La cena non è servita: Tav, Cassino rivendica la stazione
Cassino prende posizione sulla stazione Tav a Ferentino. Ma prima inizia il lavoro per capitalizzare le fermate dei Frecciarossa che ci saranno dalle prossime settimane in città. A differenza di Frosinone si punta su pendolari e studenti. E grandi eventi culturali. La stazione? Cassino punta ad una soluzione che tenga tutto in piedi. Ecco come.
Il primo treno Frecciarossa fermerà a Cassino e Frosinone nelle prossime settimane. Lo farà ogni mattina. Ma solo per alcuni mesi: poi Ferrovie dello Stato verificherà se c’è davvero tutto questo traffico di viaggiatori dalla Ciociaria. E deciderà se tenere le fermate. A Frosinone il sindaco Nicola Ottaviani ha già costituito un Consorzio: per vendere il territorio: trasformare la sua città nell’alternativa vivibile a due passi da Roma. A Cassino invece ci si è concentrati su una discussione che nulla c’entra con le fermate: vogliono anche la stazione e protestano perché Ferrovie prevede di farla tra Ferentino e Supino. (leggi qui Cassino chiacchiera e Frosinone fa gli affari e leggi anche qui La sfida di Pasquale Ciacciarelli alla Lega).
Danilo Grossi è l’assessore che a Cassino si è sempre occupato dei grandi progetti e dei grandi eventi. È sicuro: “Quando a metà giugno arriveranno i primi treni TAV a Cassino ci faremo trovare pronti; sono settimane che stiamo lavorando per questo”.
E quindi anche Cassino si sta muovendo come ha fatto il sindaco Ottaviani a Frosinone?
Forse con meno clamore ma con risultati molto interessanti e concreti. Cassino mostrerà il meglio di sé in una occasione unica per il territorio. È già da qualche settimana che l’assessore al Turismo Concetta Tamburrini sta predisponendo insieme agli operatori turistici del territorio una serie di progetti e di pacchetti legati al Turismo. Quelli specificatamente proposti per gli utenti TAV saranno presentati la prossima settimana e siamo sicuri che grazie alla collaborazione della Regione Lazio, riusciremo a promuovere questi pacchetti nelle grandi città. Allo stesso modo stiamo predisponendo una serie di grandi eventi a partire da questa estate per tutti i turisti ed in particolare per coloro che giungeranno a Cassino grazie al Treno TAV.
Si è parlato poco della fermata TAV a Cassino, anzi quasi è stata vissuta come una sconfitta.
Assolutamente no. Già dal primo istante il sindaco Enzo Salera ha annunciato quello che è un risultato storico per il territorio, l’arrivo del treno TAV nella stazione di Cassino. Poi naturalmente il dibattito si è spostato sulla stazione e alcuni hanno perso di vista quello che, al di là del libro dei sogni futuro, è oggi un risultato concreto per la città e per il territorio.
Quindi ha sbagliato Salera a raccogliere le istanze delle opposizioni e degli altri sindaci della Consulta, che chiedevano un vertice per sostenere la realizzazione della nuova stazione a Cassino?
Salera ha fatto benissimo, perché la scelta della stazione a Ferentino è una scelta sbagliata strategicamente, geograficamente ed economicamente parlando. Non ha senso una stazione a pochi minuti da Roma, quando invece nel basso Lazio si raccoglierebbe, da studi effettuati, un bacino ben diverso di cittadini e turisti. Salera ha raccolto il grido del territorio ed ha fatto bene a farsene portavoce, anche perché ad oggi non c’è ancora nessun atto ufficiale su Ferentino.
La soluzione è nella Commissione Grandi Opere del Comune di Cassino, quindi?
Ogni organo che lavorerà per fornire contenuti e dibattito positivo è importante; l’unica cosa che dobbiamo evitare è che le commissioni si trasformino in Comitati e poi i Comitati cominciano a raccogliere firme e senza accorgersene diventano Società a partecipazione pubblica in attesa di fantomatici progetti futuri, come è già avvenuto più volte in questa Provincia. Di carrozzoni che hanno solo pagato stipendi a presidenti e consigli di amministrazione, senza realizzare nulla e lasciando solo debiti, ne abbiamo visti abbastanza.
Siccome a fare queste proposte sono le stesse persone e le stesse aree politiche che imperversano da almeno 20 anni, è bene fare attenzione alle evoluzioni di strutture che partono con i migliori presupposti ma nascondono poi altre ambizioni.
Quindi anche lei è contrario alla Stazione a Ferentino.
