Fisco, aumentano le tasse per chi vende una casa
Aumentano le imposte sugli atti notarili: il Fisco chiede 245 euro in più,
oltre alle normali imposte in relazione all'atto stipulato
20
febbraio 2020
L’Agenzia delle
Entrate chiede più soldi a chi vende una casa. Aumentano
le imposte sugli atti notarili: il Fisco chiede 245 euro in più, di cui 200 come imposta di registro e
45 euro come imposta di bollo, oltre alle normali imposte in relazione all’atto
stipulato.
Non solo: se
nell’accordo preliminare di compravendita è prevista la consegna
anticipata dell’immobile, in modo che il futuro acquirente possa iniziare ad
abitarvi, il Fisco chiede altri 200 euro che
si sommano a quelli già previsti dalla legge, cioè i 200 euro dovuti per i
contratti preliminari di ogni specie (che prima erano 168 euro, poi sono stati
aumentati).
Per far fronte a
queste situazioni, Federnotai Lombardia ha deciso di fornire assistenza ai
notai lombardi per la presentazione di ricorsi contro
l’Agenzia delle entrate.
Come riporta laleggepertutti.it, il Fisco chiede più tasse
soprattutto quando le parti prevedono una penale nel rogito, cioè una causa che prevede
l’obbligo di pagamento a carico di una delle parti in caso di inadempimento
alle pattuizioni del contratto. Questo succede per esempio, quando il venditore
non lascia libero l’immobile entro una determinata data e viene stabilito
l’obbligo di pagamento di una certa somma come penale.
Tra i casi più
diffusi, la richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate di 245 euro tra
imposta fissa ed imposta di bollo avviene quando, in occasione dell’acquisto da
parte di un figlio, i genitori intervengano in toto o in parte nel pagamento
della casa, sottolineando che lo fanno a titolo di regalo o di
donazione indiretta.
Non sempre però
conviene fare ricorso al Fisco, sia in termini di costi che di tempistiche.
Anche se i notai si stanno organizzando in modo da creare un meccanismo di
difesa conveniente da un punto di vista economico sia per i professionisti sia
per i contribuenti.
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