Facebook e l’AMICIZIA
Potrebbe essere vista come un
modo per ingannare il tempo che non sai a volte a che cosa dedicare, come un
modo sbrigativo di chi vuole instaurare rapporti a distanza senza
compromettersi più di tanto come invece succede col vicino di casa, col dirimpettaio
o col concittadino che incontri quasi tutti i giorni facendo la stessa strada
ad orari coincidenti.
Certamente è’ anche l’occasione
per superare le proprie timidezze o i propri complessi per sbarcare sui mondi
degli altri che le sparano grosse delle tue o ti fanno capire le loro
distorsioni psicologiche, le loro carenze affettive o le loro nullità
espressive.
Una volta eravamo compagni di
scuola o di giochi, vicini di casa e la cosa durava fino a quando c’era
rispetto reciproco e la competizione non era tanto acerrima anche con l’altro
sesso quando si avvicinava a noi maschietti.
La prima volta che sentii
chiedermi amicizia fu il mio professore d’italiano all’istituto nautico Nino
Bixio di Piano di Sorrento. Dopo aver sperimentato il mio sapere sul dialetto
napoletano me la chiese davanti a tutti precisandone l’ambito dove potevamo nel
rispetto reciproco, ma non dei ruoli, essere amici dandoci del tu. La cosa
poteva avvenire fuori dell’aula scolastica anche in presenza di altri docenti.
La cosa durò fino al diploma dal 1956 al 1959. Ho ricordato l’avvenimento nel mio
blog dedicato che ho dedicato ai mie componimenti poetici e in Ruocco tribù
dedicato a tutti quelli che portano il mio stesso cognome.
Le amicizie accettate o chieste
non sempre arrivano a buon fine. Molti soddisfatte le loro curiosità si
assentano in maniera impalpabile anche se quando ricompaiono si propongono da
protagonisti di avvenimenti di cui non esiste traccia alcuna.
Le megalomanie come anche le
nullità riescono a trovare la loro affermazione, ma difficilmente sono amicizie
che durano nel tempo. Ogni tanto c’è qualcuno che si sente trascurato e allora
ci va giù con fiumi di anatemi e di considerazioni che dall’intimo stanno
scaturendo anche nel sociale in occasione della chiamata elettorale.
Nel momento in cui ho concesso l’amicizia
a quelli che me l’hanno chiesta, ho cercato di scansare, da subito, quelli che
fisicamente non mi erano graditi e i miei parenti con i quali non ho mai
instaurato un rapporto diverso da quello di essere parenti per un fatto
squisitamente naturale di evitare confidenze e considerazioni che sicuramente
nel tempo potrebbero diventare mine
vaganti se utilizzate.
Ho dato la disponibilità dei miei
blog ad ospitare qualunque loro iniziativa in linea con i presupposti di essi.
Ho aderito a svariati Gruppi per
divulgare la mia presenza su Google per sottrarla il più possibile alla
dinamicità di una ricerca random
che a volte ti fa scantonare dove
non vorresti.
Cerco, nonostante le imitazioni, di
promuovere le mie idee e quello che giorno per giorno intellettualmente vado
producendo in attesa di pubblicazioni cartacee che per me restano alla base
della divulgazione nel tempo, ma gli interessi che suscito e il seguito che si
è determinato non alleggeriscono il mio sforzo, la mia voglia di analisi della
realtà nella quale mi ero calato, in un primo momento, con Salad’attesa1 che ho
successivamente spacchettato per esigenze operative degli impegni giornalieri
di lavoro che non mi permettevano di seguirli tutti come ancora non mi riesce di
fare.
Le amicizie hanno tanti volti ma
non sempre riconducibili a noi e ai
risultati che cercano di conseguire. Qualche amico vero però l’ho trovato
riconoscendoci senza esserci mai conosciuti prima. Ho trovato amici dall’altra
parte dell’Atlantico, dove non pensavo di averne
e o scoperto realtà che mi
rassicurano e mi fanno gioire e non morire di noia.
E’ vero che “chi si rassomiglia
si piglia”, ma resta sempre l’incognita della vicinanza, della convivenza, dei
nostri stati di determinazione, del nostro egoismo sempre vigile e sempre
critico nonostante io viva con le mani pronte dare.
Nonostante la mia disponibilità
francescana resto comunque guardingo e non tollero chi mi scambia per lo scemo
del paese.
La ragionevolezza è la mia arma e
la comprensione ragionata la disponibilità alla comprensione dell’altro/a.
Rispetto gli altri,
ma non le loro aberrazioni, i
loro estremismi. Una sana morale si informa ai comandamenti
che tutelano da sempre la nostra
esistenza quando gli altri vengono in pace e non per farmi riposare in pace una
volta eliminato.
G.Ruocco
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