Perchè parlare di ONESTA' ?
Perchè ne ho bisogno come un neonato che si attacca al seno della madre.
Avrei mille motivi per non farlo contro la necessità che ho affermeta vivendo in un ambito dove tutti si dichiarano tali ma la disattendono di fatto in tutti i modi possobili.
Non potendo controllare le malelingue degli altri,dice Catone il censore. una vita retta ci consente di ignorarle.”
Ma come è possibile quando quelli che concorrono alla realizzazione della tua esistenza la disattendono compiendo atti che ti creano difficoltà giorno per giorno, continuando nel loro atteggiamento dal quale niente li riesce a smuovere ?
Quando un prete chiude il telefono per non risponderti avendo capito chi sei e invece di darti un aiuto ti dice di non provarci ancora, altrimenti ti manda all'inferno ?
Contrariamente si parla di disonestà che si può in alcuni casi configurare
come reato punibile penalmente nei casi
di corruzione e concussione di pubblici ufficiali e falsa testimonianza.
L'onestà ha infatti
un'importante centralità nei rapporti sociali e costituisce uno dei valori
fondanti dello stato di diritto.
Il Vocabolario - Treccani precisa che onèsto agg.
[dal lat. honestus, propr.
«onorato», der. di honos -oris «onore»]. é 1) una persona che agisce
con onestà, lealtà, rettitudine, sincerità, in base a principî morali ritenuti
universalmente validi, astenendosi da azioni riprovevoli nei confronti del
prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla
professione che esercita, all’ambiente in cui vive: è un uomo o. (o anche di animo o., di sentimenti o.); funzionario, amministratore o.; un commerciante, un artigiano o., che si accontenta
di un giusto guadagno; è gente
o.; una
famiglia povera e o.; conservarsi, mantenersi, rivelarsi onesto. Anche di chi, nel
suo lavoro, è scrupoloso, coscienzioso: è un
impiegato, un
operaio o.; è sempre
stato un onest’uomo; un o. studioso (spesso con valore
limitativo, intendendosi dire che supplisce con la diligenza alla mancanza di
genialità, di originalità, e sim.). Talora con riguardo al comportamento in
singoli casi: ha voluto essere o. per una volta tanto, e ha confessato spontaneamente il suo piccolo
furto; è stato
o. a chiedermi solo quindici
euro per la riparazione; non sei
stato o. con me; Onesto Iago, traduz.
dell’ingl. honest Iago,
espressione che ricorre frequente nell’Otello di
Shakespeare, riferita talvolta sarcasticamente a chi, sotto false apparenze,
nasconde intenzioni malvagie o prepara inganni, tradimenti. Con accezione
partic. (ormai in disuso), donna o., ragazza o., la cui condotta, spec.
nella sfera sessuale, si conformava a quei principî che dall’opinione comune
venivano ritenuti moralmente corretti. Sostantivato, al plur., persone
oneste: gli o. e gli imbroglioni; ha meritato il biasimo di tutti gli onesti. 2. Riferito a soggetto di
cosa (indicante aspetto, atto, comportamento, ecc.): a. Che esprime l’onestà
dell’animo: ha una faccia o.;
o che soltanto la finge esteriormente: si era
presentato agli elettori sotto o. apparenze. b. Che
è conforme alla legge morale, alle leggi dell’onore, della rettitudine, della
probità, o che, in genere, non ha nulla in sé di moralmente riprovevole: ha condotto sempre una vita o.; un’o. amministrazione; cresciuto, educato con o. principî; agire con mezzi o., per uno scopo o., con o. intenzioni; concedersi o. piaceri; non ho fatto nulla di men che o.,
di disonesto. Con sign. più particolari: prezzo, guadagno
o., contenuto entro giusti limiti, non esorbitante (e così: prestare denaro a un interesse o.; le sue pretese mi sembrano o., e
sim.); fare un’o. dichiarazione, relazione, testimonianza, sincera, leale,
corrispondente a verità, non alterata per secondi fini; la sua è stata una critica o.,
equilibrata, obiettiva, non mossa da malanimo; è una domanda o., legittima, lecita. Ormai ant. col
senso di conveniente, opportuno: Chi ei
si fosser [i miei maggiori] e onde venner quivi, Più è tacer che ragionare onesto (Dante); se o. cagione avesse potuta avere (Boccaccio),
cioè un motivo ragionevole, plausibile, che non suscitasse dubbî o
critiche. c. Con
valore neutro in funzione di predicato: non è o. negare, pretendere, ecc. Come vero e
proprio sost. neutro, ciò che è onesto, o anche, talora, l’onestà: tenersi nei limiti dell’o.; farsi difensore del giusto e dell’o.;
con senso più determinato, quando si può sottintendere un nome: contentarsi dell’o. (guadagno o
sim.); prov., chi non si contenta dell’o., perde il manico ed il cesto. 3. ant. Decoroso, onorato
o onorevole: se la stanza [=
la permanenza nella vita] Fu vana, almen sia la partita o.
