È finita: la Sanità del Lazio non è più commissariata
I conti sono sotto controllo. Lo ha certificato la Conferenza Stato - Regioni. Il Lazio paga regolarmente le rate del suo debito sanitario, ha riorganizzato il sistema, ora produce utili. Via ad un periodo di assunzioni.
Li hanno domati dopo undici anni. Ora i conti della Sanità nel Lazio hanno le briglie. Sono sotto controllo. Lo ha certificato in maniera definitiva la Conferenza Stato – Regioni convocata dal ministro Francesco Boccia. Poco dopo le 15 di oggi ha ufficializzato che il Lazio è fuori dal Commissariamento della Sanità. Fine dei sacrifici, si può tornare ad assumere, investire in nuove tecnologie, puntare sull’eccellenza europea.
Conti con le briglie
Non significa che sono stati azzerati i 10 miliardi di buco trovati nei conti da Piero Marrazzo quando entrò in Regione Lazio. Era il 2008. È da quell’epoca che il Governo Berlusconi ha commissariato la Sanità del Lazio: limitando le assunzioni ad un solo nuovo arrivo ogni dieci che andavano in pensione, imponendo tagli e riorganizzazioni; nasce da lì il provvedimento che nel 2010 portò alla chiusura degli ospedali in provincia di Frosinone lasciandone aperti solo quattro: Frosinone, Cassino, Sora e Alatri. Lo firmò Renata Polverini, l’avrebbe firmato chiunque altro avesse eventualmente vinto le elezioni al posto suo.
Quando tutto è cominciato, l’11 luglio del 2008 il Lazio aveva il più grande debito italiano in Sanità ed un disavanzo annuale che ammontava a circa 2 miliardi. Non rispettava i livelli minimi di assistenza. A quei dieci miliardi di debito Nicola Zingaretti ha messo le briglie. Li ha riportati sotto controllo. Ora il Lazio paga ogni anno la sua quota di debito, ripianandolo poco alla volta.
Gli ospedali fotocopia sono stati eliminati: ora si ragiona per hub e spoke, ognuno ha le sue specializzazioni e tutti insieme sono in grado di rispondere alle esigenze di cura dei pazienti. Con le eccellenze romane a disposizione di tutto il Lazio. Una cura che ha visto tagliare gli sprechi e aumentare la qualità: lo dicono i parametri che misurano i livelli dell’assistenza. (leggi qui Sanità, il Lazio cresce di 10 punti. Ma è lontano dal vertice).
Lo conferma la Conferenza Stato-Regioni. Ha espresso parere favorevole alla delibera con cui la Giunta regionale la settimana scorsa ha recepito il ‘Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio sanitario regionale 2019-2021‘. L’ultimo tavolo di verifica interministeriale aveva valutato e confermato un utile per il 2018 dei conti della sanita’ del Lazio di oltre 6 milioni. E un tendenziale per il 2019 che andrà oltre i 50 milioni di euro. Inoltre il tavolo aveva certificato un aumento sulla griglia dei Lea di circa 10 punti, che collocano il Lazio tra i 180 e 190 punti.
In pratica: stiamo pagando i debiti, non ne stiamo facendo di nuovi, i nostri servizi vengono messi a disposizione delle altre regioni e incassiamo registrando anche un utile.
Le Reazioni
“Un grande risultato per il Paese, che vuol dire maggiori cure e un sistema sanitario pubblico che va bene” ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al termine della Conferenza Stato-Regioni.
“Il Lazio in due giorni ha fatto tre gol– ha spiegato Zingaretti- Ieri abbiamo saputo che nella nostra regione c’e’ il più alto numero di nuove imprese nel 2019, oggi abbiamo inaugurato a Frascati l’avvio del più importante centro di produzione nucleare di energia pulita d’Europa, e sempre oggi l’uscita dal commissariamento della sanità. Questo vuol dire che c’è un riformismo che cambia le cose”.
Il Governatore prevede che adesso partirà “una bella stagione di assunzioni per rafforzare la qualita’ degli operatori e anche di investimenti di centinaia di milioni di euro sulla infrastrutture sanitarie“.
In questi anni, nella cabina di regia che ha coordinato l’uscita della Sanità da commissariamento c’è stato costantemente Alessio D’Amato, oggi con i gradi di assessore regionale. “L’uscita dal commissariamento del Lazio – dice – è il risultato della piu’ grande azione riformatrice nel nostro Paese di un sistema sanitario regionale. Abbiamo dimostrato che si possono mantenere i conti in ordine senza effettuare tagli, ma aumentando l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza“.
Buschini e Leodori
Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini ha contato i giorni. È stata una traversata nel deserto durata 4225. “Ora si volta pagina e la Sanità del Lazio esce dal tunnel del commissariamento. Un successo frutto del lavoro delle strutture sanitarie, dei professionisti della sanità del Lazio che spesso hanno sopperito a mancanze d’organici e di servizi con grande senso di responsabilità”.
Per il vice di Nicola Zingaretti, Daniele Leodori, oggi “Finisce un incubo, è una giornata storica non solo per i cittadini e la sanità del Lazio, ma anche per il Paese. Vince il riformismo di Zingaretti e del Pd: tre goal in due giorni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Segretario del Pd del Lazio Bruno Astorre: “Grazie alle cabine di regia, all’assessore Alessio D’Amato, alle forze di maggioranza e di opposizione e al Pd che in questi 7 anni ha creduto ogni giorno che si potesse vincere una sfida straordinaria come questa. Si apre una nuova stagione in cui e’ necessario coniugare rigore nei conti e qualita’ nei servizi”.
Ma quali goal?
Non la pensa così il Movimento 5 Stelle. Non almeno il consigliere ortodosso Davide Barillari. “Altro che goal. I tempi supplementari dureranno ancora fra i 2 e i 4 anni. Zingaretti dice che con l’uscita dal commissariamento la Regione Lazio ha fatto goal. Volendo usare lo stesso gergo calcistico ci sarebbe da dire che la partita non e’ ancora finita“.
Barillari lo ha scritto sulla sua bacheca Facebook. “L’uscita dal commissariamento, annunciata dal Governatore per lunghi sette anni, non fara’ scomparire i sacrifici che ancora si dovranno fare per rispettare il piano di rientro che durera’ ancora diversi anni nel corso dei quali dovranno essere ripianati tutti i debiti” conclude Barillari.
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