Tenuto conto che L'Autorità svolge una funzione
attiva di controllo del mercato delle telecomunicazioni,
vigilando che ai cittadini ed alle imprese sia garantito in primis:
il principio generale dell'art. 21 della Costituzione: affinché
"tutti godano del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" e che "la
stampa non venga ad essere soggetta ad autorizzazioni o censura",
potrebbe intervenire però per eliminare dalle reti televisive i processi giornalieri che vengono svolti con la scusa di fare
informazione su casi sui quali la magistratura è ancora operante.
Nessuno vuole negare ai mezzi di informazione il loro
ruolo, ma quello giudiziario spetta alla magistratura non agli autori di trasmissioni televisive e
ai conduttori che hanno preso l’abitudine di condannare sommariamente chi non
torna utile al proprio prodotto.
Avvocati fatti a pezzi, indignazione diffusa che se non
armano la mano, armano il pensiero istigando ad una giustizia sommaria il popolo
televisivo meno provvisto di senso critico e tutto questo per fare ascolti
anche nelle ore del pisolino quotidiano.
Inoltre in virtù di una intangibilità parlamentare i
soggetti ospitati approfittano per dissacrare le leggi
morali e la tranquillità nazionale.
Roma 11 marzo 2012
Finché le ragioni economiche prevarranno, ci sarà sempre qualcuno che sfrutterà i casi giudiziari per migliorare le proprie quotazioni sul mercato del giornalismo televisivo (avveniva anche nell'Ottocento con i casi giudiziari celebri, solo che allora non c'era la tv). Certo si potrebbe impedire la celebrazione di processi mediatici che precedono e disturbano il normale iter giudiziario, ma i giornalisti qualche altro modo per mostrare il proprio acume investigativo lo troverebbero comunque. Forse sarebbe più efficace l'eliminazione dell'auditel...
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