Carige, il salvataggio di Stato è servito. Ma non mancano le polemiche
La decisione di
intervenire è apparsa in contraddizione con l'orientamento manifestato in
passato dai gialloverdi: "Dal governo non un euro alle banche"
8
gennaio 2019 - (Teleborsa) Salvataggio con polemica. Alla fine,il “caso Carige” è finito sul tavolo del Consiglio dei ministri, nella tarda
serata di ieri sera, al termine di una giornata concitata. Il governo dunque
interviene e fa scattare il salvataggio con
un decreto legge approvato a tempo record. Poche ore prima, l’incontro tra il
ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e i tre
commissari straordinari della banca ligure – Fabio Innocenzi, Pietro Modiano
e Raffaele Lener – commissariata dalla Bce lo scorso 2 gennaio.
SALVATAGGIO
DI STATO – Il provvedimento ‘Disposizioni urgenti per
la tutela del risparmio nel settore creditizio’ prevede due
misure: la garanzia di Stato sulle emissioni dei nuovi bond della banca, come già accaduto con le
banche venete, e la possibilità per Carige di accedere, “attraverso una richiesta specifica”, a una
ricapitalizzazione pubblica a carico del Tesoro.
CONTE: “TUTELIAMO I RISPARMIATORI” – Due
misure che, precisano da Palazzo Chigi, “si pongono in linea di
continuità con il provvedimento di amministrazione straordinaria recentemente
adottato dalla Banca Centrale Europea”, e che hanno l’obiettivo “di consentire ai Commissari di assumere le iniziative utili
a preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare
il rafforzamento patrimoniale dell’Istituto già avviato con l’intervento del
Fondo Interbancario dei Depositi, proseguire nella riduzione dei crediti
deteriorati e perseguire un’operazione di aggregazione”. Il premier
Giuseppe Conte ha spiegato che“il governo ha approvato un
decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei
diritti e degli interessi dei risparmiatori della banca Carige”.
Come sottolineato dal vicepremier Luigi Di Maio.
POLEMICHE
STELLARI E (PENTA)STELLATE – Non mancano però le polemiche. La decisione
del governo di intervenire per il salvataggio di Carige, infatti, a più di
qualcuno è apparsa in contraddizione con l’orientamento gialloverde manifestato
in più di un’occasione riassunto nello slogan:“Dal governo non un euro alle
banche”.
Per questo, in tanti sono tornati con la mente a luglio 2017, quando i
senatori 5 Stelle guidati dall’attuale ministro Lezzi gettavano
false banconote da 500 euro a Palazzo Madama in aperta protesta contro il
salvataggio delle banche venete da parte dell’allora maggioranza a guidaPd. Nel mirino è finito anche Luigi Di Maio che ha spesso attaccato
l’allora premier Renzi per la gestione della
crisi Mps, promettendo a più riprese che il Movimento non
avrebbe mai messo un centesimo dei soldi pubblici nelle casse
degli istituti di credito.
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