Arte, cinema, poesia, letteratura, informazione e formazione, news, curiosità, prevenzione infortuni, ecc.
venerdì 31 ottobre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
Amori e Miti di Alba Gonzales
Pianeta Azzurro
Centro Internazionale di Scultura
Contemporanea
Fregene
Amori e Miti
Alba Gonzales
e
la sua Collezione privata
(Scultura Contemporanea)
Via Ladispoli 50, (Lungomare di Ponente) 00054,
Fregene (Roma)
11/10/2014 - 12/10/2014
(11:00 - 17:30)
Nell'ambito
della "Giornata del Contemporaneo"
la scultrice Alba Gonzales
presidente dell'associazione Pianeta Azzurro, aderisce alla manifestazione,
condividendo il pensiero comune e confermando l'importanza dell'arte dalla
preistoria ai giorni nostri e verso il futuro quale veicolo di dialogo e
cooperazione tra i popoli e fra le civiltà.
Numerose sono le opere esposte, monumentali in bronzo e marmo,
che sarà
possibile ammirare in queste due giornate dell'11 e 12 Ottobre 2014.
Ingresso
gratuito.
Dopo questa data è possibile visitare l'esposizione permanente su prenotazione
telefonando al numero 335-7080630
Attività collaterali
Non è necessaria prenotazione negli orari e nei due
giorni indicati
Per informazioni
Telefono:
335-7080630
Email: albagonzales@albagonzales.it
Sito Web: http://www.albagonzales.com
AlbA Gonzales è nata a Roma .
Vive e lavora tra Pietrasanta e Roma. Ha cominciato a dedicarsi alla scultura con continuità all'inizio degli anni Settanta, con l'intenzione di restituire nel modellato la plasticità dei movimenti della danza da lei praticata con vera passione a livello professionale.
Dopo gli esordi di figurazione tradizionale, ha subito il fascino delle materie (pietre, tufi, marmi) indirizzando l'esperienza verso forme di stilizzazione del corpo, per coglierne e di interpretarne la valenza simbolica, la valenza ritmica e la suggestione totemica.
Nel 1978 in seguito all'invito del critico Giorgio Di Genova ad esporre nella Piazza del Duomo di Pietrasanta la sua prima opera monumentale in bronzo (Rassegna Scultori e Artigiani in un Centro Storico) avvia un'assidua frequentazione del laboratorio del marmo di Sem Ghelardini con il quale manterrà poi sempre collaborazione ed amicizia.
Il lavorare con i bravi scalpellini della Versilia, anche dopo la scomparsa prematura di Sem, a Pietrasanta, con quelli dello studio di Giorgio Angeli a Querceta o del laboratorio di Carlo Nicoli a Carrara, il veder crescere le proprie opere accanto a quelle dei più importanti e riconosciuti Maestri della scultura contemporanea ( Moore, Marino, Cesar, Noguchi, Adam, Signori, Cascella, Consagra, Penalba e altri, provenienti da ogni parte del mondo) sono state per lei occasioni straordinarie di approfondimento delle tecniche e delle poetiche del fare scultura e anche della conoscenza di se stessa.
L'evolversi della personalità e della creatività di Alba Gonzales è venuta articolandosi secondo alcune tematiche particolari. Sino al 1985 ha privilegiato la dialettica della struttura con figurazioni antropomorfiche che sondano in modo originale il senso del mito arcaico e del meccanicismo moderno Uomini e Totem.
Dal 1986 è il tema " Amori e Miti ", che tutt'ora in divenire, si arricchisce di nuove, importanti opere a testimonianza del fascino che la cultura mediterranea continua ad esercitare. Contemporaneamente un altro tema sollecita la risposta scultorea di Alba Gonzales alla condizione esistenziale, " Sfingi e Chimere ", ovvero la bestia che è dentro di noi, in una drammatizzazione e teatralizzazione della forma di figurazione fantastica con forti componenti erotico - oniriche.
Arrivano gli «autocontrolli» per dichiarare di più
Spese, bonus fiscali, ricavi. Arrivano gli «autocontrolli» per dichiarare di più
Il Ddl di Stabilità cambia verso alla strategia di lotta all'evasione. Il Fisco metterà a disposizione i dati disponibili per consentire a chi ha dichiarato troppo poco di «ravvedersi». Con una riduzione delle sanzioni
Dai controlli dopo che l'evasione è già avvenuta agli «autocontrolli» per dichiarare di più finché ci sarà tempo. E di tempo ce ne sarà anche di più rispetto a quanto prevedono le regole attualmente in vigore. Sono i due assi portanti della nuova strategia antievasione contenuti nel Ddl di Stabilità ora all'esame della Camera. In pratica, dal prossimo anno l'agenzia delle Entrate - anche e soprattutto canali telematici che consentiranno una consultazione da casa - metterà a disposizione del contribuente, (o del professionista che lo assiste) gli elementi e le informazioni di cui è in possesso e che lo riguardano.
