Ma chi sono i poteri forti?
Giornalista e scrittore
I
poteri forti chi sono? Avrete notato che la domanda è formulata in modo strano.
Avrei dovuto dire “che cosa sono”. Ma la prima riflessione mi porta a dire che
non possono essere altro che persone, sia pure inserite (agenti o agite) in
organizzazioni abbastanza grandi da contare e pesare. Mi sembra che il solo
modo possibile per cercare e offrire una definizione sia seguire le persone,
certe persone. Ci deve pur essere al mondo una scala di comando.
Evidentemente quella di cui stiamo parlando si situa al di fuori della
democrazia. Se fosse all’interno, in questo Paese o in un altro
qualcuno l’avrebbe votato, dunque conosciuto e riconosciuto.
Oltre
che essere fuori dalla democrazia, un potere forte deve essere anche sopra la
democrazia. Altrimenti non si capirebbe la condizione di ansia e timore che
sembra coinvolgere tutti i governi. Praticamente ognuno di essi comunica la
paura di una nuova incursione che potrebbe sconvolgere
l’ordine trovato o l’ordine ristabilito dopo una fase di emergenza. Di questa
emergenza si vorrebbe sempre dire (o meglio, capisci che i capi di Stato e di
governo vorrebbero dire) che il peggio è alle spalle. Ma, dopo alcune frustrate
prove di ottimismo, non ci provano più. Trovano più serio mettere paura perché
è un atteggiamento più credibile. Nel senso che se le cose vanno peggio,
l’avevi detto.
Se vanno meglio, il merito è più grande. Resta il
rischio di menar vanto, come è accaduto in Italia quando è sceso per un istante
il famoso e temuto “spread” che divide il valore dei debiti italiani da quelli
tedeschi. Per capire quanto sia seria la sindrome o malattia o “pericolo di
contagio” basterà ricordare due fatti.
Il primo è l’invocazione che il presidente degli Stati
Uniti rivolge a Italia, Francia e Germania affichè non lascino
cadere la Grecia. Segue l’elenco degli altri Paesi che si sfarinerebbero, dopo
la Grecia, fino all’Italia. Segue la osservazione, scaramantica ma anche
realistica, che a questo punto cadrebbero tutti. E infatti ecco la ragione
della invocazione del presidente Usa. Sente, nel caso dei crolli a catena, il
rumore di rovina che si avvicina al suo Paese, il famoso Paese-padrone celebre,
un tempo, per la definizione di “imperialista”. Adesso se dite che la potenza
America controlla i poteri forti, dovete prima spiegare come mai non può fare
il miracolo per se stessa.
Ma a questo punto dobbiamo confrontarci con la parola “contagio”di
uso ormai quotidiano. Vuol dire che il mio crollo può provocare il tuo e così
via, esattamente come una epidemia? Epidemia di che cosa? Forse si può definire
così: anemia finanziaria, un violento e improvviso abbassamento di
risorse per far fronte ai problemi, sia i più vecchi (il welfare ) sia i più
nuovi, ovvero la connessione mondiale della immensa tubatura che congiunge e
raggiunge ogni angolo del mondo, portando e togliendo masse di ricchezza, senza
regole o verifiche che nessuno ha mai chiesto o dato o voluto o consentito o
capito (tranne i folli giovani detti un tempo “no global”, oggi “occupy”).
Ricordate il film “Matrix”? I gestori (meglio
chiamarli così che “poteri”) riuscivano a mostrare ai cittadini una realtà
grandiosa tutta luci e benessere. Un gruppo di rivoltosi, dotati di tecnologia
ancora più avanzata, erano in grado di mostrare il vero stato delle cose:
desolazione e distruzione. Una sorta di profezia? Così anche “Cosmopolis” di Cronenberg, però
più recente e preciso. Lungo il percorso di immense ricchezze che si accumulano
senza esito e senza scopo, salvo che per un malato amore di gioco, e che
si sciolgono senza depositare alcun risultato, sono in fila, come bare, (trovo
la definizione in una nota critica di Davide Nota) le limousine bianche di un
grande funerale che neppure i disordini e le rivolte possono fermare. Ma i
poteri forti?
Chi non ne può più va a stanare, nei cosidetti
“palazzi del potere”, tutti coloro che finora, con più o meno lustro, hanno
cercato di vivere vicino al potere. Spingono in strada le “caste”
di un numero non ancora definito di livelli, amministrazioni, funzioni,
assemblee e compensi. Sono tutti percorsi ciechi. C’è molto spreco ma non c’è
potere, niente che possa far luce su ciò che sta accadendo o sul modo di far
finire l’emergenza che sta portando danni a tutti e timore di “contagio” anche
ai grandi governi.
Allora vengono in mente alcune celebri
organizzazioni mondiali che includono, a differenza delle “caste”,
nomi illustri e potentissimi, capaci di far girare il mondo nel verso
voluto. Si ripetono i nomi di Buildenberg e della Trilateral Commission. Ma
anche senza avere letto i libri di Umberto Eco sui complotti (l’ultimo, “Il
cimitero di Praga”, dimostra, usando, nel racconto, esclusivamente documenti
veri, che non sai mai se e quando raggiungi il fondo di qualcosa che è
veramente la causa di ciò che è accaduto) ti viene in mente che persino la P2,
nel suo piccolo, aveva liste segrete, scoperte solo quando Gelli ha voluto
che si scoprissero. Invece Buildenberg e Trilateral hanno
sempre pubblicato l’elenco (completo di nomi e funzioni), dei partecipanti. I
potentissimi comprendevano anche il consorte della Regina d’Olanda, a un certo
punto indagato per corruzione. E la Trilateral ha avuto, fra i partecipanti,
l’intero gruppo direttivo di Lehman Brothers, prima del crollo. Si tratta certo
di “poteri più forti” di altri , però non al punto da scampare indagini
giudiziarie e il fallimento, pubblico e non proprio onorevole, delle imprese
partecipanti. Ma forse conta di più la domanda: quale potere in grado di
disporre dei destini del mondo pubblicherebbe i nomi dei soci e consoci del
progetto di dominio? È mai accaduto?
Ci sono dunque due percorsi, che restano aperti alla
fine di questa riflessione. Il primo ci dice di una forza molto grande, molto
segreta, molto profonda, molto lontana da verifiche indiscrete, capace di
restare segreta in questo periodo della storia. La seconda è che chi era alla
guida dell’autobus globale, illuso o esaltato dalla prima
sperimentazione nella Storia del grande evento, ha perso il controllo,
provocando incidenti a catena in cui sono coinvolti tutti, poteri forti, mezzi
poteri, poteri deboli. Non so quale delle due risposte sia più drammatica.
La prima: i “poteri forti” ci sono ma non li
troveremo, non adesso. Non ne abbiamo alcuna idea o alcun contatto. Come Dio,
non si mostreranno. La seconda: i poteri forti son un incidente di laboratorio,
un virus fuggito dalle banche. E si sta ancora, affannosamente, cercando
l’antidoto. Intanto circolano imbroglioni e Dulcamara. E anche dottori in buona
fede, però a mani vuote.
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