È fuori da venerdì 22 maggio Psicoterapia, il primo progetto ufficiale di Marvin, realizzato in collaborazione col produttore Pitto Stail per Thinkgood Music. L’artista dell’hinterland milanese ha pubblicato un EP di 6 brani che disegnano un viaggio all’interno delle sue emozioni e dei suoi istinti più puri. Rap e rock si uniscono perfettamente grazie al lavoro di Pitto e dei musicisti che compongono il team dell’artista, regalando a Marvin un tappeto sonoro coerente con il suo mondo tutt’altro che convenzionale. Abbiamo così deciso di farci due chiacchiere per comprendere meglio la sua musica e la sua forte esigenza comunicativa.
Psicoterapia è il titolo dell’EP e del brano di apertura. Da cosa deriva questa scelta?
La scelta deriva da un bisogno psicoterapico, in primis personale, che ho dovuto costruire a mio modo, unito al desiderio di riuscire a trasmettere agli altri questa capacità. La psicoterapia non dev’essere per forza eseguita da qualcun altro, magari con l’obiettivo di alimentare l’economia delle industrie farmaceutiche e dichiarare l’implausibile come un caso certificato.
Da Psicoterapia emergono influenze e approcci musicali differenti. Qual è il tuo background musicale e quali artisti pensi ti abbiano influenzato maggiormente nella tua crescita artistica?
Quand’ero piccolo mio padre collezionava vinili di ogni genere. Ero talmente piccolo che, quando rimanevo da solo, li ascoltavo fino alla fine e dopo li rompevo. Mia madre era molto soul negli ascolti. Entrambi ascoltavano soprattutto musica estera, mentre per quanto riguarda l’italiana, solo quella di nicchia. Ad oggi sono decisamente affascinato da Kurt Cobain, ma ascolto davvero ogni genere musicale, sia attuale che retrò. Sfruttando questa cosa, cerco di essere sempre diverso da tutto, anche da ciò che veramente mi piace, cercando di farlo piacere a me stesso e agli altri. Spesso, poi, faccio lunghi periodi senza riuscire letteralmente ad ascoltare musica, perché ho troppe cose per la testa.
Il progetto è realizzato completamente in collaborazione con Pitto Stail. Com’è avvenuto il processo creativo?
Il processo creativo di ogni brano è avvenuto partendo da idee “bozzate”, come può essere una partenza in digitale che poi viene arrangiata acusticamente, con l’intervento dei musicisti del team, o viceversa. Io ci scrivo sopra.
L’EP è composto da una raccolta di singoli usciti a distanza di tempo l’uno dall’altro e un inedito. Allo stesso tempo traspaiono diversi fili conduttori. Hai lavorato per singoli o hai sempre avuto in mente l’idea di un progetto?
Inizialmente abbiamo lavorato per singoli. Nonostante ciò, l’idea del progetto “disco” c’è sempre stata, ma bisogna saper valutare l’occasione giusta per potersi dedicare con anima, cuore e il massimo impegno a un progetto di tale valore. Perciò abbiamo deciso di riproporre alcuni brani precedenti all’interno del pacchetto. Ovviamente si spera arrivi presto il momento giusto per poter sfoderare un bel disco di inediti che spaccano.
Nelle canzoni fai trasparire anche il tuo lato più fragile, andando in controtendenza rispetto alla necessità comune di mostrare sempre un’immagine forte e vincente di sé. Come sei arrivato a questa scelta?
Dipende solo da come ci si mostra. Siamo tutti nudi ai nostri occhi, per questo ci amiamo così. Perché non esserlo anche con gli altri, provando ad avvicinarsi il più possibile al cuore di chi ascolta e condividere qualcosa d’inspiegabile? Non sentirsi soli può essere di aiuto in molti casi. È ciò di cui noi tutti abbiamo bisogno. Sono semplicemente sincero nei confronti miei e degli altri.
