrimonio (ansa)
La motivazione: "E' uno degli uomini più ricchi al mondo, suo reddito medio annuo tra il 2006 e il 2010 era di 53 milioni di euro". Lui per il 2012 ne ha dichiarati 4,5. La sentenza si riferisce al periodo in cui l'ex premier e Veronica Lario non erano ancora divorziati
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ROMA - Silvio Berlusconi "è uno degli uomini più ricchi del mondo" ed è "rilevante" la disparità dei suoi redditi rispetto a quelli della moglie Veronica Lario: per questo la Cassazione ha confermato l'assegno di due milioni di euro al mese in favore della Lario.

Berlusconi e i 53 milioni annui. I supremi giudici hanno respinto il ricorso del leader di Forza Italia contro il maxiassegno, rilevando che la separazione "non elide la permanenza del vincolo coniugale" e il dovere di assistenza garantendo il precedente tenore di vita. La prima sezione civile, dunque, conferma la sentenza della Corte d'appello di Milano che nel 2014 aveva fatto scendere da tre milioni (a tanto ammontava la cifra stabilita nella sentenza di separazione) a due milioni di euro al mese l'assegno mensile. Facendo i conti in tasca all'ex premier, la Cassazione ha calcolato "in 53 milioni di euro il reddito medio annuo di Berlusconi, sulla base della dichiarazione dei redditi presentata tra il 2006 e il 2010". I giudici esprimono "un giudizio di inattendibilità in merito tanto all'ultimo reddito dichiarato, anno 2012, di 4 milioni e mezzo di euro, quanto in ordine alla dedotta riduzione del valore del gruppo Fininvest".

Nel 2014 il divorzio senza l'accordo economico

"Non provato il decremento dei redditi". La Cassazione ha dunque dichiarato "infondata" la tesi che Berlusconi - secondo quanto sostenuto dai suoi legali - abbia subito "un decremento dei redditi" dovuto alla "crisi mondiale". La consistenza patrimoniale dell'ex Cavaliere, specificano i supremi giudici, seppur con varie oscillazioni, lo colloca, nel periodo della causa di separazione, cioè tra il 2010 e il 2014, "fra gli uomini più ricchi al mondo, tenuto conto delle partecipazioni azionarie e delle proprietà di prestigiose ville".

Separazione/divorzio, diversi doveri. La sentenza Lario-Berlusconi, in apparenza, sembra contraddire la decisione di pochi giorni fa, sempre della Cassazione, che stabiliva che era "l'autosufficienza" e non il "tenore di vita" il parametro su cui misurare l'assegno. In realtà diverso è il ragionamento a seconda che ci si occupi di divorzio o di separazione. Nel caso di qualche giorno fa - il caso Grilli - infatti, si discuteva di divorzio, quando "cessano" i doveri di solidarietà coniugale. I giudici del caso Lario-Berlusconi, invece, si sono occupati anche del periodo in cui i due (che ora sono divorziati) erano ancora separati. Nella separazione, specificano i magistrati, l'ex coniuge
 più facoltoso "ha ancora il dovere di garantire al partner separato lo stesso tenore di vita del matrimonio".

Anni di battaglia giudiziaria. Quella tra Berlusconi e Lario è una vera e propria battaglia giudiziaria, questo in Cassazione è solo l'ultimo round di una serie di ricorsi incrociati che hanno coinvolto il tribunale di Milano e anche quello di Monza davanti al quale il 18 febbraio 2014 è stato sancito il divorzio

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