Aggiornato
Lunedi' 09 agosto 2021 ore 19:00
Anna Iozzino, un amore infinito per l'arte, la storia, la poesia e
l'impegno sociale
Laureata in Storia delle Arti Visive con il massimo dei voti e la lode,
Anna Iozzino è un’importante storica e critica d’arte, ha pubblicato saggi,
soggetti per il cinema, racconti, poesie, favole e ricerche ex novo sulla
realtà artistica contemporanea.
Iozzino con Maria Cumani (moglie
di Quasimodo)
(AGR) di Ginevra Amadio
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L’incontro con Anna Iozzino avviene dal
vivo, dopo mesi di isolamento è una forte emozione. Mi accoglie nella sua bella
casa dove parliamo con agio, sciolte dalle rigidità che si instaurano tra
sconosciuti. Resto incantata dai suoi modi, dal parlare calmo e paziente,
tramato di una forza che si insinua tra le parole, nei picchi di un discorso
denso di passione, di attenzione alla cultura – alla sua preservazione.
Laureata in Storia delle Arti Visive con
il massimo dei voti e la lode, Anna Iozzino è un’importante storica e critica
d’arte. Nata a Lettere (Na), dopo una lunga parentesi torinese ha eletto Ostia
come città d’approdo. Un luogo del cuore, incastonato tra il mare e le bellezze
della natura.
Impossibile riassumere il suo percorso,
riannodare i fili di una vita così intensa. Allieva di Giovanni Grassi e di
Giuliano Briganti, ha pubblicato saggi, soggetti per il cinema, racconti,
poesie, favole e ricerche ex novo sulla realtà artistica contemporanea.
Studiosa, autrice di pregevoli analisi artistiche, nel 1989 ha ricevuto da
Giulio Andreotti e Francesco Cossiga l’onorificenza di Cavaliere della
Repubblica per meriti culturali.
Non basterebbe un volume a racchiudere
le sue esperienze. Soprattutto non basta il racconto, la sintesi ingenerosa di
tanta ricchezza. Lascio dunque a lei la parola.
Dott.ssa
Iozzino, partiamo dalla sua attività. Lei ha collaborato con varie Associazioni
culturali, intessendo con queste un legame profondo.
“Sì, ho svolto la mia attività sempre
attraverso Associazioni culturali perché sono costituite da gruppi di persone
con gli stessi valori morali, che lavorano in armonia per un interesse sociale
e per scopi culturali, educativi, ricreativi.
In un’epoca globalizzata come la nostra,
con il costante pericolo del pensiero unico, credo che siano questi Enti
privati senza finalità di lucro le uniche possibilità che abbiamo per
contrastare tutte le istanze corrosive che promanano dalla nostra società”.
È anche
un’esperta di cinema, cui ha dedicato gran parte del suo lavoro. Vuole parlarne?
“Come membro dell’UNUPADEC, un’Unione
nazionale in difesa degli Autori di Cinema e di Teatro, ho collaborato al
periodico “Il Mezzogiorno nuovo d’Italia” e ho tenuto conferenze su autori di
cinema e di teatro nell’ambito delle manifestazioni annuali del Premio Lumière
a Villa Miani a Roma, e nel 1992 alle Colombiadi di Genova. Nel medesimo anno
sono stata chiamata a far parte del “Comitato film prodotti per ragazzi” presso
il Dipartimento dello Spettacolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
per il biennio 1998 – 2000 ho fatto parte della Prima Commissione di Esperti
Cinema sempre presso il Dipartimento in via della Ferratella a Roma. il mio
ruolo era quello di difendere la creatività degli autori e lottare per
l’abolizione della censura cinematografica. Solo di recente, il 5 aprile 2021,
il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha divulgato l’entrata in vigore
di una nuova legge secondo la quale non ci saranno più Commissioni di censura,
ma toccherà ai produttori indicare le fasce di età che potranno vedere i loro
film”.
Parliamo
dell’impronta sul territorio. Con quali realtà ha collaborato?
“Sul nostro
territorio ho collaborato, sin dalla fondazione nel 1984, con il Circolo artistico e culturale ‘Lorenzo Viani’, fondato da un
gruppo di grafici, pittori, scultori e presieduto a turno da validi artisti
come Franco Marcomeni, Giovanna Milani, Elena Majoli e altri. Ho
seguito l’attività del Circolo con conferenze e articoli, prima su “Il giornale
di Ostia” e poi “La Gazzetta del Litorale”. Ho inoltre svolto ricerche ex novo
per meglio divulgare la conoscenza delle pitture murali che Lorenzo Viani –
pittore, scultore, incisore, scrittore, poeta e giornalista viareggino di
grande talento – ha lasciato a Ostia nella Caserma IV Novembre delle Fiamme Gialle
come ultima testimonianza della sua feconda e poliedrica vicenda artistica. Nel
1988, sotto la presidenza di Giovanna Milani che chiese i necessari permessi al
Comandante della Caserma, mi è stata offerta la possibilità di studiare dal
vivo le pitture murali, di trascriverne le misure esatte, di approfondirne le
fonti storiche, di scattare una serie di fotografie e infine girare un
documentario sull’artista, seguito dal primo saggio “Lorenzo Viani a Ostia”.
Per un lungo periodo, dal 2002 al 2020,
è stata presidente del Circolo Elena Majoli, che pur tra mille difficoltà
organizzative ed economiche, ha portato avanti con competenza e passione, con
determinazione e un’innata gentilezza, numerose mostre per gli artisti del
Circolo – sia in sale importanti di Roma come Palazzo Valentini, la Sala del
Bramante, i Saloni della Caserma IV Novembre, Il Chiostro del Palazzo del
Governatorato del X Municipio, sia all’aperto a Ostia come nel caso di “Arte
contemporanea sul mare” in Piazza Anco Marzio, o ancora di collettive
periodiche nel Borgo di Ostia Antica e in via dei Misenati. In tutte le
occasioni sono stata invitata a scrivere le presentazioni per le mostre in
catalogo”.