Psicoterapia, regressiva e vari riferimenti al concetto di psiche. Tutto ciò che riguarda questo mondo continua ad essere vissuto ancora oggi come un tabù. Cosa ti ha spinto a parlarne?
Ciò che ti dà tanta sicurezza nel parlare di qualcosa è il fatto che la conosci bene. Come due tifosi al bar che parlano delle strategie di mercato calcistico. Diciamo che io… Provo! Se poi un certo tipo di esperienza è riuscita a darmi qualcosa di positivo e utile per me stesso, cerco di ri-trasmetterla, perché ne ho bisogno… Ho bisogno che gli altri capiscano, non che mi capiscano.
Sono presenti diversi Marvin nello stesso progetto, anzi addirittura nello stesso brano. Strofe e ritornelli pacati e introspettivi fanno da culla a barre cariche di rabbia e cinismo. Ti vedi rappresentato da questa alternanza o si tratta di una scelta stilistica?
Ognuno di noi ha diverse parti di se stesso. Non tutti le mettono tutte in mostra, a volte semplicemente per paura di non essere compresi o accettati dagli altri, molti nemmeno da loro stessi. Io ho semplicemente bisogno di sfogarle tutte, perché mi fa star bene, è la mia psicoterapia.
Oltre alle strofe rappate hai dato spazio alla voce, portando immaginari sonori che non avevi mai toccato prima. Il rap iniziava a starti stretto e avevi bisogno di altre forme per comunicare? O si tratta solo di un’evoluzione stilistica?
Diciamo che il crossover è ciò a cui stiamo puntando col team. Ovviamente le mie tecniche e i suoni dei progetti derivano dal rap, però sì, iniziavano a starmi/ci strette. Spero che allo stesso tempo si tratti anche di un’evoluzione stilistica, io credo lo sia.
Andromedi, ufo, Stargate. Più volte ti rifai a mondi paranormali, a cosa si devono questi riferimenti?
Cerco di rendere concreto ciò che trasmetto, utilizzando riferimenti più o meno conosciuti insieme al mio vissuto, così da riuscire a trasmettere tali sensazioni emotive anche a chi non le ha provate o non le proverà mai. Diciamo che c’entra molto anche il mio passato con le droghe psichedeliche. L’abuso di tali sostanze, unite al mio essere, hanno causato delle perenni aperture di conoscenza che mi accompagneranno a vita. Credo di avere delle discendenze sciamaniche, perché in quelle circostanze entravo molto in contatto con la natura e gli animali.
Psicoterapia può rappresentare un viaggio nel tempo. Un passaggio tra diverse dimensioni e mondi astrali. Quando citi le tue “vite precedenti”, a cosa ti riferisci?
Ho fatto parecchie ipnosi regressive guidate alle vite precedenti. Possono farle tutti, dato che in internet è pieno di audio super efficaci da mettere nelle cuffiette mentre si è comodi. Ho sentito l’aria pura del 1200, ero un normanno. Sono stato ucciso durante la caccia da un branco di lupi, insieme ai miei 2 bambini. O ancora, sono stato un astrologo del 1800, ed essendo allo stesso tempo meteorologo, ho previsto una tempesta per suicidarmi fulminato. Io credo semplicemente che questi avvenimenti improvvisi, comprese le morti, vengano immagazzinate nel dna spazzatura e trasmesse all’albero genealogico. Sotto ipnosi possiamo, grazie al nostro cervello, rielaborare le informazioni nel nostro corpo, tutte quelle che circondano il fatto… Insomma, funziona come per una chiavetta usb spostata da un pc all’altro.
Hai idea di come continuerà il tuo percorso? Lavorerai per singoli o direttamente ad un nuovo progetto?
Per ora sono sicuro di continuare a collaborare e a produrre con il mio team. L’obiettivo fisso è sempre quello di migliorarsi, pubblicando singoli o progetti non importa. Viviamo per la musica e continueremo a farla in qualunque modo.
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