Julen, i soccorritori a pochi metri dal piccolo
Continuano i tentativi
di soccorso del piccolo Julen, caduto in un pozzo il 13 gennaio. La squadra di
soccorso ha quasi raggiunto il piccolo
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È in fase di completamento il tunnel parallelo scavato per
raggiungere Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo vicino
Malaga, lo scorso 13 gennaio.
La verità sulle condizioni del
bambino potrebbe emergere oggi. Sebbene i tentativi di salvataggio
siano iniziati fin da subito, ci sono stati diversi ostacoli che hanno impedito alla squadra
di soccorso di raggiungere il bambino caduto nel pozzo profondo 110 metri. La
natura rocciosa del terreno, infatti, ha rallentato di molto il processo di
trivellazione.
Tuttavia, il tunnel scavato parallelamente dai
soccorritori, è giunto alla giusta profondità. In questo momento, la distanza
che separa le squadre di soccorso dal bambino è in diminuzione. Nelle ultime 15
ore hanno completato quasi la metà del tratto di collegamento tra il pozzo e il
tunnel: 1,5 metri dei 3,8 metri totali. Provvidenziale l’intervento della
Guarda Civil, che ha fatto detonare due microcariche di dinamite per
favorire l’avanzamento degli scavi.
C’è sempre la speranza che il bambino sia
sopravvissuto, sebbene non si sia percepito finora alcun segno di vita da parte del piccolo. La sonda inviata
fin dai primi momenti non è purtroppo riuscita a raggiungere il punto di
impatto, rendendo impossibile una previsione sulle condizioni di Julen. Ma
nelle prossime ore si scoprirà finalmente la verità.
Commento: L'imprudenza di lasciare scoperto la bocca del pozzo dimostra la poca coscienza dei gestori o amministratori del territorio che lo hanno trascurano con la conseguente tragedia che in non annuncia una soluzione positiva per la vita del bambino e il futuro affettivo dei genitori e di chi lo aveva in custodia. G. Ruocco 25.01.019
Commento: L'imprudenza di lasciare scoperto la bocca del pozzo dimostra la poca coscienza dei gestori o amministratori del territorio che lo hanno trascurano con la conseguente tragedia che in non annuncia una soluzione positiva per la vita del bambino e il futuro affettivo dei genitori e di chi lo aveva in custodia. G. Ruocco 25.01.019
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