Mattino”: una poesia di Cesare Pavese restaurars Scritto il Settembre 21, 2015 La finestra socchiusa contiene un volto sopra il campo del mare. I capelli vaghi accompagnano il tenero ritmo del mare. Non ci sono ricordi su questo viso. Solo un’ombra fuggevole, come di nube. L’ombra è umida e dolce come la sabbia di una cavità intatta, sotto il crepuscolo. Non ci sono ricordi. Solo un sussurro che è la voce del mare fatta ricordo. Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba che s’imbeve di luce, rischiara il viso. Ogni giorno è un miracolo senza tempo, sotto il sole: una luce salsa l’impregna e un sapore di frutto marino vivo. Non esiste ricordo su questo viso. Non esiste parola che lo contenga o accomuni alle cose passate. Ieri, dalla breve finestra è svanito come svanirà tra un istante, senza tristezza né parole umane, sul campo del mare. Cesare Pavese [9-18 agosto 1940] da “Lavorare stanca”, 1936-1943 (Poesie aggiunte), in “Cesare Pavese, Le poesie”, Einaudi, Torino, 1998
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