La scelta della stazione a Ferentino è sbagliata e nessuno ci potrà convincere del contrario, nemmeno il Presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli, che stimo per il grande lavoro di raccordo tra imprese e politica che fa da anni sul nostro territorio, ma che su questa scelta non mi trova d’accordo. Penso d’altro canto, che anche la Stazione a Roccasecca sia sbagliata, sia da un punto di vista strategico che economico, al pari di Ferentino. (Leggi qui Pigliacelli a cena con i sindaci: “Mario paladino della Tav? Ma mi faccia il piacere”).
L’idea di fare mezzora di traffico sulla Casilina per raggiungere la stazione Tav a Roccasecca da Cassino, e ancor di più dal Molise, dalla Provincia di Latina o dall’alto casertano ci riporta allo stesso motivo per cui non ha senso la stazione a Ferentino, realmente una mancanza di utenza.
No alla stazione a Ferentino e nemmeno a Roccasecca, quindi. E allora quale è la soluzione?
Il dibattito in queste settimane è stato indirizzato su due direzioni, entrambe errate secondo il mio parere. La prima ha previsto una rivendicazione territoriale che viene da lontano, tra il sud della Provincia che spesso si è sentita defraudata contro l’area nord; l’altro motivo è la contrapposizione politica tra centrodestra insieme ad una frangia di amministratori di centrosinistra, che sono contro la gestione politica di Buschini-DeAngelis-Battisti.
Il dibattito è stato drogato da queste posizioni da tifoseria. Pochissimi hanno invece pensato agli utenti. Che cosa vogliono? Quale può essere davvero un progetto che può essere vincente per turisti e fruitori della Tav?
Gli utenti cosa vogliono?
Io penso che le esigenze fondamentali siano due: velocità del viaggio e servizi nelle stazioni di arrivo. Per quanto riguarda il primo aspetto, già tra qualche giorno un grande risultato si è raggiunto. Da Cassino grazie alla TAV con mezzora riusciremo ad essere a Napoli, nel centro di Napoli. Un elemento che pochissimi hanno considerato ma che ritengo di grande importanza, visto che fino ad oggi i collegamenti in treno tra Cassino e Napoli erano lunghi e complessi. Quindi un bacino di utenza ampio, fatto di milioni di persone avranno un viaggio diretto e veloce verso Cassino; è un pubblico che possiamo conquistare; inoltre si apre un servizio importante anche per coloro che studiano o lavorano nella nostra Università.
Per Roma non vale lo stesso discorso?
Chiaramente per Roma non vale lo stesso discorso e, anche se un importante abbattimento c’è stato, non è ancora soddisfacente e dobbiamo lavorare proprio per fare in modo che si possa rientrare subito sulla linea TAV senza quindi fare il viaggio sulla linea lenta fino a Frosinone e poi Sgurgola. L’obiettivo con la TAV deve essere 30 minuti da Napoli, 40 minuti da Roma. E dalla stazione di Cassino.
Dalla stazione di Cassino in che senso?
Dobbiamo evitare di costruire cattedrali nel deserto, investendo denaro pubblico in luoghi dove non sarà possibile creare servizi, dove non è possibile avere collegamenti stradali adeguati o scambio su treni regionali: sarebbero progetti senza futuro. A Cassino abbiamo la fortuna di avere una stazione ferroviaria al centro della città, tecnicamente pronta, collegata con l’Abbazia di Montecassino famosa in tutta il mondo, con un importante Tribunale, con l’Università e gli Ospedali. E come avviene nelle grandi città, dove la TAV arriva al centro, se riuscissimo in questo progetto si raggiungerebbe il vero sviluppo e il servizio che gli utenti richiedono.
Non stiamo parlando di un libro dei sogni. Siamo ad un passo dal completare questo progetto, visto che il 50% è già stato realizzato con lo scambio del treno TAV che da San Vittore porterà il TAV a Cassino, non tra 10 anni, ma tra qualche giorno. Realizzando la stessa cosa a Cassino Nord potremmo avere il collegamento con Roma a 40 minuti, senza perdere inutilmente minuti sulla linea regionale.
In pratica, sarebbe come avere non una ma due nuove stazioni: il treno uscirebbe a San Vittore, si fermerebbe nella attuale stazione di Cassino che però verrebbe ingrandita, rimodernata, resa di fatto una nuova stazione per il traffico Tav. In questo modo non perderemmo il valore aggiunto dato dal fatto di avere la stazione in centro. Poi il treno si reimmetterebbe nella linea veloce, fermandosi a Ferentino. Così risparmieremmo tempo ed avremmo due stazioni.
