In Nome Del Pane
Una sorpresa dall'inizio alla fine. Una poesia ricca di coscienza e di conoscenza delle cose che racconta, emozione a parte, dotta come voce di un passato che basta voltarsi indietro per ritrovarlo ancora vivo, girare per le strade dove la disperazione è sempre presente come dramma irrisolto, come peccato originale che il Cristo era venuto a toglierci di dosso con una nuova alleanza.
Una poesia che scuote e si fa leggere nonostante la voluta invenzione di un linguaggio apparentato ai primordi della nostra lingua, ricca di coloriture, di appunti, di sapori che sono stati trascurati o mal tradotti nella nostra modernità.
Rimproverare un poeta non è possibile, specialmente per un lavoro come questo che ti prende fin dentro le viscere con le sue dolcezze e le sue brutalità.
Un'opera da leggere e rileggere per riempirsi l'anima degli umori che la possono ancora salvare.
Mi si chiede che la recensione deve avere una certa lunghezza, ma la sintesi e' il pregio maggiore di quello che ho sentito leggendo la poesia di Valentina Brandazza che dimostra di saper coniugare il sapere con la poesia e manifestare una spontaneità che è frutto della sua sensibilità innata e sperimentata, imparata e osservata.
Ogni parola porta con sè il piacere della riscoperta del suo significato anche se è stato riconiugato e ricollocato nella sua autenticità espressiva.
Gioacchino Ruocco
valentinabrandazza@hotmail.com
E' orientalista ed etnomusicologa. Lavora con le parole e con la musica
IN NOME DEL PANE
Presentazione dell'autrice
La maternità e il lutto sono al centro della raccolta poetica "In nome del pane", dove il doppio antitetico della figura maternità/vita e lutto/cessazione della vita è indagato attraverso la figura emblematica della Madonna, immagine archetipica della madre di un figlio che muore. Nelle liriche collezionate Maria non incarna la figura convenzionale della madre di Dio. Invece è la verbalizzazione di un lessico emblematico che adopera l'icona religiosa come visione della memoria culturale collettiva, declinandola nel senso della laicità e della socialità. La lingua della raccolta è il dialetto romanesco, coniugato in una scrizione personale che accoglie le influenze della poesia del Tre e Quattrocento ma anche i ricorsi della canzone popolare del centro-sud oltreché le immagini della tradizione letteraria femminile dell'Otto e Novecento. Valentina Brandazza è orientalista ed etnomusicologa. Le sue liriche sono state pubblicate in varie antologie nazionali e riviste letterarie. "In nome del pane" è il suo libro d'esordio.
Valentina Brandazza è nata a Roma nel 1976.
È orientalista ed etnomusicologa, è dottore di ricerca in Storia e Analisi delle Culture Musicali.
Appassionata di culture e lingue orientali, si è occupata in particolare del mondo buddhista; in seguito a una intensa frequentazione delle comunità thailandesi, si è dedicata allo studio della tradizione liturgica del buddhismo theravada, trascrivendo e analizzando il repertorio musicale canonico dei “monaci della foresta”.
È fisarmonicista e cantante, collabora con l’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna per la ricerca e l’esecuzione del patrimonio musicale popolare italiano.
Si è avvicinata al mondo della poesia grazie al magistero di Elio Filippo Accrocca; le sue poesie sono state pubblicate su riviste specializzate e antologie poetiche.
I suoi interessi poetici sono legati ideologicamente all’ambiente rurale del centro-sud (Rocco Scotellaro, tra gli altri) ed alla canzone popolare femminile delle mondine vercellesi e delle tabacchine e sigaraie del Salento; ma anche alla poesie del Tre e Quattrocento, alla lirica inglese e americana dell’Ottocento.
Le sue influenze culturali procedono dalla letteratura di genere alle grandi teoriche del femminismo, dalla poesia alla letteratura di finzione ed epistolare femminile dell’Ottocento e Novecento: Emily Dickinson, Sylvia Plath, Simone Weil, Simone de Beauvoir, Amelia Rosselli.
Ha lavorato infine come critica teatrale e traduttrice.
Biografia
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