Viareggio (LU) - dal primo febbraio al 17 marzo 2013
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Viareggio (LU) - dal primo febbraio al 17 marzo 2013
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Ecco come e chi vi sarà alla prima mostra sponsorizzata dal colosso svizzero. Silenzio sulle acquisizioni
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pubblicato venerdì 11 gennaio 2013
L'elenco, alla fine, è venuto alla luce: saranno 22 gli artisti in mostra al Guggenheim di New York nella prima mostra sponsorizzata da UBS, dedicata al Sud e Sud-Est asiatico: Shilpa Gupta, che ormai non ha più bisogno di presentazioni, il thailandese Navin Rawanchaikul, il filippino Anading Poklong, la fotografa malese Wong Hoy Cheong e il collettivo Otolith, ex candidati al TurnerPrize, Amar Kanwar, Aung Myint, Khadim Ali, Tang Da Wu e Vincent Leong, solo per dirne alcuni. Tutti sono provenienti da un bacino che comprende i territori che vanno dalla Malasya al Pakistan, dall'India alla Filippine.
La mostra si intitolerà "No Country", e tutte le opere che saranno esposte entreranno a far parte della collezione del museo, con una serie di altri pezzi inediti sui quali per ora il riserbo resta stretto.
Curata da June Yap, la mostra vuole tracciare i rapporti di scambio e di influenza tra Paesi e allontanarsi dall'idea di nazionalità, nell'incontro delle opere come tramite d'unione. La mostra dunque non sarà raggruppata per "stato", ma cercherà invece di "complicare" il ruolo e il tema dell'origine e delle frontiere.
Yap, curatore del Padiglione di Singapore alla Biennale di Venezia del 2011, dove era in mostra Ho Tzu Nyen -che sarà in mostra anche al Guggenheim- ha raccolto tutti gli artisti in un viaggio di tre mesi nella regione. La mostra sarà la prima di tre supportate dal Guggenheim Initiative UBS Global Art, programma sponsorizzato da servizi bancari e finanziari del gruppo UBS, per mettere in evidenza l'arte di alcune regioni sottovalutate rispetto alla scena internazionale di stampo occidentale. Le successive apriranno un varco su America Latina, Medio Oriente e Nord Africa. Un investimento stimato 40 milioni di dollari, il cui primo step si vedrà a partire dal prossimo 22 febbraio. Quel che è certo è che l'arte, con buona pace di tutti, un Paese ce l'ha eccome, ed è formato dalla rete dei grandi musei di tutto il mondo.
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Per una "scomparsa" extralusso. Visibile solo su invito, nella boutique Valentino di via Montenapoleone
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pubblicato venerdì 11 gennaio 2013
Trés chic. Anche se ricoperto di colore acrilico, soprattutto perché stavolta, ad essere dipinti, non saranno casacche verde mimetico usate ai tempi di Mao, ma una serie di abiti griffatissimi. Stiamo parlano dell'esclusiva performance di Liu Bolin, l'artista cinese diventato celebre per una serie di "mimetizzazioni" all'interno di una serie di scenari e di paesaggi architettonici, che vanno avanti ininterrottamente dal 2005, quando inscenò una protesta silenziosa dipingendosi come maceria all'indomani dell'abbattimento del suo studio di Pechino, all'epoca sotto il mirino di una riqualificazione urbanistica della città.
Domani Bolin tornerà a Milano, città che aveva già ospitato il suo corpo come "guglia del Duomo" e "interno del Teatro alla Scala". E lo farà in una location d'eccezione: la Boutique di Valentino in via Montenapoleone, dove su invito serratissimo, sarà possibile vedere l'artista scomparire tra bauli-armadio pieni di vestiti. Rappresentato dalla Boxart gallery di Verona, il camaleontico artista è stato ingaggiato dalla maison per promuovere, niente male, la nuova collezione camouflage disegnata da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. E la foto finale stavolta, c'è da scommetterci, sarà più glamour che mai.
