Paestum. Fondi per il tempio di Athena. Raccolta tra privati e aziende. Il primo sì è stato del caseificio Barlotti
Al via un nuovo progetto di raccolta fondi per la riqualificazione del patrimonio archeologico di Paestum. In particolare le risorse saranno utilizzate per il restauro del magnifico tempio di Athena, costruito intorno al 500 a.C., uno dei monumenti tra i meglio conservati al mondo di questo periodo. Per raggiungere l’importo calcolato dai tecnici del Mibac, di 60.000 euro per un intervento “di pronto soccorso”, il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel aveva puntato anche su privati e aziende del territorio, che hanno risposto positivamente. Il primo contributo infatti arriva dal caseificio Barlotti. I fratelli Raffaele, Enzo e Gaetano, alla guida dell’azienda hanno deciso di finanziare i costi per un’intera fronte del tempio. «Siamo onorati di dare il via al restauro di uno dei simboli più rappresentativi della nostra città antica», commentano “i mecenati”. «Prosegue con successo l’opera di tutela e di conservazione accanto alle efficaci iniziative di promozione e valorizzazione dell’area archeologica e del museo di Paestum – afferma Alfonso Andria – consigliere di amministrazione del Pae. Ed è incoraggiante registrare una crescente attenzione da parte dell’imprenditoria locale a sostegno di un programma di interventi e sulla base di alcuni importanti risultati già conseguiti». I problemi da affrontare sono vari, come spiega il direttore Zuchtriegel: «Da un lato dobbiamo combattere il cosiddetto biodegrado, ovvero la crescita di piante sulle pietre che, con le loro radici, minacciano il monumento. Visto che parliamo di un tempio conservato fino al punto più alto del frontone, non è facile arrivare in tutti i punti, ci vuole un braccio mobile e i costi sono alti. Inoltre c’è una peculiarità che già nel ’700 aveva suscitato le critiche di Gianbattista Piranesi quale l’uso di due tipi di pietra, travertino e arenaria. L’arenaria, usata nel fregio che corre sopra le colonne, è molto friabile e tende a polverizzarsi, mettendo a rischio l’intera struttura. I restauratori devono intervenire per stabilizzarla». Il progetto, caricato sul portale Artbonus introdotto dal ministro Franceschini per incentivare donazioni per i beni culturali, prevede sgravi fiscali, per coloro che decidono di dare il proprio contributo a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali. Lo scorso anno il Parco Archeologico ha raccolto 80.000 euro tra donazioni e sponsorizzazioni. (La Città)
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