Vanno a vivere in Austria
VANNO A VIVERE IN AUSTRIA, DUE GIOVANI STANCHI DELL’ITALIA, SI COSTRUISCONO CASA A POCHISSIMI KM DAL CONFINE DI TARVISIO. ‘L’ITALIA NON E’ PAESE PER GIOVANI’
Posted on by no nome
Loro sono due giovani adulti, di origine veneta. Daniele Carbonari e Alessia Vedovato, trentenni, prima vivevano a Tarvisio, ora, e da qualche tempo, si dividono fra Austria e Italia per questioni di vita lavoro; hanno costruito una casa a pochissimi km dal confine di Coccau (Tarvisio). Su di un meraviglioso prato incolto è sorta la loro nuova casa. Perchè in Austria? Perchè la burocrazia oltreconfine è nettamente inferiore: se in Italia serve circa mezzo metro di carta ancor prima di iniziare a costruire, in Austria per esempio, bastano pochissimi documenti, un breve incontro con sindaco e futuri vicini di casa, e se tutti son d’accordo, il cantiere può avviarsi. Anche i costi, in generale della vita, sono nettamente inferiori: a partire dalle utenze, fino al carburante per l’auto. Non solo: la pulizia di una canna fumaria è costata alla coppia 28 euro, ovviamente documentata con ricevuta, tutto in ordine. Dov’è la fregatura? Non c’è.
‘Stiamo bene quando siamo qui, ci godiamo il posto magnifico in cui ci troviamo, ed in un attimo siamo in Italia’ spiega la coppia che, indubbiamente ha avuto coraggio a prendere questa decisione. Si tratta comunque di un Paese straniero. Una lingua differente, cultura diversa. Le difficoltà paiono però ancora più evidenti nello stare in Italia. ‘In noi è nato il desiderio di farci la nostra casa, amiamo una certa qualità della vita, quindi vivere in una casa singola, in mezzo al verde con il nostro gatto Giove ed il nostro cane. L’Austria ci ha dato questa possibilità. In Italia sarebbe stato impossibile, per i costi, ed un iter notevolmente molto più lungo a causa della burocrazia’.
Alessia in forza al Corpo Forestale dello Stato di Tarvisio è stimata ed apprezzata nel suo lavoro. Daniele lo è altrettanto nel suo settore, musicista e cantante country, si esibisce con chitarra e voce nei locali. ‘La musica country è sinonimo di tradizione. Faccio molta fatica a farlo capire, soprattutto in Alto Friuli, dove trova spazio soprattutto la musica considerata ‘tradizionale’, o meglio tipica di quei determinati luoghi. In Austria invece il country va moltissimo. Le porte son sempre aperte in Austria, in Italia è tutto molto più difficile. Purtroppo’.
Hanno costruito una casa nuova, da cima a fondo. Ora sembra la casetta in ‘Canadà’, bella, come sono belli loro, con tanti sogni da realizzare ed una vita da vivere in mezzo alle montagne come tante canzoni country raccontano nei loro versi.
domenica 26 ottobre 2014
Giorgio Morandi - Ettore Spalletti
GALLERIA D'ARTE MAGGIORE, BOLOGNA
Un dialogo di luce. La mostra vuole sottolineare come attraverso un'economia di soggetti e di colori, Morandi operi un'astrazione che va oltre all'oggetto configurato sulla tela. Con le sue opere Spalletti, uscendo dalla cornice del quadro, mira a ricreare uno spazio atmosferico costituito da luce e colore.
COMUNICATO STAMPA
Travalicando i confini del tempo e dello spazio, le opere di Giorgio Morandi si rivelano oggi fonte di vera ispirazione o di intriganti suggestioni per sempre più numerosi e importanti artisti contemporanei. Franco e Roberta Calarota, con il contributo di Hélène de Franchis, propongono oggi un inedito progetto espositivo per le sale della Galleria d'Arte Maggiore dopo l'anteprima accolta con grande successo dal pubblico americano durante l'ultima edizione di The Armory Show a New York. Il progetto mira a dimostrare come l'arte di Morandi sia di grande attualità e sia stata fonte di riflessione per uno dei massimi esponenti viventi dell'arte contemporanea italiana, Ettore Spalletti, recentemente protagonista di un grande interesse per le importanti mostre personali ospitate nelle sedi del MAXXI di Roma, della GAM di Torino e del MADRE di Napoli.