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Per non dimenticare la tragedia della storia nazista, in un doppio appuntamento romano
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pubblicato venerdì 11 gennaio 2013
L’appuntamento è per il 14 e 15 gennaio a Roma con Memorie d’inciampo e il ritorno di Gunter Demnig, artista tedesco ideatore di un’opera d’arte praticamente infinita con cui si propone di commemorare la scomparsa e deportazione ad opera dei nazisti ponendo sampietrini di ottone sul marciapiede prospiciente l’abitazione dei cittadini ebrei, rom, sinti, omosessuali o disabili vittime del regime. Per inciampare nella memoria e dedicare ad una tragedia come quella della Shoah una riflessione quotidiana. L’occasione è l’avvicinarsi della giornata della memoria ma in realtà proprio con il lavoro dell’artista si è passati ad un confronto con la storia di tipo anticonvenzionale, meno legato a monumenti e commemorazioni. "Memorie d’inciampo” ed "Arte in memoria 7” sono le iniziative presentate oggi alla Casa della Memoria e della Storia di Roma con la partecipazione dello storico Lutz Kinkhammer, che ha sottolineato la carica democratica e non retorica del progetto e la sua efficacia contro le diverse pratiche di rimozione e negazioniste, e dell’artista Alfredo Pirri, che per l’occasione ha prodotto e letto un testo sul tema del rapporto tra l’artista e le culture più antiche come quella ebraica, sul debito che egli contrae nei confronti della società e sulle origini dell’arte astratta. Adachiara Zevi, curatrice del progetto, stamattina ha presentato l’attività dell’associazione "Arte in Memoria" che «favorisce e promuove linguaggi artistici e architettonici decisamente innovativi rispetto a quelli tradizionali e accademici, capaci di stimolare la riflessione e la elaborazione individuali anziché delegarli a monumenti e riti celebrativi» ed ha sottolineato come con le pietre d’inciampo si sia consentito una sorta di «ritorno a casa delle persone deportate» con un lavoro sulla memoria di diffusione "a macchia d’olio”, senza celebrazioni o distinzioni di alcun genere. Il progetto vede coinvolti anche alcuni Municipi Capitolini, con partenza dal I, in via Garibaldi, che si adopereranno per lo scavo; i familiari delle vittime, al centro della dimensione commemorativa ,e le scuole, che hanno realizzato degli specifici progetti di ricerca sulle storie di vita delle persone coinvolte. "Arte in Memoria 7” è invece la Biennale di arte contemporanea che dal 20 gennaio al 13 aprile 2013 sarà ospitata nell’antico scenario della Sinagoga di Ostia, per la quale quest’anno si festeggia il decennale. Alice Cattaneo, Sigalit Landau, Hiodetoshi Nagasawa e Michael Rakovitz sono gli artisti chiamati a confrontarsi con le mura dense di storia e religiosità in un collaudato «corto circuito tra arte contemporanea e un luogo archeologico di grande importanza», per ritrovare le parole della curatrice. (Mariangela Capozzi)
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Chi se lo compra, per undici milioni di dollari, l'appartamento con murales di Keith Haring incorporato?
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pubblicato martedì 22 gennaio 2013
Vendesi appartamentino su tre livelli, superficie di 8mila e 200 metri quadrati, nel cuore di TriBeCa, lower Manhattan. Edificio dei primi del XIX secolo, soffitti molto alti e grandi vetrate in stile fabbrica. Nello stabile, un tempo studentato della School of Visual Art visse Keith Haring, celebre graffitista. Una targa perfetta per un annuncio immobiliare che vale 11 milioni e 75mila dollari, e che non solo offre alloggio, ma anche un'opera d'arte in permanenza. Su un muro della casa, infatti, c'è ancora traccia del passaggio dell'ex studente grafomane, che con alcool e lucido da scarpe nero, nel 1978, "imbrattò” la parete con le sue iconiche sagome antropomorfe. L'opera ufficiosa, però, è stata danneggiata da degli "scaltri” agenti immobiliari, probabilmente parecchio a digiuno di arte del '900, durante la cessione della SVA del caseggiato ad una società immobiliare che ne ha fatto appartamenti di lusso. L'opera però è ancora visibile nell'ultimo tratto della parete verso il soffitto. Dopo essere stata coperta da un muro posticcio nel 2007, oggi il murales è tornato di nuovo alla luce. Chissà se i futuri acquirenti decideranno di lasciarla dov'è e di non imbiancare un "affresco” che, se portato su una dimensione vendibile, potrebbe valere milioni. Certo è che i nuovi proprietari, nel caso decidano di lasciare l'opera, avranno qualcosa di cui vantarsi a cena con gli amici.
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La lunga giornata del MAXXI dedicata all'artista
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pubblicato martedì 22 gennaio 2013
Si inizia alle 12, con l'ufficializzazione: la piazza del MAXXI da oggi sarà davvero piazza Alighiero Boetti. La presidente Giovanna Melandri svelerà la targa in anteprima per poi prendere parte alla conferenza stampa, battesimo della sua prima esposizione in versione ufficiale. Ad avvicendarsi al tavolo, oggi, insieme a Melandri, ci saranno anche Anne-Marie Sauzeau, prima compagna di Boetti e presidente dell'Archivio, Caterina Raganelli-Boetti, moglie dell'artista, il figlio Matteo e Luigia Lonardelli, della sezione Arte del MAXXI, insieme a Susanna Nobili, curatrice della mostra dedicata a Michele Valori, che inaugura in concomitanza con "Boetti a Roma”. Sicuramente siamo arrivati allo start di uno degli eventi più attesi di questo nuovo inizio anno dell'arte, un po' la prova del nove della nuova gestione del museo romano, che in questi mesi è salito piuttosto di frequente, per usare un eufemismo, alla ribalta delle cronache. "Boetti a Roma” è anche, in qualche modo, la consacrazione ufficiale dell'artista nella sua città d'adozione, attraverso quello spazio pubblico di fronte all'unico museo d'arte contemporanea statale, riconoscimento del suo immenso valore. Ma oltre alla scoperta della targa e all'apertura della mostra, oggi, in questo "Boetti Day”, sarà anche presentato il secondo tomo del catalogo generale, firmato da Jean-Christophe Ammann ed edito da Electa, all'indomani del primo volume uscito nel 2009. L'appuntamento per questa parte della giornata è invece alle 18.30, con la partecipazione di Mark Godfrey (in collegamento da Londra), Franco La Cecla, Sauzeau e Raganelli-Boetti moderati da Elena Del Drago. Poi, la mostra, l'omaggio dovuto di un Paese ad uno dei suoi creatori più prolifici e intelligenti, di cui vi racconteremo tra poco.
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