Se niente si crea e niente si
distrugge
allora un giorno questo mondo
finirà
nello stesso modo come è
iniziato.
Nel cielo resterà un buco nero
come nel mio pensiero
da quando mi hai lasciato
perché stanca di fare l’impossibile
per trasferirmi sopra il tuo
pianeta.
Eppure mi disseto solo con due
parole
senza passarti accanto facendo
finta
di non averti vista
con un profumo che stordisce
l’anima.
Raccontavi la storia di un altro
uomo
mentre le regole del mondo stanno
in piedi da secoli e tutto si
trasforma
in altro amore senza il rumore
che fanno gli astri precipitando
a terra.
La casa ch’è diventata mille
volte immensa
conserva un eco di una nebulosa
esplosa mille e mille anni fa.
Io sono ancora all’epoca glaciale
a quel linguaggio di mugugni e
gesti
che hanno una storia sempre
uguale.
La conoscenza che non mi perdona
è ancora nelle viscere
dell’essere.
Aver ragione non è il mio
interesse.
Dal nulla dove
tu mi hai scovato
mi guardo intorno ma non
attraverso
che un breve spazio per ritornare
dentro di me nel nulla che ancor
tace.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 30/01/2012 ore
14,30
La poesia è inserita nella
raccolta “ L’Equilibrista …. pubblicata
sul http://gentedistabia.blogspot.com
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