pubblicato sabato 8 settembre 2018
Lo storico Pastificio Cerere nel cuore del quartiere San Lorenzo a Roma ospita, fino al 24 novembre, "Inventory. The fountains of Za'atari”, prima tappa espositiva del recente progetto a scopo sociale ideato dall'artista Margherita Moscardini, attualmente presente con un altro lavoro anche all'interno della mostra That's It al MAMbo. Tre stanze, tre opere principali, un breve video documentario finale: la mostra, a cura del direttore artistico della Fondazione Marcello Smarrelli, è tutta qui, preannunciata da un titolo a lettere arabe allestito sulla parete del cortile d'ingresso, sopra a una minuscola fontanella di acqua potabile. Ma l'idea da cui nasce è senza dubbio di ampio respiro. Il progetto, dedicato al secondo campo rifugiati più grande al mondo, conta infatti il supporto di partner istituzionali come l'Ambasciata d'Italia in Giordania e l'UNCHR ed è stato realizzato anche grazie a un neonato concorso dell'Italian Council e della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Mibac per promuovere l'arte contemporanea italiana nel mondo, vinto l'anno scorso dall’artista livornese.
Da circa un anno Margherita Moscardini lavora nel campo di Za'atari in Giordania, eretto nel 2012 al confine con la Siria per rispondere in via temporanea all'emergenza umanitaria dei rifugiati di guerra e trasformatosi oggi in una realtà permanente che ospita circa 80mila residenti, le cui baracche dispongono ormai di infrastrutture elaborate, da una capillare rete idrica a impianti fotovoltaici nuovi di zecca. Il paradosso urbanistico si sublima nella presenza di numerosissimi cortili con fontane, elemento caratteristico dell'edilizia mediorientale, che secondo l'artista consacrano la situazione abitativa di Za'atari in maniera definitiva anche da un punto di vista culturale: una città vera e propria da elevare – forse – a modello virtuoso per rispondere alle urgenze del Mediterraneo orientale, ma allo stesso tempo un luogo-non luogo senza una vera giurisdizione nel proprio territorio.
Margherita Moscardini, MASTER PLAN. (detail), terra di Mafraq su carta 650 gr., cm 100X70
È su questi elementi che si innestano la riflessione e l'azione dell'artista che, mettendo l'arte contemporanea a servizio della causa sociale, ha individuato nelle fontane di Za'atari il simbolo portavoce di questa realtà e ne ha stilato un inventario dettagliato, per poterle riprodurre successivamente come sculture. «L’arte analitica è l’arte dei tempi di terrore, in cui l’urgenza è tale che non c’è più tempo per sintetizzare [...] La sfida è quella di riprendersi il tempo per sintetizzare e il coraggio di agire sullo stesso livello di realtà delle cose del mondo», ha commentato la Moscardini riguardo alla propria ricerca. La mostra al Pastificio Cerere, dove sono esposti il libro-inventario, una prima scultura e la pianta del campo riprodotta con la terra importata dalla Giordania, arriva a conclusione di questo lavoro preliminare, ma si pone soprattutto come incipit della concretizzazione del progetto, il cui obiettivo è la messa in posa delle fontane di Za'atari sul suolo pubblico di diverse città europee. Con un vincolo speciale, che siano luoghi dove la norma resti sospesa, come dei piccoli "buchi neri” che replichino "a casa nostra” la realtà giurisdizionale del campo giordano. «L’arte contemporanea non esiste, esistono le arti, che hanno sempre letto il proprio tempo e offerto visioni per superarlo. Le arti, di questi tempi, hanno l‘occasione enorme di emanciparsi dalla propria autorenferenzialità e agire, condizionare, interferire sui contesti a cui si riferiscono».
Il libro illustrato dall'artista e la scultura attualmente esposti al Pastificio Cerere sono destinati alla collezione permanente del Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli, ma l'auspicio è che d'ora in poi saranno coinvolte istituzioni disposte ad accettare il procedimento giuridico richiesto dall'artista per installare le opere su suolo pubblico, destinandone ogni beneficio economico allo sviluppo del campo di Za'atari. Nel frattempo, la prossima presentazione del progetto è prevista per il 27 settembre sempre a Roma, al MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
Alice Bortolazzo
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