Conosciuto in tutto il mondo, Giorgio Morandi (Bologna, 1890-1964) non ha bisogno di alcuna presentazione. Tra le tante letture critiche della sua opera, la mostra proposta dalla Galleria d'Arte Maggiore vuole sottolineare come attraverso un'economia di soggetti e di colori, Morandi operi un'astrazione che va oltre all'oggetto configurato sulla tela, raggiungendo un equilibrio formale di luce, colore e spazio che aprono la visione a una nuova dimensione, una realtà altra dove l'essenza del tutto è protagonista. In questo senso la sua arte non è databile né al passato, né al presente e per questo motivo è stata anticipatrice dei movimenti minimali e astratti successivi così come di quelli figurativi, rimanendo ed essendo sempre di grande attualità. Con le sue opere Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940) ricrea nello spazio quello che Morandi operava sulla tela. Uscendo dalla cornice del quadro le sue opere monocromatiche mirano a ricreare nell'ambiente in cui sono inserite uno spazio atmosferico costituito da luce e colore. Come lui stesso conferma: “entri in una stanza e senti che quel luogo perde la realtà del suo colore per acquistare il valore cromatico distribuito al suo interno”.
Se, infatti, i paesaggi di Morandi sono essi stessi un'astrazione come risulta da una osservazione ravvicinata della tela in cui si scorgono solo le macchie di colore e non le forme della natura o degli edifici e in cui l'essere umano non è mai presente, Spalletti mira a far camminare lo spettatore dentro all'atmosfera in cui le sue opere sono contenute. Atmosfera che si carica dei pigmenti di luce e colore che si muovono nella stanza. Per usare ancora una volta le sue parole, Spalletti dice come: “l'arte contemporanea si assume la responsabilità dello spazio, a differenza di quella antica, in cui viene delimitato dalla cornice”. In numerose interviste Spalletti fa poi lui stesso riferimento a come molto spesso ami creare le sue opere vicino a un quadro di Morandi, in occasione delle mostre che l'hanno visto protagonista nei più importanti musei del mondo più spesso in compagnia di artisti internazionali che non italiani.
Dal 1928 Morandi partecipa più volte alla Biennale di Venezia – per cui vince il primo premio per la pittura nell'edizione del 1948 – alla Quadriennale di Roma e si moltiplicano le esposizioni in gallerie e musei a cui si aggiunge il riconoscimento vinto alla Biennale di San Paulo nel 1957. Tra le mostre organizzate nei più importanti musei del mondo si ricordano quella nel 2008 al Metropolitan Museum di New York, nel 2000 alla Tate Gallery di Londra, nel 2011 al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris e nel 2010-2011 al Museo di Palazzo Fortuny a Venezia.
Ettore Spalletti ha esposto più volte alla Biennale di Venezia, dove ha rappresentato l'Italia nel 1997, a Documenta a Kassel e tra le varie mostre personali ricordiamo il MoMA e il Guggenheim di New York, il National Museum of Art di Osaka, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, la Henry Moore Foundation (annunciata da Art Forum come la più importante mostra di arte contemporanea del 2005) la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma solo per citarne alcune.
Comunicazione & Ufficio Stampa
Francesca Monti
t. +39 051 235843 info@maggioregam.com
Inaugurazione 25 ottobre ore 18
Galleria d'Arte Maggiore
via d'Azeglio, 15 Bologna
lun 16-19.30, mart-sab 10-12.30 e 16-19.30
ingresso libero
Ceci n'est pas une idee
26/10/2014
BIAGIOTTI PROGETTO ARTE, FIRENZE
Opere eterogenee di una rosa di artisti che all'interno della propria ricerca si sono avvalsi della citazione volontaria o involontaria per generare significati "altri". Emanuele Becheri, Andrea Mastrovito, Luigi Presicce...
COMUNICATO STAMPA
La Fondazione Biagiotti Progetto Arte è lieta di presentare domenica 26 ottobre alle ore 17.00 la mostra collettiva CECI N'EST PAS UNE IDÉE a cura di Gino Pisapia con le opere di Emanuele Becheri, Andrea Mastrovito, Alexandros Papathanasiou, Luigi Presicce, Giuseppe Stampone e un videoclip dei Baustelle.
