Il fenomeno Grillo non è il solo che attraversa la politica.
Ognuno di noi è un fenomeno in quanto ognuno di noi sa quello che vuole, ma non
sa come si realizza. I dittatori sono appunto quelli che forzano la realtà e
fanno quello che vogliono con idee estemporanee, apparentemente logiche ma illogiche in quanto non armoniche con le esigenze di
tutti, della natura e del diritto che deve tener conto delle regole morali
senza le quali ogni operato è una dichiarazione di guerra a tutta l’umanità.
La vita è un laboratorio. Non è mai stata una certezza, alla
stessa maniera i metodi operativi, le cosiddette procedure, gli sprechi, i
metodi per prevenirli o per utilizzarli in maniera dissimile.
I concetti mai arbitrari in quanto l’arbitrarietà deve
essere esclusa da ogni sistema del fare e del fare informazione senza
stravolgere i fatti, senza necessariamente amplificarli.
Le tensioni che oggi percorrono il nostro tessuto sociale
hanno bisogno di un linguaggio comprensi-
bile, ma non mistificante. L’incapacità
di certi soggetti politici è evidente nel trovare una soluzione ai problemi che
stiamo vivendo, che si erano annunciati con l’inizio dell’era industriale e
tempo prima con l’informazione che incominciava a varcare i nostri confini
portando messaggi di benessere dove neppure pensavano che esistessimo e
vivevano la loro giornata con i loro empirismi che erano in buona parte diversi
dai nostri. Dall’antichità affioravano reperti che raccontavano storie che ci
affa- scinavano e noi pronti alla conquista di quello che non era anche nostro
soltanto per vicinanza, per averne sentito il profumo che nell’aria si
diffondeva.
Quante vite che l’umanità vive e quante intelligenze
esistono al mondo per interpretarne le possibi- lità di vita e quanta ignoranza
enciclopedica.
Tenuto conto delle regole morali che sono comuni a tutte
bisogna costruire dei modelli operativi che siano capaci di mettere in pratica
le garanzie a cui agogniamo nell’esercizio della propria vita che non
può essere soltanto contemplativa ma anche produttiva nei limiti e le esigenze
da contemperare con una libertà che tiene conto quelle di ognuno nel
rispetto degli altri anche se dovessero crearsi irregolarità nel percorso
operativo che va sanato con correzioni del sistema o rieducazione procedurali dell’operatore.
L’arbitrarietà deve necessariamente essere eliminata segnalando il caso
per una osservazione sul campo senza complicare la vita della comunità, come quando una macchina da segni di squilibrio
viene portata dal meccanico per accertarne le criticità o lo
stesso per il meccanico per essere sicuri che anche lui non stia incorrendo in
qualche anomalia di comprensione ed individuazione dei fenomeni per i quali è
stato formato.
Se guardiamo a noi stessi ci accorgiamo della nostra
complessità solamente quando le nostre prestazioni non si allineano a quelle
degli altri sia fisicamente, sia intellettualmente, sia produttiva- mente, sia
socialmente, etc. etc.
Proporre un elaborato col quale si riforma lo status morale e sociale
di una comunità è una enormità che non ha eguali, indicare una visione
indicandola come nuova e percorribile da chi ha già la garanzia della comunità
nella quale vive è una enormità che preoccupa. Bisogna da oggi in poi
comprendere se gli illusionisti, gli uomini di spettacolo e tutti gli altri delle altre categorie possono recitare la
loro parte anche fuori dai luoghi a loro delegati. Certamente resteranno
illusionisti, attori, calciatori e tutte le altre attività che elettivamente
hanno imparato a svolgere ma non lo possono e devono fare in un qualsiasi posto
improvvisato.
Corre l’obbligo di domandarsi se prima che lo dicesse Grillo che un avviso di garanzia è soltanto un avviso che si sta indagando nei
confronti di quella persona o era una cosa infamante, un fumus, un sospetto,
una illazione da verificicare per restituire a chi viene indicato dai suoi
simili come una persona sospettata di non comportarsi secondo i comandamenti
morali si trovi veramente nella condizione lamentata da altri.
Sospenderlo dalla propria attività corrisponde esattamente
alla stessa operazione del portare la macchina dal meccanico.
Effettuare
accertamenti sulla validità del mezzo prima di trovarci impantanati da
qualche parte, prima di sconvolgere il sistema operativo con qualche bazzecola
che potrebbe provare anche la perdita della vita per qualcuno non è un motivo per non usarlo più. Perché non
fermarsi un attimo con tutto il rispetto per il soggetto indicato e sottoporlo
a una verifica ? E perché non sottoporre in contempora- nea anche gli accusatori, gli
allertatori o i soggetti recitanti i motivi avversi ? I moralisti finiscono con
l’impersonare o animare le ombre della nostra anima che sta diventando un
soggetto estinto. La tragicità che suscitano ed alimentano diventerà endemica
qualora assumeranno compiti di responsabilità senza averne i requisiti.
Saranno i primi ad abusare di loro
stessi non possedendo una visione ampia della realtà e della complessità o
della stupidità della nostra esistenza senza la necessaria misericordia che contempla
tutti gli aspetti infiniti della nostra caducità e della nostra grandezza di
esseri pensanti nell’ambito di un progetto di cui ancora non conosciamo le
finalità.
G. Ruocco
Nessun commento:
Posta un commento