(MICHELA BEVERE/GIANLUCA PECIOLA)
A Roma un corteo ha ricordato la strage del 1944 mentre al mausoleo, qualche giorno fa, il Presidente della Repubblica Mattarella aveva par- tecipato alle commemorazioni ufficiali.
Il 24 marzo cade il 74esimo anniversario della strage delle Fosse Ardea- tine, l’eccidio perpetrato nel marzo del 1944 dai nazifascisti come risposta all’attentato partigiano di via Rasella, che portò alla fucilazione di 335 cittadini civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei e detenuti comuni.
Nell’anniversario, un corteo a Roma ha ricordato la tragica data, animan- do le strade con striscioni e bandiere, mentre le autorità avevano cele- brato la ricorrenza già l’altro ieri, col Presidente della Repubblica, che ha deposto una corona di alloro, prima di raccogliersi in silenzio davanti alla gigantesca lapide con i nomi delle vittime, mentre venivano squillate con una tromba le note del Silenzio.
L’eccidio è stato richiamato anche dal neo presidente della Camera, Ro- berto Fico, ricordando che i valori della Costituzione hanno richiesto “il sacrificio di tanti uomini e donne nella lotta contro il nazifascismo. Vogliamo ricordare quel sacrifico con particolare commozione oggi nell'an niversario dell'eccidio delle fosse ardeatine".
Commento
Nessuno ancora mi ha chiarito però che cosa si aspettavano le forze partigiane che erano presenti sul territorio di Roma e come mai l'even- tuale insurrezione della cittadinanza non avvenne se le cose erano state organizzate in tal senso ?
O speravano in una insurrezione spontanea "come avvenne a Napoli con tra il 27 ed il 30 settembre 1943 tramite quando i civili, con l'apporto di militari fedeli al Regno del Sud, riuscirono a liberare la città di Napoli dall'occupazione ?
Andarono allo sbaraglio e se sbaraglio era pensavano che non ci sarebbero state conseguenze di rappresaglia ?
Che cosa glielo faceva credere ?
Secondo me mancano tante risposte ancora per non definirli pazzi in pectore ?
"""A partire dalla fine degli anni settanta, si è avuta inoltre, nell'area della sinistra libertaria e non violenta, una discussione sull'influenza culturale dell'azione gappista sui gruppi terroristici di sinistra attivi durante gli anni di piombo.
Se critici come il politico radicale Marco Pannella e il filosofo Norberto Bobbio accostarono in vario modo il terrorismo gappista a quello dei gruppi eversivi del tempo, il Partito Comunista Italiano negò decisamente ogni affinità tra i due fenomeni e tra i rispettivi contesti storici.
Lo storico Gabriele Ranzato ha definito quella di via Rasella «una storia infinita, una contesa inesauribile di ambito nazionale che si ridesta ad ogni occasione con rinnovata animosità». Secondo una testimonianza resa negli anni novanta da Mario Fiorentini, che fu uno degli organizzatori dell'azione partigiana, l'opinione pubblica prevalente le è sfavorevole: «A Roma, se interpelli dieci persone su via Rasella, probabilmente tre capiscono il punto di vista dei gappisti e lo sostengono, due non sanno che dire, e cinque sono contrari»""".
COMUNQUE ONORE AI MARTIRI INVOLONTARI ai quali è necessario rendere la nostra gratitudine. Gioacchino Ruocco
COMUNQUE ONORE AI MARTIRI INVOLONTARI ai quali è necessario rendere la nostra gratitudine. Gioacchino Ruocco
Da Wikipedia.
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