Joséphine Baker
Joséphine Baker | |
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Joséphine Baker in un suo celebre costume | |
Nazionalità | Stati Uniti Francia |
Genere | Charleston (ballo) Jazz Pop Music-hall Cabaret |
Periodo di attività musicale | 1921 – 1975 |
Sito ufficiale | |
Freda Joséphine Baker (nata McDonald) (St. Louis, 3 giugno 1906 – Parigi, 12 aprile 1975) è stata una cantante e danzatrice statunitense naturalizzata francese.
Di origine meticcia afroamericana e amerinda degli Appalachi, è sovente considerata come la prima star di colore e tra le più acclamate vedette di Parigi. Ottenne la nazionalità francese nel 1937, e nel corso della Seconda guerra mondialegiocò un ruolo importante nel controspionaggio francese della Francia Libera. Ella usò in seguito la sua grande popolarità nella lotta contro il razzismo e a favore dell'emancipazione dei neri, in particolare sostenendo la lotta per i diritti civili di Martin Luther King.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
L'artista[modifica | modifica wikitesto]
Freda Joséphine McDonald abban- donò la famiglia all'età di 13 anni. Risparmiando riuscì qualche ad acqustare il biglietto per assistere agli spettacoli del Boxer Washington Theatre, riservato ai soli neri. Qui matura il suo amore per il ballo e il canto finché, con grande difficoltà, un giorno riuscì a convincere il direttore a farle un provino. Josephine iniziò così la carriera di ballerina nei piccoli teatri di St. Louis. A sedici anni debuttò a Broadway in una grandiosa rivista, replicata per due anni. Il 2 ottobre 1925 venne in Europa con la Revue nègre al teatro degli Champs-Elysées.
Al teatro degli Champs-Elysées, dove Joséphine era divenuta nel frattempo la prima ballerina, la sua bellezza di donna e la sua bravura di artista mandarono Parigi in delirio tanto che il teatro registrò costantemente il tutto esaurito. Nei suoi spettacoli e nelle sue canzoni (alcune delle quali come Yes, we have no Bananas, che cantava nuda, e La canne à sucre sono molto note) unì il gusto piccante e ricercato del varietà francese al folklore della musica africana.
Joséphine vestita solo di un gonnellino di sedici banane, scatenata nel più pazzo charleston (una musica allora ancora sconosciuta in Europa) incarna una delle immagini tipiche degli anni venti: un costume inventato per lei dal costumista austriaco Paul Seltenhammer che sarebbe divenuto inoltre un'icona di inizio Novecento e della vita parigina in particolare.
La passionalità delle sue interpretazioni ed il sincero interesse per l'arte popolare le impedirono di cadere nell'esotismo di maniera e suscitarono l'entusiasmo dei parigini per il jazz e le musiche nere. Circa 1500 uomini chiesero la sua mano: uno si uccise ai suoi piedi, mentre altri si batterono in duello (pratica da tempo vietata). A quell'epoca, incontra Georges Simenon che la segue sempre in prima fila[1]. Malgrado il successo conquistato, la Revue nègre si inscrive in una visione colonialista del mondo nero e dell'Africa tipica dell'epoca.
Dopo una tournée in Europa, Joséphine Baker comincia la revue delle Folies Bergèredel 1927 accompagnata da un leopardo, che terrorizza l'orchestra e fa fremere di paura il pubblico. Nel 1927 la giovane star si lancia nella canzone. Nel 1931, riporta un indimenticabile successo con la canzone J'ai deux amours composta da Vincent Scott. In questo periodo si sposa segretamente [senza fonte] con il sedicente nobile siciliano Giuseppe Abatino, un abile simulatore che diventerà il suo manager.[2] Il matrimonio durerà 10 anni e si concluderà con la morte di lui.
Alcuni cineasti, come Marc Allégret le proposero anche qualche ruolo cinematografico. I suoi due principali film furono: Zouzou e Principessa Tam Tam, ma non incontrarono il successo di pubblico sperato. Invece sui palcoscenici delle music-hall, ella riuscì a fare ombra alla celebre Mistinguett.
La sua tournée del 1936 negli Stati Uniti non incontra un grande successo. L'America è scettica e certamente le rimprovera di parlare talvolta in francese, o in inglese con accento francese. Rientra in Francia dove ottiene la nazionalità francese nel 1937sposando un cittadino francese, Jean Lion. Il matrimonio durò soltanto due anni. Nel 1937 pubblica La conga blicoti, inserita nel 2011 nella colonna sonora del film Midnight in Paris di Woody Allen.
