2 settembre 2018 - Una sentenza della Cassazione consente a Guardia di Finanza e Agenzia delle
Entrate di effettuare controlli senza una precisa ragione. Ecco tutte le norme
che occorre conoscere.
Prosegue la lotta all’evasione,
con Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate che potranno
giovare di un’importante sentenza della Cassazione, che
consente controlli sui conti correnti senza un valido motivo. Aumenteranno di
conseguenza le operazioni di sorveglianza, con il contribuente chiamato a
spiegare la legittimità di un prelievo o un versamento.
Nel corso degli ultimi anni molto è cambiato su tale
fronte, di conseguenza è bene comprendere quali siano le attuali regole sui
controlli fiscali. L’Agenzia delle Entrate può sfruttare l’Anagrafe dei conti correnti per analizzare i
movimenti bancari, puntando la lente d’ingrandimento non solo sulle grandi
imprese ma anche sui professionisti. In generale ogni persona fisica potrebbe
essere soggetta a controlli, per poi avere il dovere di dimostrare la legalità dei movimenti eseguiti.
Tutti i versamenti sono da considerarsi redditi
imponibili, stando alle attuali regole. Detto questo, il versamento di una
cifra superiore al proprio stipendio potrebbe far scattare dei controlli. Si
consiglia inoltre di tenere in ordine la propria contabilità, considerando come
l’Agenzia delle Entrate possa procedere a indagini entro il 31 dicembre del quinto anno successivo
alla dichiarazione dei redditi presa in
oggetto.
Occorre prestare attenzione anche allo scambio di
denaro contante, considerando i limiti vigenti.
Vietato infatti trasferire denaro (tra differenti soggetti) in contante o di
libretti postali al portatore, titoli al portatore in ogni valuta e di libretti
bancari, quando la cifra è nel complesso pari o superiore a 3mila euro.
Stesso dicasi per un pagamento frazionato in cifre inferiore, ma che nel
complesso raggiunga la soglia limite.
Ciò vale per i ‘semplici’ cittadini, mentre gli
imprenditori dovranno giustificare ogni prelievo superiore a mille euro al
giorno e 5mila al mese.
Sul fronte degli assegni (bancari
e postali) infine si ricorda come, per importi pari o superiori a mille euro,
sia necessario indicare nome o ragione sociale del beneficiario, così come la
clausola di non trasferibilità. Il saldo dei libretti (bancari e postali) dovrà inoltre
non essere pari o superiore a mille euro.
Regole che occorre tenere bene a mente, al fine di
evitare controlli, che potrebbero però giungere comunque. Per questo motivo
sarà fondamentale conservare ogni ricevuta, digitale o cartacea, entro i limiti
dei cinque anni previsti dalla legge (esplicati in precedenza). Intanto non
mancano feroci critiche all’attuale sistema, considerando l’inversione dell’onere della prova. Ogni cittadino
sarà chiamato a dimostrare l’errore del fisco, cui basterà insinuare il dubbio
di un illecito. Ciò potrebbe dunque portare a lunghi e dispendiosi processi,
tanto per i colpevoli quanto per gli innocenti.
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