CECI N'EST PAS UNE IDÉE, letteralmente tradotta in “questa non è un'idea” è un'espressione che mediante una negazione intende sancire un'ironica e al contempo “reale” affermazione di quanto appena dichiarato.
Essa rimanda immediatamente all'opera "Ceci n'est pas une pipe", pittura realizzata tra il 1928-29 dal belga Renè Magritte, che attraverso il “tradimento” dell'immagine proponeva una lettura ragionata della didascalia in stretta relazione all'immagine dell'oggetto dipinto. La didascalia assumeva perciò il valore di contestazione, contraddicendo il criterio di equivalenza tra somiglianza e affermazione, attivando un doppio livello di lettura tra significante e significato.
CECI N'EST PAS UNE IDÉE diviene perciò quasi una sorta di slogan di “spostamento”, che ha origine dal titolo omonimo di un lavoro, inedito, del 2013 di Emanuele Becheri e fornisce l'input d'avvio all'intera esposizione.
Da questa suggestione, di per sé parafrasi, citazione traslata, nasce l'esigenza di riflettere sul concetto stesso di citazione e sulle sue possibili o quantomeno probabili declinazioni. Perciò in questa direzione vanno a collocarsi le opere eterogenee di una rosa di artisti che all'interno della propria ricerca si sono avvalsi della citazione volontaria o involontaria per generare significati “altri”.
Essa diviene perciò strumento di indagine e di interrogazione grazie alla quale creare nel presente nuovi modelli linguistici capaci di rinnovare il processo creativo.Inoltre la citazione contribuisce alla ri-scoperta del passato e all'interpretazione del presente, senza sostituirsi alla storia, in una forma che produce visioni piuttosto che posizioni.
Il percorso espositivo si snoda all'interno degli articolati spazi della Fondazione Biagiotti creando una sorta di contrappunto visivo dove le immagini mediate dalle differenti tecniche, assumono, legalizzando, il senso tematico della mostra. Esclusivamente per una comodità narrativa si potrebbe suddividere la mostra in tre registri.
Il primo è definito dal basement, nella cui sala più interna e allo stesso tempo più “profonda”, in una sorta di ipogeo, trova la sua collocazione Ceci n'est pas une idée, 2013, di Emanuele Becheri (Prato, 1973), costituita da un brandello di lastra di vetro irregolare sul quale l'artista realizza con inchiostro tipografico, quasi come fosse la matrice per un monotipo, la frase che suggerisce il titolo all'esposizione e attraverso un gesto unico ne ribalta il senso stampandola su uno spesso supporto di carta. L'istantaneità del gesto unico non gli consente dunque ripensamenti ma solo la possibilità di registrare e prendere coscienza di quanto accaduto.
Nella sala attigua invece un vecchio televisore a tubo catodico trasmette in loop Un romantico a Milano, 2006, videoclip dei Baustelle (Montepulciano, 1996) diretto da Lorenzo Vignolo, prolifico regista italiano. La rock band composta da Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi, omaggia attraverso questo lavoro lo scrittore, saggista, giornalista e critico televisivo Luciano Bianciardi toscano di origine e milanese di adozione morto prematuramente nel 1971. Interamente girato a Milano il videoclip, colto e ironico, si pone in maniera critica nei confronti di una città cosmopolita come il capoluogo lombardo, superficiale e irriconoscente verso i “suoi” grandi personaggi del '900 come Piero Manzoni e Bruno Munari, costruendo un racconto ad arte che da Truffaut arriva a Godard passando per Luciano Lutring e Chaplin.
L'esposizione prosegue, nel secondo registro, con l'istallazione site-specific, Mental Parking, 2014, di Giuseppe Stampone (Cluses, 1972) costituita da una giungla ordinata di cartelli stradali sui quali l'artista disegna con le penne Bic colorate, eleganti ritratti iperrealistici di icone dell'arte o di opere molto note ed emblematiche, accostate con ludica irriverenza a frasi, parole, luoghi ed eventi della storia passata e presente. Tale operazione gli consente di fagocitare in maniera esponenziale un notevole flusso di informazioni provenienti dalla rete, quindi da un sistema di comunicazione di massa globalizzato e iperproduttivo, sceglierle e collocarle secondo uno schema di relazioni precise.
