ALESSIO PORCU
I sampietrini di Anagni per salvare la storia di Roma
L'imprenditore Franceco Borgomeo scrive una lettera aperta a Virginia Raggi. Chiede alla sindaca di Roma di rivedere la decisione che porterebbe alla scomparsa dei sampietrini in alcune vie del centro. In alternativa propone quelli prodotti a Roccasecca: "ecologici, antiscivolo, certificati, etici”
ANapoli li hanno già eliminati, a Roma si apprestano a farlo: i sampietrini stanno per sparire da alcune delle strade del centro. Sostituiti dall’asfalto. Un progetto sul quale stanno nascendo molte perplessità e più di qualcuno chiede un ulteriore momento di riflessione alla sindaca Virginia Raggi. A lei ha indirizzato una lettera aperta anche l’imprenditore della circular economy Francesco Borgomeo, che a Roccasecca ha rilevato la Ideal Standard per trasformarla nella Grestone e produrre i moderni sampietrini ecologici in pietra ceramica.
Storia e modernità
Il primo aspetto è quello della storia. «I sampietrini – scrive l’imprenditore – sono parte inseparabile di questa inimitabile città eterna. Su ciascuno di loro sono impresse l’abilità e la fatica di scalpellini che li hanno strappati alle montagne e trasformati in strada. Su ognuno di quei selci ha camminato un pezzo della storia recente».
Il progetto prevede di corprirli con l’asfalto, ritenuto più sicuro e durevole. Per Francesco Borgomeo è «l’alibi di una dolorosa necessità. Dettata in apparenza da motivi di sicurezza. Il sampietrino non è pericoloso: lo è una strada senza manutenzione, progettata e costruita per sostenere un traffico ed un peso che vengono invece superati quotidianamente almeno con il doppio dei carichi previsti».
Il fatto è che con il tempo si levigano, diventano scivolosi, non garantiscono il grip necessario per le gomme dei veicoli. Quale può essere l’alternativa all’asfalto, per salvaguardare la storia di Roma e garantire allo stesso tempo la sicurezza per veicoli e pedoni? Per Franceco Borgomeo «Sono i sampietrini ecologici che vengono prodotti alle porte di Roma. Alcune delle principali città europee ed americane li hanno già scelti per l’esatto motivo che ora sta costringendo Roma a sostituire i selci ormai consumati: i moderni sampietrini sono certificati antiscivolo, scientificamente più resistenti della pietra tradizionale, dotati di una forma studiata appositamente per scaricare il peso in maniera tale da evitare la formazione di buche. Sono notevolmente più economici, vengono realizzati rispettando l’ambiente, senza scavare montagne, senza impiegare manodopera minorile».
La grande bellezza
I laboratori dell’azienda capofila la Saxa Gres di Anagni (completano il gruppo lo storico marchio di ceraniche da arredo Tagina ed il Centro Impasti Ceramici di Spilamberto) hanno sviluppato una serie di soluzioni per replicare in maniera perfetta il colore della attuale pavimentazione che attraversa il centro di Roma.
«Il bitume – spiega l’imprenditore che con l’operazione Grestone ha salvato circa 500 posti di lavoro – cancellerebbe secoli di storia, la bellezza caratteristica delle vie del centro. Perché il sampietrino è parte della bellezza e del fascino antico di Roma, rappresenta uno dei tratti essenziali, al punto che potrebbe essere uno dei simboli di Roma. Per molti turisti, passeggiare su un selciato carico di storia è un’emozione non replicabile ad altre latitudini. Le nostre strade sono motivo di attrazione del turismo. E il turismo è e sarà la principale fonte di ricavi per la città. Una città è bella se il suo decoro ed arredo è bello. E se è bella i turisti vengono».
Il problema delle buche
Roma è alle prese con il dramma delle voragini che si aprono nelle strade. Un punto sul quale Francesco Borgomeo invita ad una riflessione: «Il sanpietrino rappresenta la superficie della città: se ci sono voragini bisogna vedere in modo più approfondito il problema. Guardare sotto e non solo la superficie. Vale non solo per le strade: sotto, Roma è vuota e non è certo cambiando la superficie che si risolverà il problema del peso sulle strade».
Ha una certezza: che una colata di asfalto non risolverà nulla ma «cancellerà una parte della bellezza di Roma, Possiamo evitarlo. Valutiamo anche la possibilità di ricorrere ai nuovi sampietrini green, così come stanno già facendo altre importanti città del mondo». Anche perché «Sono a due passi. Garantirebbero a Roma di mantenere tutto il suo fascino, restituirebbero alle sue vie la sicurezza. Proietterebbero la città eterna nella modernità dell’economia circolare che è già simbolo di questo nuovo secolo».
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