(Petrarca); Colla chioma arruffata e
polverosa, E d’o. sudor bagnato il volto (Poliziano).
Dignitoso, nobile: bello e
grande della persona, vestito
di panni bruni assai o. (Boccaccio); e con valore avverbiale: O Tosco che per la città del foco Vivo ten vai
così parlando onesto (Dante). Spesso esprime insieme la
dignitosa compostezza e la modestia, soprattutto nell’atteggiamento: Tanto gentile e tanto onesta pare[=
appare, si mostra] La donna
mia quand’ella altrui saluta (Dante). ◆ Avv. onestaménte,
in modo onesto, con mezzi onesti, con onestà: vivere, agire, comportarsi onestamente; soldi guadagnati onestamente. In
molti casi, spec. nel linguaggio parlato, ha un sign. più generico e vago,
equivalente a locuz. quali «in coscienza», «in verità», oppure, in frasi
negative, «senza offendere la verità, la giustizia, l’equità» e sim.: bisogna onestamente riconoscere che ...; onestamente, non mi sento di affermarlo; non si può onestamente pretendere di più da lui.
Nella lingua ant., onorevolmente, decorosamente; con dignità e
compostezza: Come ’l candido piè per
l’erba fresca I dolci passi onestamente move (Petrarca); con
bel garbo, cortesemente: egli ci
ha onestamente e in poche parole detta la maggior villania del mondo (Boccaccio).
I DISONESTI NEL MIO CASO sono i soggetti che hanno contratto un atto davanti al notaio 41 anni fà che per qualche motivo non è stato ancora trascritto. Il NOTAIO ad oggi è deceduto. Gli atti che restavano nella sua custodia sono stati trasferiti all'ARCHIVIO NOTARILE di NAPOLI, Via San Paolo ai tribunali, 14. Le ricerche effettuate tramite i servizi informatizzati hanno portato alla conclusione predetta, mentrea a none della probabile erede non risultano trascrizioni di beni pervenuti dal decesso del congiunto, avvenuto nel 1990.
Sarebbe stato più facile se ci fosse stato rilasciato copia dell'atto al momento della stipula; il notaio ci assicurò che di lì a qualche mese......, ma vivendo a 300 km di distanza il di lì diventò un ostacolo insormontabile che è diventato ancora pi grande per una registrazione ancora da avvenire dopo la morte del notaio ed il trasferimento degli atti all'archivio.
E' ONESTA' QUESTA ? IO credo proprio di no tenuto conto le vessazioni amministrative alle quali siamo esposti con spese a nostro carico nell'impossibilità del rispetto dei termini che nessuno è disposto ad ignorare o a procrastinare con l'altro, acquirente, erede o nuovo possessore, che diventa, rendendosi indisponibile a soccorrere il malcapitato, complice di un'amministrazione incapiente e presuntuosa.
IL PRETE E' DIVENTATA LA CILIEGINA SULLA TORTA. Se il catasto non si sbaglia o non è lui, risulta essere proprietario di diversi immobili. Alla faccia del voto di POVERTA' che come quello di castità é un optional. Che BABBASONE che sono che credulone, che stupido, che onesto nel rifiutare mazzette, regali,mentre offrivo io il caffè a chi me lo voleva offrire....
Se la mia onestà è questa............ non so cosa avrei potuto fare con la mia disonestà. Gioacchino Ruocco
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