RAGIONANDO RAGIONANDO
Non so quanti cittadini italiani hanno in casa un
televisore, quanti un PC e quanti ancora non sanno leggere e scrivere.
Dobbiamo ammettere anche queste deficienze in un paese che
solo una volta ha promosso l’istruzione attraverso la televisione riconoscendo
i titoli assegnati.
Penso che ancora oggi ci siano persone capaci di emettere
giudizi sui provvedimenti legislativi percepiti in qualche modo, ma non sono
ancora in grado fi capirne la portata.
Minacciare queste persone alla stessa maniera di chi è cosciente
e capiente è solamente una barbaria.
Noi siamo tutti cittadini del mondo anche se una lingua mi
distanzia da altri e la collazione su un territorio piuttosto che su un altro
mi fa appartenere fisicamente ad un domicili geografico diverso da quello dl
mio vicino confinante.
Ben vengano le limitazioni con la comprensione necessaria
che garantisce il legislatore coi suoi ritardi nel prendere provvedimenti, ma
non quando minaccia restrizioni di natura penale che da sole non garantiscono
la conservazione del bene della vita in quanto gli stessi ospedali non riescono
a fare.
Tanto premesso aiutiamo quelli che si trovano in queste
situazioni col rispetto dovuto alla persona umana anche se non è in grado di
intendere o di volere anche nel momento di un netto rifiuto della socialità attuata.
AVREI CONFINATO TUTTO E TUTTI DAL PRIMO MOMENTO DI
COMPRENSIONE DELLA GRAVITA’
che questa infezione poteva comportare in presenza della
tanta leggerezza espressa e attuata da chi invece sa leggere e scrivere.
“Io resto a casa”, gli spostamenti con il nuovo decreto Conte: regole
e modulo
Con il nuovo Dpcm in vigore da martedì 10 marzo contro
il Coronavirus, partono le restrizioni agli spostamenti. Ecco in quali casi, e
solo questi, è possibile spostarsi
10
marzo 2020 - Ultimo aggiornamento 23 marzo 2020
Aggiornamento: Dal 23 marzo è cambiato il modello per l’autocertificazione
degli spostamenti in seguito alle nuove restrizioni decise dal Governo Conte.
Lo potete scaricare qui.
“Io resto a casa”: il nome che il
premier Giuseppe Conte ha scelto per il suo nuovo decreto Dpcm per fronteggiare il
Coronavirus non poteva essere più esplicito. Non un obbligo, ma un monito,
assolutamente necessario, che riguarda l’Italia intera.
Non esiste più uno Stivale spaccato in
due, ma un’Italia unita, in cui le regole sono uguali per tutti, da Nord a
Sud. Un’Italia “arancione”. Questa, ribadiscono con fermezza
gli esperti, è l’unica arma che abbiamo nelle nostre mani per sconfiggere
l’epidemia da Covid-19. È il modello Cina, che da
Pechino a Shangai sta funzionando perché là il contagio si è quasi bloccato.
Non è ancora un ritorno alla normalità, ma un preziosissimo punto di svolta.
Ma cosa cambia ora per gli spostamenti
quotidiani che ogni giorno ognuno di noi fa? Per andare al lavoro o
semplicemente per assolvere ai nostri impegni? Iniziamo con il chiarire che non
esiste un divieto di uscire di casa, ma gli spostamenti vanno assolutamente
limitati allo stretto necessario.
Come funziona il
modulo per l’autodichiarazione
Da oggi, martedì 10 marzo, fino almeno al
3 aprile, chiunque voglia spostarsi dovrà giustificare il proprio spostamento
alle autorità. Come? Compilando l’autodichiarazione fornita dal Governo stesso, che
potete scaricare qui.
Nel modulo vanno dichiarati
le nostre generalità, il tragitto che stiamo compiendo e il motivo per cui ci
stiamo spostando. Firmandolo, ci assumiamo la responsabilità di ciò che abbiamo
dichiarato. Se un membro delle autorità ci dovesse fermare per controllare la
nostra autocertificazione, apporrà la propria firma, il luogo, l’ora e la data
del controllo.
Gli unici casi in cui
ci si può spostare
Nel modulo, che deve essere firmato dal
cittadino e dall’operatore di polizia, chi vuole spostarsi deve indicare che il
viaggio è determinato da una di queste quattro
motivazioni:
- comprovate esigenze lavorative;
- situazioni di necessità (tra queste, andare a
fare la spesa o in farmacia, oppure andare a trovare un genitore anziano)
- motivi di salute;
- rientro presso il proprio domicilio, abitazione o
residenza.
Il firmatario, si legge sul modulo, è
“consapevole delle conseguenze penali previste in caso di dichiarazioni mendaci
a pubblico ufficiale” e a conoscenza delle misure di contenimento del contagio
previste nel decreto nonché delle sanzioni previste. Chi mente commette il reato di falso, oltre ad incorrere in tutte le
altre sanzioni previste dalla legge a carico di chi si
sposta illegittimamente, una su tutte l’arresto sino a tre mesi.
Le restrizioni
- evitare ogni spostamento delle persone fisiche,
salvo che lo stesso sia motivato da comprovate esigenze lavorative o
situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È, invece, consentito
il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza;
- con sintomi da infezione respiratoria e febbre
maggiore di 37,5° restare a casa e contattare il proprio medico curante;
- divieto assoluto di muoversi dalla propria
abitazione per le persone in quarantena o risultate positive al virus
- divieto di ogni forma di assembramento tra le
persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico
Quando serve
l’autocertificazione
Ma quando serve l’autocertificazione? Per quanto non sia esplicitato nel
decreto, vi consigliamo di portarla sempre con voi.
Se invece dovete spostarvi anche solo di
pochi metri, se uscite per poco senza allontanarvi troppo da casa, volendo
interpretare in maniera molto rigida le disposizioni del decreto, non potreste
farlo: trattandosi di spostamenti non necessari, sarebbero di fatto vietati e,
quindi, non giustificati nemmeno dall’autodichiarazione.
Vero è, però – e questo appare come un
paradosso – che bar e negozi restano aperti. Quindi non capisce come si
potrebbero frequentare, non essendo questi, ovviamente, spostamenti strettamente
necessari.
Fonte: ANCI
Le disposizioni sono in parte state
modificate dopo il Dpcm dell’11 marzo, che chiude negozi e bar in tutta Italia
fino al 3 aprile. Restano aperti solo alimentari, farmacie, edicole, tabaccai,
banche, poste e i servizi essenziali. Qui trovate tutte le info aggiornate.
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