Sul mio terrazzo
Nella mia cucina
Nella mia poesia
I peperoncini
E’ tempo di peperoncini
e di paragoni all’infinito
sulle loro bontà.
A me ricordano
la voglia d’amare
che mi porto addosso,
il desiderio pungente
della voglia d’averti,
la lingua di fuoco
che mi brucia dentro.
Ma se il piacere
è sentirmi addosso
un fuoco che si attenua
dopo le prime istanze
di perdita dei sensi
in un affiorar di aromi
che non hanno eguali
e quel passegger sospiro
che asseconda
l’ansimar del cuore
nel ritornar ai ritmi usuali,
preferisco il fuoco
della tua bocca
che mi porta a fremere
fin dentro l’anima.
Non è cosa uguale,
ma la metafora
che penetra i sospiri
che arrivano in fondo
a riscoprire il piacere antico
ch’è dentro ai miei passi
mentre mi avvicino a te,
quelle carezze che prendono possesso
d’ogni dunque,
che mi corrono appresso
anche quando tutto è passato,
come un riflesso
dell’eternità che dura
e non si perde mai
neppure quando il giorno
è all’infinito.
Brucia il palato,
e la gola è un fuoco,
che si rinfranca solo con l’aria
che torna come una rinascita nei bronchi
che dona
il piacere di esistere
anche sapendo
ch’è l’ultimo respiro.
Gioacchino Ruocco 11/09/2011
Lido di Ostia
Foto: Idea RG
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