E così avremo lo sviluppo non solo per la città, ma per tutto il territorio del basso Lazio, del Golfo di Gaeta, del Molise, della Valle di Comino e del Sorano oltre che l’alto Casertano. L’obiettivo dovrà essere quello poi di aumentare almeno fino a sei treni TAV giornalieri che possano fermare a Cassino coprendo tutte le fasce di orario. In questo senso è fondamentale impostare un rapporto ancora più importante con Trenitalia.
Questa soluzione troverebbe una disponibilità del territorio?
Se la volontà è quella di offrire lo sviluppo non si può che essere d’accordo con questa soluzione. Se invece si vuole continuare a fare solo strumentalizzazioni politiche contro Salera da un lato o Zingaretti dall’altro, sicuramente si troverà il modo per creare polemiche anche in questo caso. Naturalmente stiamo parlando di una idea che dovrebbe essere supportata da un progetto adeguato. E in questo fondamentale dovrà essere il ruolo dell’Università degli Studi di Cassino e del Cosilam.
A proposito il Cosilam proprio in questi giorni ha approvato il bilancio. Come giudica il lavoro del Consorzio in questi primi mesi?
Il presidente Marco Delle Cese sta dimostrando grande capacità e visione. Sia nei rapporti con i comuni che nella ricerca di risposte concrete alle tante problematiche che abbiamo di fronte. Il bilancio in attivo è intanto una grande notizia raggiunta risparmiando e premiando personale interno invece che sperperare risorse in consulenze e incarichi che costavano alla collettività tanti soldi, al contrario di quanto è avvenuto nel passato, anche più recente.
Per la prima volta nella sua storia c’è una visione chiara e netta sulla possibilità dello sviluppo legata alla economia circolare e la riconversione industriale in senso ambientale, come da tempo abbiamo ripetuto a Cassino, ma pienamente in linea con la strategia della nuova programmazione europea del Green Deal. Oggi una Green Valley a Cassino e nel Lazio Meridionale è non solo un sogno di ambientalisti o di imprenditori illuminati, ma sta diventando realtà, con una visione di sistema.
Proprio giovedì 4 giugno ne parleremo in un incontro organizzato dal Movimento POP, insieme al vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori, al Consigliere regionale Marta Bonafoni, all’imprenditore Francesco Borgomeo ed altri ospiti presentando le nuove liee del Laziolab. Non ci facciamo spaventare dalla crisi ma dobbiamo avere forza e capacità di aggredire il futuro.
Per realizzare questi obiettivi ci vuole grande forza politica e di relazioni. Riuscirà Cassino, in una situazione come questa ad invertire la tendenza o sarà succube di scelte prese da altri?
Il lavoro di mediazione che Enzo Salera sta facendo, contrariamente a quanto molti pensavano, è fondamentale. L’opera di raccordo con i sindaci del Cassinate con cui è continuamente in contatto porta sempre di più Cassino ad essere non solo una importante città ma inevitabilmente il centro di un’area vasta. Ma anche internamente l’azione politica del sindaco è molto concreta e di lungo raggio, basta guardare gli ultimi consigli comunali. La maggioranza che appoggia il sindaco è strutturata, forte e coesa e avrebbe potuto approvare a maggioranza qualsiasi proposta, ma si è lavorato fino allo sfinimento per raggiungere l’unanimità o quasi, in ogni votazione; i consigli comunali sono così durati infatti oltre 8 ore, approvando progetti importanti per lo sviluppo culturale ed economico del territorio.
Stiamo dimostrando che se si vogliono portare proposte per lo sviluppo della città le porte sono aperte a tutti, qualcuno lo ha capito. Altri puntano invece solo sul facile populismo: ce ne faremo una ragione.
Una cosa però è chiara e se ne stanno accorgendo tutti: Salera e tutta la sua squadra non prende ordini da nessuno. I cittadini hanno scelto questa squadra per la capacità, la coesione e l’indipendenza nelle scelte. Non avevamo padroni politici durante la campagna elettorale e abbiamo lottato anche contro una parte del centrosinistra. Nonostante ciò all’inizio del nostro mandato abbiamo mostrato rispetto per tutti, in particolare per coloro che hanno ruoli strategici per la crescita del nostro territorio. Lo stesso rispetto che chiediamo nel momento in cui vengono effettuate scelte decisive per Cassino ed il Lazio Meridionale.
Ma sono sicuro che con il contributo di tutti verranno raggiunti grandi risultati, nonostante la crisi economica e sociale che ci apprestiamo a vivere.
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