Un atteggiamento differente è invece assunto da Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) che nell'opera, 1 Samuele 17, 2014, realizzata ad hoc per la mostra, utilizza una riproduzione in gesso in scala ridotta del David di Michelangelo e posizionandola davanti alla parete v'interviene, disegnando indistintamente su entrambe le superfici con la grafite.
L'immagine prodotta diviene una sorta di mimetismo “perfetto”, dal punto di vista solo e unico, andando a condizionare la distanza di fruizione dalla quale sembra sparire il gesso del David in favore dell'immagine disegnata che riprende scenequotidiane dell'eterno conflitto tra ebrei e palestinesi che rivive in David nel racconto di Samuele.
Nella sala adiacente è Alexandros Papathanasiou (Swansea, 1977), a presentare One Lie, A Thousand Truths, 2014, scultura inedita, che nasce da un lavoro del 2013 simile nella tecnica ma differente per titolo e forme. Costituita da materiali poveri, un sacchetto da regalo dorato e del cemento, l'opera inscena attraverso la finzione della sua “materia”, un gioco tra forma e sostanza, peso e apparenza, vibrazione e stasi, che apre all'artista le infinite vie e le numerose affascinanti possibilità che i materiali di uso quotidiano offrono. Tali materiali consentono perciò un utilizzo flessibile e dinamico grazie ai quali la ricerca della “forma perfetta” diviene pretestuosa per sottolineare una posizione critica precisa rispetto alla “realtà” delle cose e al binomio etica-estetica e forma-contenuto.
Infine ascendendo al terzo registro dello spazio, completa il percorso espositivo Luigi Presicce (Porto Cesareo, 1976) con il video Le tre cupole e la torre delle lingue, 2013, realizzato in occasione della performance, svoltasi a Palazzo Daniele a Gagliano del Capo e s'inserisce nell'ampio ciclo, Le storie della Vera Croce, al quale l'artista lavora ormai dal 2012. Senza distaccarsi delle sue “classiche” atmosfere epifaniche, Presicce racconta, attraverso l'analisi comparativa, delle possibili analogie costruttive tra la cupola della Roccia a Gerusalemme, la Grosse Halle progettata per il Terzo Reich, mai realizzata, e la cupola del kaffehaus di Palazzo Daniele, più storie parallele che tra simboli e allegorie si fondono e s'intrecciano in una narrazione “altra” unica e totalmente decodificabile.
In occasione del finissage verrà presentato il catalogo in edizione limitata.
Inaugurazione 26 ottobre alle 17.00
Biagiotti Progetto Arte
via delle Belle Donne, 39r-Firenze Toscana Italia
Orario: dal martedì al sabato, ore 14-19
Ingresso libero.
CECI N'EST PAS UNE IDÉE, letteralmente tradotta in “questa non è un'idea” è un'espressione che mediante una negazione intende sancire un'ironica e al contempo “reale” affermazione di quanto appena dichiarato.
Essa rimanda immediatamente all'opera "Ceci n'est pas une pipe", pittura realizzata tra il 1928-29 dal belga Renè Magritte, che attraverso il “tradimento” dell'immagine proponeva una lettura ragionata della didascalia in stretta relazione all'immagine dell'oggetto dipinto. La didascalia assumeva perciò il valore di contestazione, contraddicendo il criterio di equivalenza tra somiglianza e affermazione, attivando un doppio livello di lettura tra significante e significato.
CECI N'EST PAS UNE IDÉE diviene perciò quasi una sorta di slogan di “spostamento”, che ha origine dal titolo omonimo di un lavoro, inedito, del 2013 di Emanuele Becheri e fornisce l'input d'avvio all'intera esposizione.
Da questa suggestione, di per sé parafrasi, citazione traslata, nasce l'esigenza di riflettere sul concetto stesso di citazione e sulle sue possibili o quantomeno probabili declinazioni. Perciò in questa direzione vanno a collocarsi le opere eterogenee di una rosa di artisti che all'interno della propria ricerca si sono avvalsi della citazione volontaria o involontaria per generare significati “altri”.
Essa diviene perciò strumento di indagine e di interrogazione grazie alla quale creare nel presente nuovi modelli linguistici capaci di rinnovare il processo creativo.Inoltre la citazione contribuisce alla ri-scoperta del passato e all'interpretazione del presente, senza sostituirsi alla storia, in una forma che produce visioni piuttosto che posizioni.
Il percorso espositivo si snoda all'interno degli articolati spazi della Fondazione Biagiotti creando una sorta di contrappunto visivo dove le immagini mediate dalle differenti tecniche, assumono, legalizzando, il senso tematico della mostra. Esclusivamente per una comodità narrativa si potrebbe suddividere la mostra in tre registri.