Lei è
stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica. Un riconoscimento
importante, porta d’accesso a ulteriori iniziative…
“Sì, dal 2015 sono stata invitata dal
Cav. Domenico Garofalo a far parte dell’ANCRI, Associazione Nazionale Cavalieri
al Merito della Repubblica Italiana. Per questa, l’8 marzo 2016, ho partecipato
al Convegno “La donna insignita”, presso la sede della Corte dei Conti di Roma,
dove ho trattato il tema de “L’universo creativo al femminile”, mettendo in
evidenza come la donna, dal mito all’attualità, sia stata soggetta a
discriminazione nell’ambito dei percorsi nell’arte, nella poesia, nella
letteratura, nello sport come nelle istituzioni e nella vita dei partiti.
I percorsi delle donne sono ancora
troppo faticosi e non raggiungono mai livelli apicali, ovvero la leadership in
ambito politico, economico e sociale. Bisogna ancora fare dei passi avanti
nella realizzazione di una democrazia paritaria non solo di natura giuridica,
ma culturale. Sembra che la storia delle donne sia scritta con un inchiostro
invisibile per via del silenzio che circonda il lavoro di ognuna”.
So che
ha fatto parte della Consulta Femminile della Regione Lazio per le pari
opportunità. Il mondo, oggi come un tempo, conserva uno spiccato predominio
dell’uomo. Quali azioni ha intrapreso durante il suo mandato?
“Dal 2000 ho fatto parte della Consulta
Femminile istituita con la legge regionale n. 58 del 25 novembre 1976 al fine
di difendere e risolvere le problematiche e le istanze delle donne. Sono stata
portavoce presso il consiglio regionale, prima come supplente e poi come
rappresentante effettiva. Nel 2007 mi hanno eletta coordinatrice del gruppo di
lavoro “Cultura, Spettacolo e Sport” e in quest’ambito ho espresso pareri circa
i Progetti di legge regionali, coordinando vari libri tascabili come “Donne e
Sport – Cultura di genere e Pari Opportunità”, che include il mio saggio “Le
donne e lo sport da Nausicaa a Federica Pellegrini”. Mia è anche l’immagine
digitale in copertina, dal titolo “Intercultura”. Ho poi redatto il saggio
“2008: Anno europeo del dialogo interculturale. Risorsa, dono, opportunità” e l’immagine
di copertina, anch’essa digitale: “Totem umano”. Altre collaborazioni
riguardano gli opuscoli “Mai più violenza: esci dal silenzio”, “Le radici
dell’Europa”, “Di che talento sei?” etc.
Avverto come urgente il tema della
violenza sulle donne in quanto fatto culturale, giacché – malgrado tutte le
battaglie – è ancora forte nell’uomo l’istinto bestiale a esercitare un
controllo e a pretendere la subordinazione femminile con una concezione
patrimoniale della partner”.
Sul
fronte letterario, lei ha una predilezione per la poesia. Quali sono i temi
cardine della sua produzione e come è andata configurandosi – sul piano
‘pratico’ – questa sua altra passione?
“La poesia è la forma più antica di
creatività. Orazio, il grande poeta latino vissuto nel primo secolo a.C., ha
scritto: «Non omnis moriar», cioè «Io non morirò del tutto». Era consapevole
della caducità degli avvenimenti esistenziali, e vedeva nella creazione – dal
greco poiesis – la sua sicura eternità. La poesia, anche nel Terzo Millennio,
conserva le sue qualità di comunicazione a livello profondo, in grado di agire
in un ambito libero, sottratto alle regole del linguaggio letterario. I miei
componimenti parlano sempre d’amore, amore per i miei figli, per mio marito,
per la natura, per coloro che soffrono, per il mistero di vita e di morte che
circonda la nostra esistenza. Molti versi sono stati tradotti in tedesco,
spagnolo, portoghese e russo. Alcuni sono inseriti nell’antologia italo-russa
“Dal Tevere alla Moscova” del 2005, (Edizioni Uzoročʹe) e in quella
italo-brasiliana “Dal Colosseo al Corcovado” (Edizioni Nuova Impronta).
Ho poi fatto parte dell’Associazione
culturale “Erato Cida Inps”, il cui nome è ispirato alla mitologica figura di
Erato, Musa del canto corale e della poesia amorosa. Oltre alla presentazione
di libri di poesia, persino nelle riunioni conviviali ho sempre ascoltato
volentieri chi recitava i propri versi o quelli dei grandi poeti come Dante
Alighieri, John Keats, Giacomo Leopardi, Salvatore Quasimodo, Pablo Neruda,
Mario Luzi, Gioacchino Ruocco, Maria Luisa Spaziani etc. Nel 1998 ho fatto
parte del Comitato Promotore delle attività artistico-culturali del Premio
Quasimodo, il grande poeta insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel
1959”.
Desidera
regalarci alcuni versi?
“Certamente.
In questa breve poesia c’è tutto il mio stupore per la vita e tutta
l’inquietudine per il suo mistero: «Tra l’intrico dei rami /
scivola il buio / e le ombre e le voci della notte / scavano nella mia paura di
esistere / baratri di angoscia. / Forse non sono esistita mai, / forse sono
solo un’ombra anch’io, / un suono o una voce, / un lamento o un sorriso, / una
speranza o una luce. / Non so».
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