Caro Leopoldo,
ho letto le tue risposte che continuano a
sorprendermi. Nell'arte le regole sono poche ma sia la primitività dei mezzi
sia lo stravolgimento di esse. voluti dai movimenti artistici che
operarono in piena liberta dopo la rivoluzione francese in quanto liberi dalla
committenza, non sono poi tante anche se le forme espressive artistiche sono
molteplici e le tecniche per condurle a termine una infinità.
Ci sono studiosi che battono ancora la
testa sull'encausto e i restauratori non lo sono da meno. L'osservatore o il
fruitore esercita il suo gradimento attraverso l'impressione che ne riceve per
accordarsi al risultato che l'artista impone mai come verità assoluta ma sempre
come espressione del suo sentire le forze creative che si manifestano
attraversandolo con linguaggi non consueti o artefatti o incongrui come merda
d'autore di Piero Manzoni.
Anche noi siamo arte anche quando non attraversiamo
la grazia di Dio e la viviamo portati ad esempio o con disprezzo.
Vivere e capire sono le nostre grandi
necessità, senza sfidare o senza annuire aspettando che l'anniversario si
compia diventando passato di un presente appena trascorso senza capire il dono
dei nostri lasciti, il continuo evolversi del DNA fino a quando si esaurirà nel
suo rinnovarsi.
Di cosa ti meravigli ? Di cosa ti vuoi
scusare ? Di che cosa ti devo incolpare ?
Ancora un saluto e buon ragù o minestra
toscana o napoletana, basta che sia una pappa gradevole.
Gioacchino
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