Il primo è definito dal basement, nella cui sala più interna e allo stesso tempo più “profonda”, in una sorta di ipogeo, trova la sua collocazione Ceci n'est pas une idée, 2013, di Emanuele Becheri (Prato, 1973), costituita da un brandello di lastra di vetro irregolare sul quale l'artista realizza con inchiostro tipografico, quasi come fosse la matrice per un monotipo, la frase che suggerisce il titolo all'esposizione e attraverso un gesto unico ne ribalta il senso stampandola su uno spesso supporto di carta. L'istantaneità del gesto unico non gli consente dunque ripensamenti ma solo la possibilità di registrare e prendere coscienza di quanto accaduto.
Nella sala attigua invece un vecchio televisore a tubo catodico trasmette in loop Un romantico a Milano, 2006, videoclip dei Baustelle (Montepulciano, 1996) diretto da Lorenzo Vignolo, prolifico regista italiano. La rock band composta da Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi, omaggia attraverso questo lavoro lo scrittore, saggista, giornalista e critico televisivo Luciano Bianciardi toscano di origine e milanese di adozione morto prematuramente nel 1971. Interamente girato a Milano il videoclip, colto e ironico, si pone in maniera critica nei confronti di una città cosmopolita come il capoluogo lombardo, superficiale e irriconoscente verso i “suoi” grandi personaggi del '900 come Piero Manzoni e Bruno Munari, costruendo un racconto ad arte che da Truffaut arriva a Godard passando per Luciano Lutring e Chaplin.
L'esposizione prosegue, nel secondo registro, con l'istallazione site-specific, Mental Parking, 2014, di Giuseppe Stampone (Cluses, 1972) costituita da una giungla ordinata di cartelli stradali sui quali l'artista disegna con le penne Bic colorate, eleganti ritratti iperrealistici di icone dell'arte o di opere molto note ed emblematiche, accostate con ludica irriverenza a frasi, parole, luoghi ed eventi della storia passata e presente. Tale operazione gli consente di fagocitare in maniera esponenziale un notevole flusso di informazioni provenienti dalla rete, quindi da un sistema di comunicazione di massa globalizzato e iperproduttivo, sceglierle e collocarle secondo uno schema di relazioni precise.
Un atteggiamento differente è invece assunto da Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) che nell'opera, 1 Samuele 17, 2014, realizzata ad hoc per la mostra, utilizza una riproduzione in gesso in scala ridotta del David di Michelangelo e posizionandola davanti alla parete v'interviene, disegnando indistintamente su entrambe le superfici con la grafite.
L'immagine prodotta diviene una sorta di mimetismo “perfetto”, dal punto di vista solo e unico, andando a condizionare la distanza di fruizione dalla quale sembra sparire il gesso del David in favore dell'immagine disegnata che riprende scenequotidiane dell'eterno conflitto tra ebrei e palestinesi che rivive in David nel racconto di Samuele.
Nella sala adiacente è Alexandros Papathanasiou (Swansea, 1977), a presentare One Lie, A Thousand Truths, 2014, scultura inedita, che nasce da un lavoro del 2013 simile nella tecnica ma differente per titolo e forme. Costituita da materiali poveri, un sacchetto da regalo dorato e del cemento, l'opera inscena attraverso la finzione della sua “materia”, un gioco tra forma e sostanza, peso e apparenza, vibrazione e stasi, che apre all'artista le infinite vie e le numerose affascinanti possibilità che i materiali di uso quotidiano offrono. Tali materiali consentono perciò un utilizzo flessibile e dinamico grazie ai quali la ricerca della “forma perfetta” diviene pretestuosa per sottolineare una posizione critica precisa rispetto alla “realtà” delle cose e al binomio etica-estetica e forma-contenuto.
Infine ascendendo al terzo registro dello spazio, completa il percorso espositivo Luigi Presicce (Porto Cesareo, 1976) con il video Le tre cupole e la torre delle lingue, 2013, realizzato in occasione della performance, svoltasi a Palazzo Daniele a Gagliano del Capo e s'inserisce nell'ampio ciclo, Le storie della Vera Croce, al quale l'artista lavora ormai dal 2012. Senza distaccarsi delle sue “classiche” atmosfere epifaniche, Presicce racconta, attraverso l'analisi comparativa, delle possibili analogie costruttive tra la cupola della Roccia a Gerusalemme, la Grosse Halle progettata per il Terzo Reich, mai realizzata, e la cupola del kaffehaus di Palazzo Daniele, più storie parallele che tra simboli e allegorie si fondono e s'intrecciano in una narrazione “altra” unica e totalmente decodificabile.
