martedì 10 aprile 2018

Un popolo allo sbando


Un popolo allo sbando con nuovi profeti che hanno soltanto il carisma della chiacchiera facile, dello sfottò e della condanna ad oltranza di quelli che hanno qualcosa da farsi perdonare.

Molte delle cose che dicono sono vere, ma non sono vere le intenzioni con le quali le dicono.
Buttata alle ortiche una riforma costituzionale che faceva fronte alle nostre necessità di urgenza nell’affrontare le esigenze legislative che non possono aspettare anni e i rimpalli da una camera all’altra per cambiare una virgola per la volontà non sempre manifesta di lasciare le cose come stanno o avere una possibilità di aggiungere o togliere qualcosa per non guastare gli interessi di gruppi economici che nel tempo hanno allungato le mani sul potere.

L’ultima trovata è stata la legge elettorale (Rosatellum) che non ha previsto, in assenza di maggioranza espressa dal popolo votante, l’effettuazione di un ballottaggio fra le coalizioni o i due partiti  più votati che avrebbe messo fine al teatrino di questi giorni tra quelli che arrivati primi stanno discutendo per darla a bere a chi crede alle fandonie che se il governo non si fà la colpa è dell’altro.

Col massimo rispetto anche per chi non brilla per intelligenza, l’unica cosa certa, per non perdere altro tempo, è quella di rinviare il popolo a nuove elezioni con il dovuto invito che gli aventi diritti  vadino a votare tutti e una richiesta al governo in carica per l’attività corrente, se la costituzione lo consente, di apportare alla legge elettorale la modifica del ballottaggio che sicuramente non sarà osteggiata da nessuna forza politica col benestare della Corte Costituzionale.

Qualcuno potrebbe anche gridare al colpo di stato, ma la smetteremmo con le incertezze che ha determinato oggi.
Penso che la cosa sarebbe gradita a tutti, mentre invece un ritorno alle urne potrebbe rideterminare una nuova situazione di stallo.

Gioacchino Ruocco

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