Agente del controspionaggio[modifica | modifica wikitesto]
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, sembra che Joséphine fosse diventata un agente del controspionaggio[3], tramite Jacques Abtey (capo del controspionaggio militare a Parigi). Per questo motivo, frequentò l'alta società parigina, poi si mobilitò a favore della Croce Rossa[4][5]. Dopo la Campagna di Francia, il 24 novembre 1940 si arruolò nei servizi segreti della Francia libera, sempre avendo come tramite il comandante Abtey, che restò suo ufficiale di collegamento fino alla Liberazione[6], in Francia poi in Africa del nord dove fu sotto la protezione di Si Ahmed Belbachir.
Durante la guerra si fece carico di missioni importanti, utilizzando i suoi spartiti musicali per celare dei messaggi. In seguito fu ingaggiata dal servizio femminile inquadrato nell'armée de l'air, sbarcò a Marsiglia nell'ottobre 1944. Alla Liberazione, proseguì la sua attività a favore della Croce Rossa e cantò per i soldati al fronte, seguendo con i suoi musicisti il proseguimento della guerra. Alla fine della guerra, conclusa con il grado di capitano, fu decorata con la Legion d'onore da Charles De Gaulle.
La lotta per i diritti civili e la morte
Nel 1947 si sposò con il direttore d'orchestra Jo Bouillon; insieme acquistarono il castello di Milandes in Dordogna, dove accolsero e adottarono 12 bambini provenienti da diversi paesi del mondo, che verranno bonariamente chiamati "la mia tribù arcobaleno". Per il mantenimento del castello spese completamente tutta la sua fortuna, costringendola ad aumentare i concerti della sua banda per aumentare le entrate e proseguire la sua opera.
Nel 1955 amplificò in Europa l'ondata di indignazione sollevatasi in America per la morte del giovane afroamericano Emmett Till, seguita dal rilascio dei due assassini che espressero ciniche dichiarazioni dopo il giudizio, una volta che si erano assicurati l'impunità[7]. Il 6 marzo 1960 fu iniziata in massoneria nella loggia La nouvelle Jérusalem (appartenente alla Grande Loggia Femminile di Francia )[8]. Partecipò poi nel 1963 a Washington alla marcia organizzata da Martin Luther King.
Quando Joséphine fu definitivamente rovinata dalle sue difficoltà finanziarie, la principessa Grace di Monaco, amica della cantante, come lei di origine americana e come lei artista, le offrì dapprima un aiuto in denaro, e successivamente la possibilità di esibirsi per la Croce Rossa nel Principato di Monaco: questo le permise di uscire dalla bancarotta e di acquistare un alloggio per passare il resto della vita in Costa Azzurra.
Gli anni '70 furono una nuova fase di successo con spettacoli in tutta Europa e negli Stati Uniti. Dopo uno spettacolo della sua ultima revue a Parigi l'11 aprile 1975, fu trovata esanime e morì poche ore dopo per un'emorragia cerebrale. Era il 12 aprile.[9] Fu seppellita nel cimitero del Principato di Monaco dopo un funerale con gli onori militari a Parigi, a cui assistette una folla immensa.
Joséphine Baker si era convertita al giudaismo[10] in occasione del suo matrimonio con l'industriale Jean Lion nel 1937[11], ma questa conversione puramente formale non durò a lungo: infatti Joséphine ricevette funerali cattolici nella Chiesa della Madeleine a Parigi.
Riconoscimenti
Bertrand Delanoë, sindaco di Parigi, nel giugno 2006 (a un secolo dalla nascita) decise di intitolarle la Piscina Municipale "Joséphine Baker" sulla Senna, inaugurata nel luglio 2006 nel 13° arrondissement di Parigi.
Filmografia
- Die Frauen von Folies Bergères, regia di Joe Francis e Max Obal (1927)
- La Revue des revues, regia di Joe Francis (1927)
- La sirena dei tropici, regia di Mario Nalpas e Henri Étiévant (1927)
- La Folie du jour, regia di Joe Francis (1929)
- Le Pompier des Folies Bergères (1930)
- Zou-zou, regia di Marc Allégret (1934)
- La principessa Tam Tam, regia di Edmond T. Gréville (1935)
- È arrivata la fortuna (Moulin Rouge), regia di André Hugon e Yves Mirande (1940)
- Fausse alerte, regia di Jacques de Baroncelli (1945)
- An jedem Finger zehn, regia di Erik Ode (1954)
- Acht nach 8, serie tv (1973)
Spettacoli teatrali (parziale)
- Ziegfeld Follies of 1936 (Broadway, 1936)
Onorificenze
Cavaliere della Legion d'Onore | |
Croix de guerre 1939-1945 | |
Medaglia della resistenza | |
Medaglia commemorativa del servizio volontario nella Francia libera | |
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