In occasione del finissage verrà presentato il catalogo in edizione limitata.
Inaugurazione 26 ottobre alle 17.00
Biagiotti Progetto Arte
via delle Belle Donne, 39r-Firenze Toscana Italia
Orario: dal martedì al sabato, ore 14-19
Ingresso libero.
venerdì 24 ottobre 2014
L’IMPLANTOLOGIA DENTALE DALL’ANTICHITA’ ALLE NUOVE FRONTIERE
Intervista all’odontoiatra Ronen Kol
di
Anna Iozzino
Il dott. Ronen Kol |
Come storica dell’arte mi piace ricordare che anche la storia dell’implantologia dentale affonda le sue radici nell’antichità (Aztechi, Egizi, Cinesi, Etruschi, etc.), perché i tentativi di inserire un dente artificiale in un alveolo, per sostituire un dente perso, è testimoniato da reperti archeologici molto interessanti con ritrovamenti tombali che hanno portato alla luce crani e ossa mandibolari nei quali, al posto di qualche dente mancante, erano stati inseriti degli elementi ricalcanti la forma dei denti umani con pezzi di conchiglia lavorata, minerali vari o osso di varia natura. Dopo lunghissimi anni di prove pratiche e di studi scientifici - iniziati seriamente negli anni ’40 dall’odontoiatra italiano Formiggini di Modena e continuati con passione da Cherchev, Muratori, Tramonte, Pasqualini, Linkow, Scialonè e tanti altri - è solo da trent’anni che questi tentativi di realizzare interventi implantologici hanno pieno successo sia per l’utilizzo di materiali biocompatibili come il titanio che ha le caratteristiche di essere leggero e resistente, sia di tecniche chirurgiche, di mezzi anestetici e di antibiotici adeguati.
Ho deciso di intervistare uno dei più validi odontoiatri del nostro territorio, il dott. Ronen Kol, che tra l’altro ama l’arte e la cultura ed ha un’intelligenza del cuore ed una naturale curiosità intellettuale che lo rendono un affabulatore piacevole e fantasioso. Per rompere il ghiaccio comincio con una domanda sulle sue origini:
D. – Vorrei che lei mi parlasse un po’ delle sue origini e della sua formazione…
R. - Provengo da una famiglia di origini rumene. Mio padre, il Dott. Marcu Kol, si è trasferito a Roma nel 1970 per motivi di studio rilevando uno studio dentistico gia’ esistente dagli anni 60 in Viale Vega alla Stella Polare dove ha esercitato con grade umanità ed empatia la sua professione di odontoiatra e dentista per oltre 40 anni. Devo infatti a lui l’amore verso la professione di dentista che ho affrontato con entusiasmo fin dai primi anni di università e proseguito con master e corsi specialistici in Italia e all’estero. In particolare mi sono dedicato alla implantologia e alla chirurgia orale. Ho conosciuto molti grandi maestri dell’implantologia italiana e americana e ho avuto l’onore di tradurre le loro conferenze in Italia. Mi dedico costantemente alla formazione continua di nuove tecniche e prodotti per migliorare l ‘estetica del sorriso e ridurre l’ invasivita’ degli interventi implantologici
D. - Che cosa s’intende per implantologia dentale oggi?
R. –Come ho accennato l’ implantologia, attualmente, non rappresenta solamente un modo di sostituire denti mancanti, ma soprattutto tecniche e materiali che riducono i tempi e l invasività degli interventi.
Esistono sistemi che permettono di analizzare e programmare gli interventi con grande precisione al computer su immagini tridimensionali consentendo di fabbricare una intera dentatura prima ancora di intervenire chirurgicamente sul paziente permettendo di inserire gli impianti e la nuova protesi fissa in uno o due giorni senza eccessivo stress e traumi post operatori per il paziente.
D. – Vi sono controindicazioni all’implantologia dentale?
R. – Come ogni intervento chirurgico esistono controindicazioni che riguardano lo stato di salute generale del paziente e le sue abitudini di vita (es. fumo, alcool). In generale è fondamentale per l’odontoiatra effettuare un esame approfondito del paziente volto a raccogliere il maggior numero di informazioni necessarie per stabilire il piano di cura più appropriato, con un occhio anche ai costi e ai benefici.
