Ossiuriasi
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L'ossiuriasi (conosciuta anche come enterobiasi) è una parassitosi intestinale cosmopolita che colpisce soprattutto i bambini. Frequentemente compare una sintomatologia abbastanza caratteristica: prurito anale, sintomi intestinali e, talvolta disturbi "nervosi".
Eziologia
L'agente eziologico è l'Enterobius vermicularis. Questo nematode è caratterizzato dalla presenza di due creste longitudinali poste lateralmente al corpo. La femmina è più lunga (10 mm) del maschio (4mm circa). Non depone le uova nell'intestino ma le accumula nei suoi ureteri. Quando questi sono pieni si stacca dalla mucosa del cieco e migra verso l'ano.
Patogenesi
Raggiunge le pliche cutanee perianali, deposita le uova (circa 12000) e poi muore. Le uova sono caratteristicamente appiattite e convesse; maturano in 6 ore. Quando l'uomo le ingerisce, a livello duodenale si schiudono, si approfondano nelle cripte del duodeno e dell'ileo e mutano in verme adulto che migra nel cieco. Successivamente (dopo 20/40 giorni dall'infezione) le uova compaiono a livello anale.
Trasmissione
La trasmissione si ha per via orale dato che su alcuni cibi o giocattoli, spesso masticati dai più piccoli, si possono depositare le uova del verme. Un modo per evitarli è quello di avere un'igiene più attenta per non contaminare il resto della famiglia.
Manifestazioni cliniche
Le manifestazioni cliniche sono legate principalmente all'irritazione della regione perianale, causata dal parassita che può portare a lesioni da grattamento che possono facilmente infettarsi. Nei bambini ci possono essere sintomi come l'irritabilità, insonnia e convulsioni. Nella donna si può avere una migrazione dalla zona perianale alla cavità vaginale ed uterina con perdite vaginali e prurito vulvare.
Diagnosi
Può essere effettuata attraverso l'osservazione diretta dei vermi nelle feci, tramite analisi parassitologiche delle feci o tramite "scotch test". Quest'ultimo sistema consiste nell'applicare un adesivo trasparente nella zona perianale per qualche secondo, il quale sarà quindi posto su di un vetrino. Successivamente il vetrino verrà immerso in un liquido ed analizzato con microscopio ottico. E' necesario ripetere questa operazione per tre giorni consecutivi, prima della toilette alla mattina. Questo procedimento è stato dichiarato il più efficiente per sapere se ci sono uova depositate dagli stessi ossiuri.
Terapia
Negli anni sessanta veniva molto utilizzato il pirvinio pamoato che è stato successivamente sostituito da molecole più efficaci e gravate da minori effetti collaterali, quali il Pirantel pamoato, l'Albendazolo ed il mebendazolo. Nelle infezioni intense il trattamento va ripetuto ogni due settimane.
È stata svolta una ricerca italiana per verificare eventuali riscontri terapeutici grazie all'uso di integratori alimentari a base di semi di zucca, curcuma, mirra e tanaceto[1]
Profilassi
Igiene personale e ambientale. Importante si rivela l'uso di probiotici al fine di sviluppare una flora batterica che interferisca con gli ossiuri; allo stesso modo è bene limitare l'assunzione degli zuccheri nell'alimentazione - che tra l'altro spesso sono assunti in quantità troppo elevate dai bambini - per limitare la patologia. In ogni caso la terapia rimane farmacologica.
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