Natuzza Evola |
Nacque a Paravati, una
frazione del comune di Mileto antica città della Calabria. Il padre, Fortunato,
qualche mese prima che lei nascesse, nella speranza di poter contribuire
economicamente al sostegno familiare, era emigrato in Argentina, da dove non
sarebbe tornato mai più, formandosi una nuova famiglia. La madre, Maria Angela
Valente, rimasta sola con numerosi figli da accudire, si adattò ai lavori più
umili per sfamare la famiglia.
La bambina non ricevette una particolare
formazione religiosa, anche perché la condotta di sua mamma era particolarmente
chiacchierata in paese.
Natuzza (un diminutivo di Fortunata molto diffuso in Calabria) cercò di
aiutarla accudendo gli altri fratelli, non potendo frequentare regolarmente la
scuola e restando quindi con un livello di istruzione molto limitato, quasi
analfabeta.
A
14 anni, per aiutare la famiglia andò a lavorare come domestica in casa
dell’avvocato Silvio Colloca, guadagnandosi subito la fiducia di quella
famiglia. Ma dopo poco tempo Natuzza fu al centro di presunti
fenomeni paranormali, quali la riferita visione di persone che erano
già defunte.
Nel 1941 Natuzza si ritirò da quel lavoro, andò
a vivere presso la nonna materna e pensò di farsi suora, ma venne sconsigliata,
proprio perché protagonista di tutti quegli episodi inquietanti. La madre
decise allora di farla sposare e le propose il matrimonio con un giovane,
figlio di amici, di professione falegname, che in quel momento prestava
servizio nell'esercito. Trovandosi lo sposo in guerra, il matrimonio
(officiato con rito civile), avvenne per procura il 14 agosto 1943.
La coppia ebbe cinque figli.
Durante
il corso della sua vita, si è asserito che si siano manifestati dei presunti
episodi paranormali, quali presunte apparizioni e presunti colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, angeli, santi e defunti,
la comparsa di presunte stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da presunti stati di
sofferenza durante il periodo pasquale e presunti momenti di estasi.
Svariate testimonianze le attribuirono anche il presunto e cosiddetto "dono
dell'illuminazione diagnostica",
ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza
una malattia e suggerirne la cura migliore. Per decine di anni ricevette presso la
sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per
incontrarla, principalmente nella speranza di avere notizie dall'aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle
proprie malattie.
Su
sua ispirazione si costituì nel 1987 un'associazione (poi diventata
fondazione, presso cui Natuzza ha trascorso il resto della sua vita) con
l'obiettivo di creare a Paravati un complesso che inglobasse un santuario
mariano, strutture per l'assistenza medica e centri per giovani, anziani,
disabili, tra cui, già realizzati, il centro anziani "Pasquale
Colloca" e quello per i servizi alla persona "San Francesco di Paola". Ispirati da Natuzza e dalla sua testimonianza di
fede sorsero inoltre, dal 1994,
dei "Cenacoli di preghiera".
Il 9 aprile 2007 Rai International trasmise
da Paravati di Mileto lo spettacolo "Notte degli angeli", a lei
dedicato, organizzato dal promoter musicale Ruggero Pegna e condotto da Lorena Bianchetti, ispirato al libro "Miracolo d'amore"
(Rubbettino Editore), storia della
guarigione dello stesso Pegna dalla leucemia.
Il 7 giugno 2008, l 'Unione Cattolica
Stampa Italiana l'ha
insignita del premio Affabulatore
d'oro per la sua
straordinaria dote di "comunicatrice
di Verità".
Morì a causa di un blocco renale alle 5
di mattina del 1 novembre 2009 nel centro per anziani, che lei stessa
aveva fondato grazie alle cospicue offerte dei fedeli.
Da Wikipedia
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