D. – Quali sono, secondo lei, le fasi ed i tempi per un buon impianto?
R. – Sono per la tradizionale attesa di 2-3 mesi dall’ inserimento dell’impianto alla sua protesizzazione o “carico”. Esistono tuttavia tecniche che prevedono l‘inserimento simultaneo di impianto e dente, ma solo in presenza di condizioni cliniche specifiche e pazienti idonei.
D. – Che cos’è la sedazione cosciente?
R. – E’ un sistema basato su un gas, protossido di azoto (NOX) erogato da una apparecchiatura specifica che permette al paziente di rilassarsi azzerando completamente lo stress. Se ne fa un uso in caso di interventi particolarmente lunghi per l’inserimento di molti impianti simultaneamente.
D. – Quali sono i reali benefici dell’implantologia dentale per i pazienti odontoiatrici?
R. – Poter mangiare e sorridere senza preoccuparsi dei denti mancanti e mandare in pensione la dentiera mobile, ritrovando la sicurezza di piacersi e piacere. A questo riguardo posso affermare che indipendentemente dalle condizioni economiche e di salute (tranne rari casi) tutti possono approfittare dell’implantologia dentale, oggi divenuta davvero alla portata di tutti anche economicamente. L’importante è affidarsi a professionisti esperti e diligenti.
D. – Cosa pensa della cosiddetta “Tecnica All On Four”, e cioè “Tutto su quattro”?
R. – Se ne parla ormai da qualche anno anzi, direi ,che se ne straparla.. E’ una tecnica che permette di avere denti in un giorno, cosa straordinaria ma non miracolosa, nel senso che se da una parte se ne parla come la soluzione migliore per tutti enunciando solo benefici, dall'altra esistono, e non sono poche, le controindicazioni. Come ho già detto, è necessario rivolgersi a un professionista serio e competente in materia che è l’unico a poter valutare i vantaggi o i rischi che comporta caso
D. – Secondo lei quali sono le nuove frontiere dell’implantologia dentale?
R.– Esistono sistemi che permettono di analizzare e programmare gli interventi con grande precisione al computer su immagini tridimensionali addirittura consentendo di fabbricare un’intera dentatura prima ancora di intervenire chirurgicamente sul paziente. Questo permette di inserire gli impianti e la nuova protesi fissa in uno o due giorni senza eccessivo spreco di tempo e traumi post operatori per il paziente. Penso che l’ implantologia “guidata” ossia la possibilità di programmare gli interventi riducendo al minimo i tempi e i rischi della tecnica tradizionale, possa davvero considerarsi come la “ nuova frontiera”.
Anna Iozzino
Ostia Lido - Viale Vega 4 - Stella Polare - Tel. 06.56304241 |
Via Vaglia, 77 - Roma - Tel. 06.8105871 |
L’implantologia nell’antichità
|
Protesi etrusca - II fase |
Protesi del 1500
Le foto mostrano una protesi che risale al 1500, dove sia l'arcata superiore e quella inferiore sono scolpite in un sol pezzo d'avorio. Possiamo dedurre da ciò che il paziente dovesse essere completamente edentulo nell'arcata superiore mentre nell'arcata inferiore era rimasto un unico dente, il canino sinistro. Nella protesi inferiore è stata usata una barra linguale che èunita ai due settori della base protesica inferiore con alcuni chiodi, le due arcate sono unite fra loro da due congegni a doppia cerniera che servivano nel
movimento di apertura e di chiusura della bocca. Nello scolpire i denti anteriori è stata eseguita una modellazione
anatomica,mentre per i denti posteriori è stata scelta una forma occlusale senza intercuspida- zioni, con denti zero gradi.
movimento di apertura e di chiusura della bocca. Nello scolpire i denti anteriori è stata eseguita una modellazione
anatomica,mentre per i denti posteriori è stata scelta una forma occlusale senza intercuspida- zioni, con denti zero gradi.
Etichette: Aztechi, Cherchev, Cinesi, Egizi, Etruschi, Formiggini, implantologia dentale, Kol, Linkow, Modena, Muratori, Odontoiatria, Pasqualini, Ronen,Scialonè, Tramonte
Etichette:
Aztechi,
Cherchev,
Cinesi,
Egizi,
Etruschi,
Formiggini,
implantologia dentale,
Kol,
Linkow,
Modena,
Muratori,
Odontoiatria,
Pasqualini,
Ronen,
Scialonè,
Tramonte
Iscriviti a:
Post (Atom)