Una partita che per buona parte della sua durata ha gelato il sangue dei tifosi sugli spalti. Un Napoli deludente per dei giocatori in campo che non meritano tutta l'attenzione che ad ogni partita la tifoseria è pronta a dare.
Non è
questa la squadra che può vincere qualcosa. Questo è un collettivo che può
perdere tutto ad incominciare dal portiere che ha dalla sua un lungo periodo di
panchina, mentre gli altri, a parte Pandev che ha risolto col suo inserimento
la storia del match, raggiungono appena la sufficienza ad eccezione di Inler,
Fernandez e Vargas che si sono dimostrati poco reattivi, evanescenti e da
dimenticare.
In
quanto a Mazzarri deve trovare la chiave di volta per rendere l'attività della
squadra più organica, più omogenea.
Un
avversario del calibro del Cesena non deve essere sottovalutato per la sua
pochezza in classifica, anzi sono proprio queste compagini ad avere il pepe
addosso alla ricerca di un risultato positivo per dare una soluzione ai propri
problemi.
Popescu gela il San
Paolo con un sinistro preciso dal limite. I partenopei reagiscono nella
ripresa, trovando due reti con Cavani e Pandev e conquistando la
qualificazione.
FORMAZIONI – Nel Napoli, Mazzari, da spazio a tutte le seconde
linee. In porta debutta Rosati, poi, difesa a tre con Fernandez, Cannavaro e
Britos al rientro dopo l’infortunio subito a Barcellona in agosto. Turnover
anche in mezzo al campo. Linea dei centrali tutta svizzera con Dzemaili e
Inler, esterni, Zuniga e Dossena. In avanti, prima stagionale per il cileno
Vargas, nel ruolo di Lavezzi, al fianco di Hamsik e Cavani.
Al San Paolo, Arrigoni, presenta una formazione sperimentale: spazio alle riserve e ai giovani della Primavera. In difesa Vesi, a centrocampo Tommaso Arrigoni e il giovane rumeno Popescu. In avanti si rivede Bogdani, unica punta, supportata da Ghezzal e dal giovane Renella. Martinez convocato dopo tre mesi di stop.
Nel primo tempo un Cesena che non t’aspetti riesce a mettere alle corde un Napoli spento e poco cinico. La manovra degli azzurri, lenta e prevedibile, sbatte contro il muro bianconero che non lascia spazio alla banda Mazzarri di esprimersi come dovrebbe. Sono, però, le seconde linee azzurre a non trovare i giusti meccanismi tattici.
Non c’è nessuna magia del debuttante Vargas. Cosi, all’intervallo, senza trucco nè inganno, è il goal di Popescu, rasoterra fulminante al ventesimo, a portare il Cesena in vantaggio. E meritatamente. Quello che si annunciava un semplice “allenamento” in coppa si trasforma in un incubo.
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